mercoledì 9 aprile 2014

I segreti di Castel Sant’Angelo


Castel Sant'Angelo detto anche Mausoleo di Adriano, è un monumento di Roma, collegato allo Stato del Vaticano attraverso il corridoio fortificato del "passetto". 
Il castello è stato radicalmente modificato più volte in epoca medioevale e rinascimentale situato sulla sponda destra del Tevere, di fronte a ponte Sant'Angelo a poca distanza del Vaticano, nel rione di Borgo.
Iniziato dall'imperatore Adriano nel 125 quale suo mausoleo funebre, ispirandosi all'ormai completo mausoleo di Augusto, fu ultimato da Antonino Pio nel 139
Venne costruito di fronte al Campo Marzio al quale fu unito da un ponte appositamente costruito, il Ponte Elio
Il mausoleo era composto da una base cubica, rivestita in marmo lunense ( è un tipo di marmo, estratto dalle cave delle Alpi Apuane in territorio di Carrara, universalmente noto come uno dei marmi più pregiati) avente un fregio decorativo a testa di buoi e lesene angolari ( è un elemento di un ordine architettonico addossato a parete, quindi verticale, che consiste in un fusto, a pianta rettangolare, appena sporgente dalla parete stessa, con i relativi capitello e base ).
Nel fregio prospiciente il fiume si leggevano i nomi degli imperatori sepolti all'interno. 
Sempre su questo lato si presentava l'arco d'ingresso intitolato ad Adriano, il “Dromos” ( passaggio d'accesso ) era interamente rivestito di marmo giallo antico.
Al di sopra del cubo di base era posato un tamburo realizzato in peperino e in opera cementizia tutto rivestito di travertino e lesene scanalate. 
Al di sopra di esso vi era un tumulo di terra alberato circondato da statue marmoree. 
Il tumulo era sormontato da una quadriga in bronzo guidata dall'imperatore Adriano raffigurato come il sole posto su un alto basamento. Attorno al mausoleo correva un muro di cinta con cancellata in bronzo decorata da pavoni, due di essi sono conservati al Vaticano.

Il Mausoleo ospitò i resti dell'imperatore Adriano e di sua moglie Sabina, dell'imperatore Antonino Pio, di sua moglie Faustina, dell'imperatore Marco Aurelio, dell'imperatore Settimio Severo e gli imperatori Geta e Caracalla.
Il mausoleo ha preso il suo nome attuale nel 590.
Nel 403 l'imperatore d'Occidente Onorio incluse l'edificio nelle Mura aureliane, da quel momento l'edificio perse la sua funzione originaria di sepolcro diventando un fortilizio.
Fu allora che il mausoleo venne indicato per la prima volta con l'appellativo di castello. Allora per difendersi i romani scagliarono sugli assalitori tutto ciò che avevano a portata di mano, persino le statue: una di queste, il cosiddetto Fauno Barberini, sarà trovata più tardi nei fossati del fortilizio.
Agli inizi del XI secolo, venne adibito a prigione di Stato da parte di Teodorico.
Il suo possesso fu oggetto di contesa di numerose famiglie nobili romane, nella prima metà del X secolo la mole diventò la roccaforte del senatore Teofilatto e della sua famiglia, la figlia Marozia e il nipote Alberico, la utilizzarono anche come prigione, uso che il castello conserverà fino al 1901.
Nella seconda metà del X secolo il castello passò in mano ai Crescenzi, e vi rimase per un secolo, durante il quale i Crescenzi lo rafforzarono al punto da imporre alla costruzione il loro nome, “Castrum Crescentii”. Con questo nome Castel Sant'Angelo verrà identificato a lungo, anche dopo il passaggio di proprietà ai Pierleoni e successivamente agli Orsini.


