mercoledì 2 aprile 2014

Snobbato nelle sale: "Prisoners, un classico del THRILLER"

Metti due attori da Blockbuster, Hugh Jakman (Australia, X Men) e Jake Gillenhall ( Donnie Darko, I segreti di Brokeback Mountain), affiancati da colleghi di valore come Viola Davis, Maria Bello e Terrence Howard ; aggiungi una storia forte, intrigante, oscura, con tutti gli ingredienti del mistero sapientemente dosati : paura, sorpresa, orrore, ritmo e riscatto. Dovrebbe automaticamente uscirne una ricetta vincente ai botteghini, ma nel caso di Prisoners, di Denis Villeneuve così non è stato. Forse perché uscito in un periodo sfavorevole, forse perché non adeguatamente promosso, è un fatto che questo bel thriller, almeno in Italia, è stato un vero flop. Vale la pena recuperare in dvd.

 
Occorre mettere subito le mani avanti, non siamo in presenza di pietre miliari del genere, come Il Silenzio degli Innocenti o Seven, ma per tutti coloro che amano storie inquietanti da cui essere “presi”, Prisoner è davvero caldamente consigliato: una serata casalinga in cui le scarse 3 ore del film volano a gran velocità.
La storia è ambientata in una località fredda e piovosa della Pennsylvania, dove la famiglia dell’edile Keller Dover (Hugh Jackman) vive una tranquilla vita piccolo borghese, fatta di pochi lussi e affetti sinceri, come quello con la famiglia di Nancy e Franklin Birch (Viola Davis e Terrence Howard), con cui condividono le ricorrenze e le esperienze di gioco con i rispettivi figli. Durante un pranzo del Ringraziamento, mentre i grandi chiacchierano felici, le piccole figlie delle due coppie, Anna e Joey scompaiono nel nulla, facendo precipitare i genitori nella disperazione. Viene da subito individuato come fulcro della vicenda un misterioso camper, e additato come responsabile dell’atto criminoso un giovane ritardato, Alex Jones. Il caso viene affidato all’ispettore Loki (Jake Gillenhal), un poliziotto scrupoloso, intuitivo e brillante che non si ferma alle facili conclusioni e che oltre a seguire le tracce delle due piccole vittime, deve controllare anche le mosse misteriose dell’esasperato papà Keller Dover, il quale decide di procedere autonomamente alle indagini con metodi del tutto personali….Da qui, personaggi e colpi di scena si susseguono fino all’ultimo istante del film, senza mai un calo di ritmo o un momento di stallo.

 
Prisoners è un meccanismo molto ben congegnato, un lavoro di scrittura, regia e fotografia fatto con estrema cura, e con un cast ispirato e credibilissimo. Anche la natura del luogo, cupa e piovosa ha dato il suo prezioso contributo alla storia. A quanto pare, però, costruire un film correttamente in tutte le sue parti non è sempre garanzia di successo. Ma anche questo, in fondo, è un inquietante mistero !

Francesca De Toma

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