venerdì 11 aprile 2014

Licio Gelli..."ieri oggi e domani"


Licio Gelli nasce a Pistoia il 21 aprile 1919, è un faccendiere, giornalista e finanziere italiano. 
Noto come maestro venerabile della loggia massonica segreta P2.
La Propaganda due è stata una loggia massonica aderente al “Grande Oriente d'Italia”, fondata nel 1877 col nome di “Propaganda Massonica”
La P2 fu sospesa dal G.O.I. il 26 luglio 1976, successivamente, la Commissione parlamentare d'inchiesta Anselmi ha concluso il caso P2 denunciando la loggia come una vera e propria "organizzazione criminale" ed "eversiva". 
Essa fu sciolta con un'apposita legge, la n. 17 del 25 gennaio 1982.
Sin dalla fondazione, la caratteristica principale della loggia Propaganda massonica fu quella di garantire un’adeguata copertura e segretezza agli iniziati di maggior importanza, sia all’interno che al di fuori dell’organizzazione massonica.  
L'originale loggia operò fino al 1925, quando furono temporaneamente sciolte tutte le logge massoniche, su impulso del regime fascista.
Dopo la caduta del regime fascista, le attività delle logge massoniche ripresero e la loggia, ribattezzata “Propaganda due” tornò ad essere alle dipendenze dirette del Gran maestro dell’Ordine sino all’avvento di Licio Gelli. 
Quest’ultimo venne prima delegato dal Gran maestro Lino Salvini a rappresentarlo in tutte le funzioni all’interno della loggia, e poi ne fu nominato Maestro venerabile, cioè “capo” a tutti gli effetti nel 1975.
Nel periodo della maestranza di Gelli, la P2 riuscì a riunire in segreto almeno un migliaio di personalità di primo piano, principalmente della politica e dell'Amministrazione dello Stato, a fini di sovversione dell'assetto socio-politico-istituzionale italianoe suscitando uno dei più gravi scandali politici nella storia della Repubblica Italiana.
Tra i vari crimini attribuiti alla P2, oltre al cospirazionismo politico per assumere il controllo dell'Italia, si possono citare la strage dell'Italicus, la strage di Bologna, lo scandalo del Banco Ambrosiano, l'assassinio di Roberto Calvi il depistaggio sul rapimento di Aldo Moro, l'assassinio di Carmine Pecorelli.
A diciotto anni Gelli partì volontario con il Corpo Truppe Volontarie appositamente costituito per partecipare alla Guerra civile spagnola in aiuto delle truppe nazionaliste del generale Francisco Franco.
Nel 1939 tornò in Italia e collaborò con la federazione fascista di Pistoia, scrivendo nel settimanale locale della federazione, il Ferruccio, la sua esperienza di guerra. Diventò anche impiegato del GUF, pur avendo solo la licenza elementare. Comunque veniva molto stimato e preso in considerazione per la sua estrema
serietà e precisione nello svolgere le mansioni a lui affidate, schedava persino le marche delle sigarette fumate dagli studenti universitari.
Nel gennaio 1940 pubblicò il suo primo libro: “Fuoco! Cronache legionarie della insurrezione antibolscevica di Spagna”.
Nel luglio 1942 come ispettore del Partito Nazionale Fascista, gli venne affidato il compito di trasportare in Italia il tesoro di re Pietro II di Jugoslavia, 60 tonnellate di lingotti d'oro, 2 di monete antiche, 6 milioni di dollari, 2 milioni di sterline che il SIM ( Servizio Informazioni Militare ) aveva requisito. 
Nel 1947 il tesoro venne restituito ma all'appello mancavano 20 tonnellate di lingotti. È stato ipotizzato che parte di queste 20 tonnellate sarebbero tra i preziosi ritrovati nelle fioriere di villa Wanda, ma Gelli ha sempre smentito questa accusa.
Nel 1943 aderì alla Repubblica di Salò e conseguentemente divenne un ufficiale di collegamento fra il governo fascista e il Terzo Reich. 
Nel 1956 diventa direttore della “Permaflex di Frosinone. 
Dal 1948 al 1958 fu portaborse del deputato democristiano Romolo Diecidue. 
In seguito si dedicò alla scalata all'interno della Massoneria, fino a diventare Maestro Venerabile della loggia Propaganda 2 nella quale riuscì a concentrare un consistente numero di soggetti titolari di cariche politiche ed amministrative.
Gelli ripetutamente dichiarò in pubblico di essere stato uno stretto amico del leader argentino “Juan Domingo Perón e proprio molti esponenti della camarilla di potere dell'ultimo peronismo, così come del golpismo uruguayano degli anni settanta, risultarono iscritti alla sua loggia massonica.
Il 17 marzo 1981, i giudici istruttori nell'ambito di un'inchiesta sul finto rapimento del finanziere Michele Sindona, fecero perquisire la villa di Gelli a Castiglion Fibocchi ( AR ) e la fabbrica di sua proprietà ( la Giole ), che portò alla scoperta di una lunga lista di alti ufficiali delle forze armate e di funzionari pubblici aderenti alla P2.
In fuga, Licio Gelli scappò in Svizzera, dove fu arrestato mentre cercava di ritirare decine di migliaia di dollari a Ginevra, ma riuscì ad evadere dalla prigione. Fuggì quindi in Sudamerica, prima di costituirsi nel 1987. 
Lo scandalo nazionale conseguente alla scoperta delle liste fu quasi drammatico, dato che molte delle più delicate cariche della Repubblica Italiana erano occupate da affiliati all'organizzazione di Gelli.
Nelle conclusioni della relazione di maggioranza di questa commissione sulla P2 e su Gelli si legge:
L'esame degli avvenimenti ed i collegamenti che tra essi è possibile instaurare sulla scorta delle conoscenze in nostro possesso portano infatti a due conclusioni che la Commissione ritiene di poter sottoporre all'esame del Parlamento”.
Con Stefano Delle Chiaie e Francesco Pazienza, è stato coinvolto nel processo per la Strage di Bologna, avvenuta il 2 agosto 1980, nella quale furono uccise 85 persone e 200 rimasero ferite. 
Questo attentato terroristico era parte della strategia della tensione. Con la sentenza definitiva di Cassazione sulla strage di Bologna, il 23 novembre 1995, Gelli viene condannato per depistaggio.
Gelli nel 1994 fu condannato a 12 anni di carcere dopo essere stato riconosciuto colpevole della frode riguardante la bancarotta del Banco Ambrosiano nel 1982 che era collegato alla banca del Vaticano, l'Istituto per le Opere di Religione ( IOR ). La polizia rinvenne nella sua villa oltre 2 milioni di dollari in lingotti d'oro.
Qualche anno dopo molti sospetti si sono concentrati su Gelli in relazione al fallimento finanziario del Banco Ambrosiano e al suo eventuale coinvolgimento nell'omicidio del banchiere milanese Roberto Calvi che era stato in carcere proprio per il crack dell'Ambrosiano e, dopo essere tornato in libertà, venne ritrovato impiccato sotto il Blackfriars Bridge a Londra.
Il 19 luglio 2005, Gelli è stato formalmente indiziato dai magistrati romani per la morte di Calvi. Gelli, nel suo discorso di fronte ai giudici, incolpò personaggi connessi con i finanziamenti di Roberto Calvi al movimento polacco “Solidarnosc, presumibilmente per conto del Vaticano.
Licio Gelli è stato condannato con sentenza definitiva per i seguenti reati:
  • Procacciamento di notizie contenenti segreti di Stato;
  • Calunnia nei confronti dei magistrati milanesi Colombo, Turone e Viola;
  • Calunnia aggravata dalla finalità di terrorismo per aver tentato di depistare le indagini sulla strage alla stazione di Bologna, vicenda per cui è stato condannato a 10 anni;
  • Bancarotta fraudolenta ( Banco Ambrosiano ).
     