Nel 1379 il Castello venne quasi ridotto al suolo dalla popolazione inferocita contro la guarnigione francese lasciata a presidio del castello da Urbano V. A dare inizio alla ricostruzione fu nel 1395 papa Bonifacio IX che incaricò l'architetto militare Niccolò Lamberti di eseguire una serie di interventi di potenziamento della struttura difensiva del castello. L'ingresso al castello diventò possibile solamente attraverso un'unica rampa di accesso ed un ponte levatoio. Sulla sommità dell'edificio venne ricostruita la cappella dedicata a San Michele arcangelo.
Le opere di fortificazione di Alessandro VI permisero, 32 anni dopo, a papa Clemente VII di resistere sette mesi all'assedio delle truppe di Carlo V, i famosi Lanzichenecchi, che il 6 maggio 1527 diedero inizio al sacco di Roma.
Clemente VII nel 1525 fece costruire la Stufa, come allora veniva chiamato il bagno privato: una piccola stanza affrescata con ornamenti profani: delfini, conchiglie, ninfe, amorini, personaggi mitologici, ancora oggi visitabile. Nella stanza si trovava anche una vasca nella quale l'acqua veniva versata da una bronzea Venere nuda, poi andata perduta.
Tra il 1667 e il 1669 Clemente IX fece collocare dieci angeli in marmo sul Ponte Elio, da allora anche il ponte viene chiamato Sant'Angelo.
Nell'Ottocento il castello venne utilizzato esclusivamente come carcere politico, chiamato con il nome di Forte Sant'Angelo.
Dopo l'Unità d'Italia venne inizialmente impiegato come caserma, poi destinato museo. A questo scopo fu oggetto di lavori di restauro da parte del Genio dell'Esercito Italiano, sotto la guida del maggiore Mariano Borgatti, poi diventato il primo direttore del Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo inaugurato il 13 febbraio 1906.
Il museo nel 2008 è stato visitato da 734.585 persone.
All'interno di Castel Sant'Angelo numerosi sono gli ambienti destinati al carcere, ancora oggi visitabili. La cella più malfamata era quella detta “Sammalò” o “San Marocco”, sul retro del bastione di San Marco. Il condannato vi veniva calato dall'alto e a malapena aveva spazio per sistemarsi mezzo piegato, non potendo stare né in piedi, né sdraiato. La cella era anticamente uno dei quattro sfiatatoi che davano aria alla sala centrale del Mausoleo di Adriano, dove si trovavano le urne imperiali, e che si affacciava sulla rampa di scale. Nel Medioevo era stato trasformato in segreta e qui era stato fatto un disegno dell'oscuro "San Marocco", poi storpiato in "Sammalò".

Sul cosiddetto Giretto di Pio IV, a destra della Loggia di Paolo III, undici prigioni utilizzate per i prigionieri politici. Originariamente erano stanze costruite per i familiari di papa Gregorio XVI.
Nell'antica loggia superiore dell'appartamento pontificio di Paolo III è la “Cagliostra”, così chiamata perché nel 1789 vi fu tenuto prigioniero il celebre avventuriero Giuseppe Balsamo, detto conte di Cagliostro. Era una prigione di lusso destinata a detenuti di riguardo.
Nelle celle di Castel Sant'Angelo vennero tenuti prigionieri, tra gli altri, gli umanisti Platina e Pomponio Leto, Beatrice Cenci, condannata a morte nonostante la giovanissima età e le attenuanti, e Giordano Bruno, oltre ai patrioti italiani durante il Risorgimento.
A differenza di Benvenuto Cellini, molti illustri prigionieri di Castel Sant'Angelo vi persero la vita. Tanti di questi furono vittime dei Borgia. Tra di essi, il cardinale Giovanni Battista Orsini. Questi fu imprigionato in Castel Sant'Angelo con l'accusa di aver tentato di avvelenare papa Alessandro VI. Considerata la gravità dell'accusa, la madre e l'amante del cardinale, temendo per la sorte del loro congiunto si presentarono al pontefice con un'offerta, una perla rara e preziosissima in cambio del cardinale. Nota era la debolezza dei Borgia per le perle, sembra che Lucrezia ne possedesse più di tremila. Il papa accettò la proposta, prese la perla e, mantenendo fede alla parola data, restituì il cardinale: morto.
 
