giovedì 23 ottobre 2014

Continuano le proteste in Campidoglio





Se Maometto non va alla montagna , la montagna va da Maometto.

Questo è quello che sta accadendo in queste ore ad Ostia,  i CdQ  da giorni occupano la sala consigliare del X municipio,  questa situazione  sta creando molti malumori.

La situazione diventa sempre più complessa e di difficile gestione, i cittadini si sono riuniti per chiedere interventi urgenti e fondi da destinare per il risanamento idrogeologico del territorio di Ostia, queste richieste al momento non vengono ascoltate.

I cittadini e i Comitati di Quartiere chiedono udienza al Sindaco di Roma Capitale Ignazio Marino e dal Presidente Regione Lazio Nicola Zingaretti,  richiesta disattesa da entrambi, quindi estrema decisione, occupare l'aula Giulio Cesare.

L'aula Giulio Cesare culla della cultura romana da diverso tempo è diventata teatro di proteste e incatenamenti.

I CdQ di Ostia e in particolare alcune zone di Ostia come l'infernetto, Bagnoletto, Stagni, Ostia Antica e Casal Palocco, sono preoccupati sul grande problema idrogeologico che persiste in queste zone, non dimentichiamoci che meno di un anno fa un uomo è morto annegato nel proprio seminterrato, lasciando dei figli senza padre.

In questo periodo di allerta mal tempo sicuramente non rende felici i residenti di queste zone, l'ennesima protesta che coinvolge il Comune di Roma e cavalcata dalle opposizioni NCD, M5S e Lista Marchini si mobilitano a favore dei cittadini.

Il silenzio della maggioranza al Comune di Roma e alla Regione Lazio è assordante, cittadini alle prime piogge tremano, Roma in questo periodo ci ha regalato eventi climatici eccezionali con allagamenti e questo sicuramente non rassicura chi già è stato colpito in passato da questo problema.

Allarme Scuola continuano i controlli




Ieri il QuotidianoItaliano si è occupato del problema della scuola Don Michele Rua, nel popoloso quartiere di Don Bosco.
“…Un edificio che ospita una scuola per l’infanzia al piano terra e una scuola elementare ai piani superiori, nelle bacheche, è comparsa una comunicazione alquanto inquietante che ha allarmato le famiglie e l’associazione CentoCitta…”
La comunicazione in questione cosi recita: ”…a seguito di controlli sulle acque della cucina – che si trova all’interno della scuola - che risultano non pienamente conforme ai parametri previsti, a scopo precauzionale la Ditta ha informato la scuola che dalla data odierna – 21 ottobre 2014- fino ad esito definitivo dei controlli fornirà pasti trasportati dal plesso Don Albera ed alla fornitura di acqua in bottiglia…”

La parte del plesso occupata dalla scuola dell’infanzia conta circa 180 bambini di età compresa dai 3 ai 5 anni, quindi parliamo di bambini piccoli, bambini che necessitano un controllo attento e l’esigenza di essere seguiti in maniera costante, un elogio va alle operatrici scolastiche che alla presa visione del problema immediatamente si sono mosse nel comprare l’acqua di propria tasca, per cercare di fronteggiare il problema e assicurare l’incolumità eventuale dei bambini.

L’associazione ha subito sensibilizzato e sottoposto la questione all’On. Roberto Morassut deputato del Partito Democratico il quale si è recato immediatamente presso il plesso incontrando la Coordinatrice,  le mamme e le operatrici della scuola, discutendo sul problema di acqua potabile e del giardino interno fortemente degradato.
Immediatamente ha contattato Asl territoriale, Acea e Uffici Comunali, i quali prontamente si sono mossi per risolvere il problema.
La buona politica, che è l’arte di risolvere i problemi, in questa circostanza ha fatto in pieno il proprio dovere, mettendosi a disposizione non solo delle famiglie, della scuola e degli operatori scolastici, ma ha impegnato anche le istituzioni a fare fino in fondo il loro dovere.
Ad oggi gli Uffici Comunali hanno provveduto a contattare la Coordinatrice per cercare di risolvere il problema insieme alla Asl territoriale, problema che riguarda ricordiamo 180 bambini, che a tutt’oggi non è ancora risolto, ma prontamente sono state avviate tutte le procedure necessarie affinchè il problema rientri.
  

T.P.

Per non dimenticare, per ricordare, "Suicidio Italia"


martedì 14 ottobre 2014

Caso: “Pompi”?


Una delle ultime notizie che ha attirato l'attenzione dei cittadini romani è la prossima chiusura della storica pasticceria Pompi diventato il Il Regno del Tiramisù dal 1960.