Nel 1993 venne indagato per offesa all'onore dell'allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro per un articolo pubblicato sul mensile trevigiano Il Piave.
Dal 2001 Licio Gelli è in detenzione domiciliare nella sua villa Wanda di Arezzo, ubicata sulla collina di Santa Maria delle Grazie a ridosso del centro storico, dove sconta la pena di 12 anni per la bancarotta fraudolenta dell'Ambrosiano. Di se stesso nel 2003 disse:
Ho una vecchiaia serena. Tutte le mattine parlo con le voci della mia coscienza, ed è un dialogo che mi quieta. Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d'autore."
Gelli era arrivato al vertice della P2 dopo una onorata carriera come fascista, simpatizzante della Repubblica di Salò, doppiogiochista con la Resistenza, collaboratore dei servizi segreti inglesi e americani, infine agente segreto della Repubblica italiana. Volonteroso funzionario del Doppio Stato: soldato, come tanti altri fascisti e nazisti, arruolato nell’esercito invisibile che gli Alleati avevano approntato, dopo la vittoria contro Hitler e Mussolini, per combattere la “guerra non ortodossa” contro il comunismo. 

Oltre agli elenchi degli affiliati e alla documentazione sulla loggia, tra le carte sequestrate trovarono 33 buste sigillate con intestazioni diverse, “Accordo Eni-Petromin”, “Roberto Calvi vertenza con Banca d’Italia”, “Documentazione per la definizione del gruppo Rizzoli”, “On. Claudio Martelli”.
C’erano già, in quelle carte, i segreti di Tangentopoli, del Conto Protezione e di tanto altro ancora.
 
Più utile il lavoro della Commissione parlamentare presieduta da Tina Anselmi, che dichiara le liste della P2, con 972 nomi. 
E con anni di lavoro produce un materiale immenso e prezioso, la documentazione di come funzionava una potentissima macchina di eversione e di potere.
Gelli è uno dei personaggi più controversi del panorama politico-giudiziario italiano. 
Il dibattito intorno alla sua figura si è fatto ancora più arroventato in occasione di alcuni suoi articoli particolarmente pungenti pubblicati sul giornale mensile trevigiano Il Piave, uno sull'informazione in Italia, l'altro sulla democrazia italiana, un altro ancora sulla magistratura.
In totale sono sei gli indagati, l'ex venerabile ed ex commendatore, la moglie Gabriella Vasile, i tre figli Maurizio, Maria Rosa e Raffaello, e un nipote, Alessandro Marsilli.
E oggi? 
La fase, naturalmente, è nuova. 
La società è cambiata. Anche gli uomini alla ribalta sono, in buona parte, diversi. Ma nella storia italiana non si butta via niente, c’è una continuità di fondo con il peggio delle nostre vicende, fatte di un anticomunismo eversivo, bancarotte e spoliazioni di denaro pubblico, politica corrotta, stragi, morti ammazzati, rapporti inconfessabili con le organizzazioni criminali. 
Il passato, il tremendo passato italiano, deve sempre restare non del tutto chiarito, perché i dossier, gli uomini, i segreti, i ricatti che da quel passato provengono possano essere riciclati nel futuro. 


Federica De Sanctis

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