I processi venivano svolti nella Sala della Giustizia, le esecuzioni capitali generalmente eseguite fuori del castello, nella piazzetta al di là di Ponte Sant'Angelo, anche se numerose furono le esecuzioni sommarie all'interno del castello e nelle stesse carceri. Nella zona del cortile antistante la Cappella dei Condannati o del Crocifisso nell'Ottocento venivano eseguite le condanne a morte mediante fucilazione. A ogni esecuzione di una condanna capitale suonava a morto la Campana della Misericordia, sulla terrazza ai piedi della statua dell'Angelo.
Le prigioni costituiscono lo scenario del terzo atto della Tosca di Giacomo Puccini, ambientata a Roma nel 1800, il pittore Cavaradossi, condannato a morte, finisce nel carcere di Castel Sant'Angelo, qui nel cortile viene fucilato e la sua amante, Tosca, per la disperazione, si uccide buttandosi dagli spalti del castello.
In origine si trattava di una statua di legno che finì per consunzione ( logoramento ) il secondo angelo, di marmo, fu distrutto nel 1379 in un assedio e sostituito nel 1453 da un angelo di marmo con le ali di bronzo. Questo angelo venne distrutto nel 1497 da un fulmine che fece esplodere una polveriera nel castello, e fu sostituito con uno di bronzo dorato che però nel 1527 venne fuso per farne cannoni
Infine fu la volta di una statua in marmo con le ali di bronzo di Raffaello da Montelupo risalente al XVI secolo e attualmente visibile nel Cortile dell'Angelo, e poi, nel 1753, arrivò l'attuale angelo in bronzo di Pierre Van Verschaffelt, sottoposto a restauro tra il 1983 e il 1986.
Le modificazioni apportate nel tempo all'edificio, in forza dei diversi usi che nei secoli ne furono fatti, definiscono oggi tre tipologie architettoniche riunite in un unico monumento, agevolmente percepibili e distinguibili in 7 livelli.
1. Ai livelli 1, 2 e 3 si sviluppa il mausoleo, dal quale avviene l'accesso al monumento, attraverso il Dromos, l'atrio e la rampa elicoidale, fino alla sala delle urne. Al livello 3 della struttura adrianea furono sistemati in età medioevale depositi di grano e d'olio, e più avanti le cosiddette "prigioni storiche", quelle da cui evase Benvenuto Cellini.
2. Il castello fortificato, ripetutamente modificato tra il IV e il XVII secolo, e da ultimo restaurato con forti manomissioni e successivi parziali ripristini nella prima metà del Novecento, costituisce la fortificazione del livello 2. La lettura migliore di questa struttura si ha dalle immagini aeree. È comunque percorribile il camminamento di ronda tra i bastioni intitolati ai quattro evangelisti.
3. Al livello 4 si trovano il cortile dell'Angelo, il cortile e la cappella di Leone X, il cortile con il pozzo e le adiacenti salette di Alessandro VI, e la stufetta di Clemente VII.
4. Al livello 5 si trovano gli ambienti rinascimentali meglio conservati, gli appartamenti privati di Paolo III Farnese, con la loggia che guarda a nord verso la via Flaminia e le fastose sale affrescate da Perin del Vaga.
5. Al livello 6 si collocano la biblioteca, la sala del Tesoro con i suoi armadi e forzieri, la sala dei Festoni e la "Cagliostra
6. Al livello 7 si trovano ambienti destinati dal XVII secolo ad ospitare archivi ai quali non bastava più lo spazio delle sale sottostanti, la "sala rotonda", parte superiore estrema della torretta di età adrianea, in corrispondenza della sala del tesoro, e la "sala delle colonne" costruita a metà del Settecento. Dalla sala rotonda si accede al “Terrazzo dell'Angelo” da dove si vede "tutta Roma".
Curiosità:
1. Sul modello di Castel Sant'Angelo fu edificata nell'Abbazia di Novacella in Alto Adige, nel XV secolo, una singolare chiesa rotonda concepita come una fortezza a difesa contro i turchi e dedicata all'Arcangelo Michele, detta, proprio per il suo carattere fortificato, "Engelsburg".
2. Giacomo Puccini ambientò a Castel Sant'Angelo l'ultimo atto della Tosca.
3. Il castello è presente come ambientazione nel libro “Angeli e Demoni di Dan Brown.
4. Anche il mondo dei videogiochi ha dedicato un'ampia pagina al castello, da ricordare l'ultima missione di “Assassin's Creed II” e buona parte di “Assassin's Creed Brotherhood” quasi interamente ambientato a Roma.
5. Nell'anno 590 d.C. Roma era stremata dalla peste. Fu allora che il neo-eletto Papa Gregorio Magno chiamò l’intero popolo in processione per scongiurare la fine della terribile epidemia.
Mentre questa processione si snodava sotto il sepolcro di Adriano, la leggenda narra che apparve a tutti, sulla sua sommità, l'Arcangelo Michele in tutta la sua magnificenza, nell'atto di rinfoderare la sua spada. Tale gesto fu interpretato dal Papa come l'annuncio della fine del flagello della peste, cosa che infatti avvenne subito dopo.
Per ricordare tale avvenimento fu quindi scolpito sulla sommità del castello l’angelo così come apparve alla folla. E fu da allora che la "mole Adriana" divenne "Castel Sant'Angelo".