L'annuncio è stato dato così, con un cartello affisso sul bancone del bar: “Recessione è quando il tuo vicino perde il lavoro. Depressione è quando lo perde un tuo familiare. Panico quando lo perdono tutti i tuoi dipendenti…60! Grazie a questo lungimirante Municipio, alle vie limitrofe e ai residenti, i cittadini non avranno più il loro punto di ritrovo a cui erano abituati da 54 anni! Avranno tranquillità e più tempo, per imparare il cinese…vista la prossima apertura, dopo la nostra storica attività romana, di un bazar o ristorante cinese”.

Secondo il proprietario la colpa sarebbe da imputare ai residenti che si lamentavano del troppo traffico durante il week end, delle macchine in tripla fila, al Municipio e al continuo pattugliamento anti- sosta che ha portato l’attività di Pompi a voler chiudere.

Il signor Pompi si è infatti così espresso "Prima eravamo tartassati dai vigili che multavano i clienti in doppia fila, poi col nuovo new jersey che ha ristretto la carreggiata gli affari sono crollati".

In passato molte sono state le denuncie presentate su via Albalonga, dove esercita lo storico esercizio, lo stato in cui si trovava la sezione stradale e la sosta selvaggia di certo non era un bel vedere, sicuramente tutti si auspicavano un'intervento di riqualificazione e miglioramento, un'intervento capace di risolvere il problema della sosta selvaggia che affligge non solo ed unicamente i residenti di via Albalonga, ma tutta Roma.

Naturalmente non diciamo addio al Tiramisù di Pompi, il famoso Tiramisù per i più golosi potrà essere gustato ancora a Ponte Milvio e presto all'Eur.

Le polemiche non si placano e si indirizzano su più fronti, come anche la protesta nei conftonti della comunità Cinese dopo il cartello affisso nel locale dal Sig.Pompi , possiamo dire quindi che da oggi esiste anche il caso Pompi.

Oggi ci troviamo di fronte ai pro Pompi e contro Pompi, sicuramente non è nostro interesse entrare nel merito, se e chi ha ragione, se è giusto o no, sicuramente è più facile incolpare qualcuno piuttosto che esaminare la situazione in maniera asettica e senza preconcetti.

Il Sig.r Pompi ha fatto la sua scelta, giusta o sbagliata, economicamente vantaggiosa o no, a noi non interessa, ci interessa che perdiamo un punto di ritrovo, sicuramente grazie soprattutto alla nostra inciviltà e mancanza di senso civico, se qualcuno non sapeva che Pompi aprirà all'Eur ora lo sa, sicuramente una buona dose di pubblicità a titolo gratuito l'ha ottenuta, ma anche questo a noi non interessa.

Il vero punto secondo il nostro modesto parere è giusto un'intervento di questa natura?

Su via Albalonga era previsto un parcheggio sotteraneo con posti auto rotazionali, auto che potevano parcheggiare per breve tempo, questo progetto non è stato realizzato, via Albalonga è ottimamente servita da vari mezzi di comunicazione, la fermata della metro a due passi, ma considerando gli orari di chiusura e considerando il massimo afflusso nelle ore notturne difficilmente le persone avrebbero utilizzato i mezzi pubblici per gustare un buon tiramisù.

E' giusto che sia la politica ad intervire dove è già esistente un organo di controllo che è preposto alla vigilanza del traffico?

La politica ha lo scopo di risolvere i problemi, secondo il Sig.re Pompi li ha creati, adesso il punto è stato fatto veramente il giusto intervento?

Sono state prese in considerazione tutte le possibili ipotesi per risolvere il problema del cittadino, viabilità e dell'attività?

Non possiamo dire se questo è avvenuto veramente, sicuramente è stata probabilmente la scelta migliore, sicuramente le scelte politiche non soddisfano mai tutti è ovvio, rimane il fatto che di via Albalonga nel Municipio VII ce ne sono e anche molte.

Editoriale: Cos'è il “Razzismo”?

 


I 2 milioni di lavoratori immigrati presenti in Italia rappresentano una risorsa fondamentale per l’economia del Paese e per le casse dello Stato.
Il reddito notificato dagli stranieri al fisco è pari a 41,6 miliardi di euro, vale a dire il 5,3% del reddito complessivo generato in Italia.
E il loro contributo Irpef è pari a 6,2 miliardi di euro: il 4,1% dell’imposta raccolta a livello nazionale.
I dati, elaborati nel Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione 2012 dalla Fondazione Leone Moressa con il patrocinio dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), riguardano esclusivamente i lavoratori in regola e non includono il fenomeno dello sfruttamento in nero.

Quel che è certo è che, senza lavoratori immigrati, il Pil italiano e il debito pubblico verserebbero in condizioni ancora peggiori di quelle attuali.
Ogni contribuente nato all’estero paga ogni anno un’imposta netta Irpef pari a quasi 3mila euro. Sebbene le famiglie straniere rappresentino una risorsa preziosa per l’Italia, le discriminazioni da parte dei datori di lavoro sono ancora evidenti.
In media, a parità di posizione professionale e settore di occupazione, un immigrato guadagna 316 euro in meno rispetto a un italiano, una differenza che sale a 346 euro per le donne.
Il gap è meno evidente in alcuni settori specifici con un basso livello di specializzazione: è il caso, ad esempio, dell’agricoltura e dell’industria del turismo (alberghi e ristoranti), in cui i salari di stranieri e italiani sono sostanzialmente uguali.

