giovedì 24 aprile 2014

25 Aprile “La Liberazione”


Porta San Paolo, è la notte tra il 9 e il 10 settembre 1943, la 21° Divisione fanteria “Granatieri di Sardegna” combatte per bloccare l'avanzata delle truppe tedesche, ed impedire l'occupazione di Roma.
L'esercito tedesco è in superiorità numerica e d’armamento, la Divisione dei Granatieri ripiega lungo le mura di Porta San Paolo, si barrica facendo scudo con le vetture dei tram rovesciati. 
 
Qui in una battaglia furiosa la 21° Divisione viene aiutata dai civili, si trovano fianco a fianco, anche il gruppo squadroni della legione territoriale Carabinieri di Roma, il Reggimento Lancieri di Montebello, il l° squadrone del Reggimento Genova Cavalleria, alcuni reparti della divisione Sassari, paracadutisti del X° Reggimento Arditi e moltissimi civili armati alla meglio.
Tra i politici accorsi, Sandro Pertini si mise alla testa dei primi gruppi di socialisti della resistenza, utilizzando come arma anche i cubetti di porfido del piazzale. Con lui combatterono il futuro ministro Mario Zagari, il sindacalista Bruno Buozzi, Giuseppe Gracceva e Alfredo Monaco.

Porta San Paolo fu oltrepassata dai tedeschi alle ore 17.00.
L'accordo della resa di Roma era già stato firmato alle ore 16.00, dal generale Giorgio Carlo Calvi di Bergolo, mentre i combattimenti ancora infuriavano.

Il 25 aprile è una data fondamentale per la nostra storia, per le nostre menti, la “liberazione”, ha segnato diverse opere letterarie, frasi e poesie sul 25 aprile, una data che è festa nazionale dal 1949.



 Sono innumerevoli i libri che raccontano gli eroismi della Resistenza e della lotta partigiana, ma anche i punti oscuri della battaglia per la libertà “I giorni veri“, di Giovanna Zagrandi, pseudonimo di Alma Bevilacqua (1910-1988), una professoressa di scienze che divenne staffetta partigiana partecipando alla lotta di liberazione.  
Enzo Biagi, nella raccolta intitolata “I quattordici mesi” vengono proposti gli scritti del giornale Patrioti, con i ricordi dei mesi trascorsi da Biagi con i partigiani.
Di Giorgio Bocca, “Partigiani della montagna”.
Liberazione prima e dopo, un libro che tratta del 25 aprile e dintorni è “L’Italia dalla Grande Guerra alla Liberazione” (1915-1945) di Fiamma Lussana, un excursus dell’Italia tra le due guerre che si conclude raccontando di come la Resistenza abbia inaugurato una stagione politica nuova e aperto il cammino per il ritorno alla democrazia.
Controstoria della Liberazione” di Gigi Di Fiore, che raccolta il volto della Liberazione dimenticato dai resoconti ufficiali degli Alleati, e “I tre inverni della paura” di Giampaolo Pansa, la serie di stragi e omicidi avvenuti nell’Emilia “rossa”, nel triangolo tra Parma Reggio e Modena.
Non mancano le poesie sul 25 aprile: la più famosa è forse “Per i morti della Resistenza” di Giuseppe Ungaretti (“Qui vivono per sempre / gli occhi che furono chiusi alla luce / perché tutti li avessero aperti / per sempre alla luce”), ma anche Salvatore Quasimodo ha dedicato i suoi versi ai Partigiani (“Alle fronde dei salici“, col celebre incipit “E come potevamo noi cantare / con il piede straniero sopra il cuore”).
La Resistenza e la sua luce” di Pierpaolo Pasolini, “Partigia” di Primo Levi, “Tu non sai le colline” di Cesare Pavese e “Compagni fratelli Cervi” di Gianni Rodari.
Ma per il 25 Aprile ci sono anche le frasi celebri, “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire”. Le parole pronunciate da Sandro Pertini per proclamare lo sciopero generale il 25 aprile 1945 rimarranno sicuramente leggendarie.


La Resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratico-rivoluzionarie del popolo italiano.
Intorno c’è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline”
.PierPaolo Pasolini
25 aprile. Una data che è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita”.
Enzo Biagi

C’è una campagna di denigrazione della Resistenza: diretta dall’alto, coltivata dal cortigiano. Il loro gioco preferito è quello dei morti, l’uso dei morti: abolire la festa del 25 aprile e sostituirla con una che metta sullo stesso piano partigiani e combattenti di Salò”.Giorgio Bocca
Visitate questi posti guardateli con lo spirito dell'anima e ricordiamo sempre e comunque chi ha sacrificato la propria vita per noi.
T.P.

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