L'angelo del castello non è ovviamente l'originale, sono passati quasi 1500 anni ed è andato più volte sostituito. L'attuale è alto circa 5 metri ed ha un'apertura alare di 6 metri.
La leggenda narra inoltre che dove l'angelo "atterrò", lasciò impresse l'impronte dei piedi sul marmo del castello. Questa pietra contenente le impronte fu successivamente staccata, ed esposta ai fedeli fino verso il 1600. E dopo che fine ha fatto? Beh, se andate ai Musei Capitolini, presso la sala delle Colombe, ci dovrebbe essere esposta una pietra alquanto bizzarra e pittoresca.
6. Collegata alla sala di Perseo e visibile unicamente attraverso una grata che ne chiude l'ingresso, la Sala di Amore e Psiche è il secondo ambiente che componeva l'appartamento privato di Paolo III, e deve il suo nome dal soggetto degli affreschi, ispirati alla celeberrima favola narrata da Apuleio. Come nel caso della Sala di Perseo, anche qui mobili e suppellettili non fanno parte dell'originario arredo dell'alloggio, ma riflettono il gusto e la volontà del primo direttore del Castel Sant'Angelo, Mariano Borgatti, che ha assemblato oggetti di varia epoca e provenienza nel tentativo di ricostruire l'antico assetto del Castello. Questa stanza è stata dunque arredata come una camera da letto, troviamo un letto, un inginocchiatoio ligneo, un piccolo altare portatile ed un cassone. La sala ospita anche numerosi dipinti: un Ritratto di Paolo III ed uno di Alessandro VI, un Riposo dalla Fuga in Egitto di Federico Barocci, una Pietà di scuola bresciana del Cinquecento ed un Cristo Porta croce di Sebastiano del Piombo.
7. Passetto di Borgo, chiamato popolarmente in romanesco er Corridore ( corridoio ), si trova a Roma ed è il nome che prende quel tratto delle Mura Vaticane che collega il Vaticano con Castel Sant'Angelo.
Fu fatto costruire dall'antipapa Giovanni XXIII ( Baldassarre Cossa ) nel XV secolo. Le mura erano in cattivo stato e nella fase di restauro si pensò di costruire un passaggio che portasse al Castello direttamente dai Palazzi Vaticani.
Si voleva permettere al capo della Chiesa di rifugiarsi in caso di necessità dentro al Castello ed allo stesso tempo avere un bastione che permettesse un miglior controllo del Rione.
Nel 1494 il Passetto permise a papa Alessandro VI ( Rodrigo Borgia ) di rifugiarsi a Castello durante l'invasione di Roma delle milizie di Carlo VIII di Francia.
Nel 1527 papa Clemente VII ( Giulio de' Medici ) si rifugiò anche lui a Castello, tramite il Passetto, durante il Sacco di Roma effettuato dai lanzichenecchi di Carlo V. Nell'anno del giubileo ( 2000 ), come accadde per altre opere architettoniche, il Passetto fu rimesso in funzione.
Oggi solo su prenotazione è possibile visitarlo.
Se vi è venuta la curiosità di andare a visitare Castel Sant’Angelo chi meglio di me può fornirvi informazioni utili?
Lungotevere di Castello 50
00193 Roma
Le riduzioni e le gratuità si applicano esclusivamente ai cittadini dell'Unione Europea e ai cittadini di Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera.

Ridotto:
- Cittadini dell'Unione Europea tra 18 e 25 anni
- Insegnanti di ruolo nelle scuole statali

Gratuito:
- Cittadini di età inferiore ai 18 anni;
- Cittadini dell'Unione Europea di età superiore ai 65 anni;
- Studenti e docenti dell'Unione Europea delle Facoltà di Architettura, di Lettere (indirizzo Archeologico o Storico-Artistico), di Conservazione dei Beni Culturali e di Scienze della Formazione, mediante esibizione del certificato di iscrizione per l'anno accademico in corso;
- Docenti e studenti dell'Unione Europea iscritti alle Accademie di Belle Arti, mediante esibizione del certificato di iscrizione per l'anno accademico in corso;
- Appartenenti all' I.C.O.M.;
- Gruppi scolastici ( no universitari ) dell'Unione Europea con accompagnatore;
- Giornalisti con tesserino dell'ordine;
- Dipendenti MBAC - Ministero per i Beni e le Attività Culturali;
- Portatori di handicap dell'Unione Europea e un loro accompagnatore
- Guide turistiche dell'Unione Europea, mediante esibizione di valida licenza rilasciata dalla competente autorità;
- Interpreti turistici dell'Unione Europea quando occorra la loro opera a fianco della guida, mediante esibizione di valida licenza rilasciata dalla competente autorità.
Federica De Sanctis


Nessun commento:

Posta un commento