La debolezza sociale degli stranieri che lavorano in Italia è diventata particolarmente evidente negli anni della crisi:
il tasso di disoccupazione straniera è aumentato dall’8,1% al 12,1%, per un totale di 310mila immigrati senza lavoro.
In altre parole, un nuovo disoccupato su 3, in Italia, ha origini straniere.
Quel che è peggio è che il 42,2% delle famiglie di origini immigrate vive oggi al di sotto della linea della povertà (a fronte del 12,6% di famiglie italiane).
In media, il reddito familiare degli stranieri ammonta a circa 18.600 euro l’anno, di cui però 18mila sono consumati in spese di vario genere. La capacità di risparmio si attesta quindi a circa 600 euro l’anno, il che rende la maggior parte degli immigrati incapaci di far fronte a imprevisti ed emergenze che comportino una spesa superiore ai 700 euro.
A confronto, le famiglie italiane spendono di più (oltre 25.600 euro l’anno), ma riescono a risparmiare quasi 8mila euro grazie a un reddito medio di 33.500 euro circa. Il 21,6% delle famiglie straniere arriva con grande difficoltà a fine mese, il 23,4% è in arretrato con le bollette, e più della metà non potrebbe permettersi neanche una settimana di ferie l’anno.
 
Spesso sentiamo parlare di razzismo, cosa significa per voi “razzismo”?
La paura del diverso?
E’quello che porta l'uomo a temere, quindi odiare chi non è come lui, a volere che tutto sia uniformato, voler cancellare il diverso, questo è il razzismo?

Guardatevi intorno, c'è tantissima ipocrisia, tantissime persone che dicono di odiare il razzismo e provare disgusto verso di esso e poi sono le prime xenofobe.

Il razzismo è ovunque, è nelle scuole, nella vita sociale, nel quotidiano, quando una persona veste diversamente, pensa diversamente o ha gusti diversi, viene messa all'angolo da gente che la giudica a priori per luoghi comuni.
Il razzismo è ovunque, è dentro chiunque?
Ma in poche parole cos’è il razzismo?
Ignoranza? Mancanza di tolleranza verso chiunque? L’essere stanchi del vittimismo? Paura? Insicurezza? Egoismo? O semplicemente rappresenta la convinzione che la propria razza sia superiore?
Il “razzismo” in passato è stato l'alibi o il pretesto per il perseguimento d'interessi economici.
Il razzismo è diffidenza? Disprezzo?
In una situazione di crisi economica come quella odierna che dilania le imprese, aumenta i disoccupati, crea anche tensioni raziali?
Inizio modul Secondo voi lo straniero per l'Italia è una risorsa"? Piccolo esempio lo "straniero" grava nelle risorse dell'INPS o è una fonte?
Le aziende assumono più volentieri gli stranieri, ovviamente costano meno ma questa situazione non reggerà ancora per molto, vi siete mai posti come domanda su cosa accadrà quando saranno i lavoratori di oggi a prendere la pensione?
Ma poi più che altro ci arriveremo mai alla pensione?
Quindi è giusto prendercela con uno straniero se non si trova uno straccio di lavoro se per primo è il Governo, le Istituzioni e gli accordi internazionali a castigarci?
Sembra brutto dirlo, ma le aziende prediligono assumere stranieri perché costano meno, fargli fare quei lavori stagionali che spesso l'italiano ha snobbato per tanto tempo!
 
Ma a quanto pare in questo clima e in questa crisi fa comodo aumentare il sentimento di razzismo per distogliere l'attenzione al vero e unico problema la mancanza di lavoro.
 
In passato il razzismo ha raggiunto vette di potere non da poco conto.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il nazismo e il fascismo ebbero lo scopo di sterminare ebrei, zingari, omosessuali, oppositori politici solo perché “diversi” da uno standard scientificamente infondato, predicato come l’unico legittimamente accettabile.
La colonizzazione di fine Ottocento e del Novecento si può pensare come diretta manifestazione del razzismo nei confronti dei popoli occupati, per cui lottò Gandhi con la non-violenza, lottarono Martin Luther King e Nelson Mandela, uomini coraggiosi, di giustizia e pace.
Per difendersi dal fenomeno razziale è importante conoscerlo e tenere sempre presente che nessuno nasce razzista, ma che tutti possono diventarlo.
Bisogna innanzitutto imparare a conoscersi e a condividere le felicità e le tristezze con gli altri per capire in prima persona che non siamo poi tanto diversi.

Quindi alla fine cos'è il "Razzismo"?


 
Federica De Sanctis