martedì 12 maggio 2015

Un Terminal andato in fumo. Cosa si respira a Fiumicino?

Terminal 3 -Fiumicino dopo l''incendio

Spinta da alcuni dubbi e alla ricerca di risposte, ho provato a scovare i responsi sul web e mi sono imbattuta in questi dati che, se non chiariti al più presto potrebbero certamente gettare allarme in chi non ne conosce le risposte.
Cosa significa tutto questo?!
Facciamo un salto indietro e chiediamoci quali rischi possano causare i resti di tutto quel materiale bruciato nell’incendio, ormai noto a tutto il mondo, del Terminal 3 nell’Aeroporto di Fiumicino.
Cosa accade dopo un incendio? Va tutto in fumo o qualcosa, viste le dimensioni dell’accaduto, resta in qualche modo nell’aria?
Le risposte sono per gli esperti, ma ai ‘comuni mortali’ la legittima domanda resta.
Secondo quanto appurato dalle comunicazioni del sindacato USB Lazio “ i tagli alla sicurezza sono la vera causa dell’incendio”.  Con conseguenti riduzioni di controlli attraverso la carenza di vigilanza e ispezioni sui luoghi di lavoro.
E come se ciò non bastasse, sempre secondo l’USB “per intervenire nelle zone colpite si stanno utilizzando i lavoratori senza la minima protezione, esponendoli alle polveri sottili e quindi in una grave situazione di pericolo per la loro salute”.
Luisa Boi

sabato 9 maggio 2015

Tiburtina, un cantiere fantasma?



Una prima inaugurazione di lavori, sulla Via Tiburtina, risale al 2006 con la giunta Veltroni. In seguito si riparlerà di inizio del primo cantiere fantasma nel febbraio 2010. I lavori dell’ultimo tratto, avrebbero dovuto comprendere interventi di rifacimento e allargamento della Via Tiburtina. Un lavoro  che avrebbe dovuto concludersi, almeno a parole, dopo poco tempo ad opera di Terna.
Questi lavori oggi risultano fermi per problemi con degli scavi archeologici che hanno creato un vuoto decisionale. L’obiettivo dei lavori era quello di alleggerire la consolare dal traffico generato dai dipendenti delle aziende che distribuite su via Tiburtina e da chi deve andare da via Tiburtina a via di Sant’Alessandro.
A distanza di nove anni i lavori di rifacimento per il raddoppio della Tiburtina restano un deserto pieno di fantasmi. Questo, nonostante la recente (9 settembre 2014) apertura del sottopasso di Settecamini, svoltosi alla presenza del Sindaco Marino che avrebbe dovuto dare l’impulso corretto ad un controllo serrato sul cantieri stessi.
Quest’opera avrebbe dovuto migliorare la viabilità per i residenti della zona. Tutt’altro. Oggi più che mai la corretta visibilità e soprattutto la messa in sicurezza di detti cantieri è in forte discussione. [Leggi Altro]

Aeroporto di Fiumicino, le immagini inedite di un disastro (video)

Questo quanto resta dopo l’incendio scoppiato al Terminal 3 dell’Aeroporto di Fiumicino.
Le notizie riportate ovunque parlano di scintilla causata da un comune corto circuito, ma i dubbi dopo le immagini ormai note a tutti, lasciano passeggeri, lavoratori e frequentatori pieni di incognite.
Le voci degli addetti ai lavori parlano di troppa plastica utilizzata per realizzare le varie strutture. Di interventi prontissimi da parte dei Soccorsi, ma di una immagine distrutta agli occhi degli altri Paesi.
Ci vorrà molto più tempo, secondo chi nell’Aeroporto ci passa intere giornate e ormai lo conosce e identifica come la sua seconda casa.
Il puzzo di fumo non sarà facile da dimenticare, e sebbene si parla di operatività al 50% dopo una giornata di soccorsi, molti si chiedono se sarà davvero così facile rimettere in sesto un Aeroporto che ha perduto una grossa fetta di operatività funzionale.
Se guardiamo poi il video fornitoci da un cittadino romano, si comprendono i dubbi di tutti coloro che sembrano conoscere l’Aeroporto più di chi evidentemente cerca di rassicurarsi sugli esiti negativi di quello che probabilmente sembra essere stato non un comune incendio.
Luisa Boi

giovedì 7 maggio 2015

Passeggiata di Nieri in VII. Scampagnata o verifica del del degrado?


Siamo nel Municipio VII, nel quadrante compreso tra via Otello Stefanini, viale Antonio Ciamarra e via di Torre Spaccata, a pochi passi dal capolinea della linea A Anagnina. Pochi sanno che esiste una strada che unisce via Walter Procaccini a via Tuscolana, una strada lunga circa 300 metri mai aperta, diventata da molto tempo terra di nessuno.
Oggi, 6 Maggio, è arrivata la visita a sorpresa del Vice Sindaco di Roma Luigi Nieri accompagnato dal presidente del Municipio VII.
In questo quadrante, alla ribalta delle cronache non certo per le sue bellezze architettoniche, ma sull’onda di un possibile trasferimento dei rifugiati nell’hotel Cinecittà che aveva allarmato i residenti e attivato il comitato di quartiere spontaneo di Eudo Giulioli con il suo rappresentate Celestino Cedrone oggi è arrivata l’inaspettata visita. La strada chiusa è una discarica a cielo aperto, come già trattato in un nostro articolo.
La presenza dei due esponenti di Sel si deve dunque a una presa di coscienza sulla situazione di degrado di una baraccopoli che cresce diventando sempre più “Città Metropolitana”? Questa visita porterà effettivi cambiamenti?
Una cosa è certa. La presenza del Vice Sindaco di Roma Luigi Nieri è un quantomeno un segnale di riavvicinamento della politica del Campidoglio ai tanti problemi che affliggono il territorio del VII Municipio.
Fabio Travaglini

mercoledì 6 maggio 2015

EXPO MILANO 2015




"Expo Milano 2015 è l’Esposizione Universale che l’Italia ospiterà dal primo maggio al 31 ottobre 2015 e sarà il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione. Per sei mesi Milano diventerà una vetrina mondiale in cui i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per dare una risposta concreta a un’esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri. Un’area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri, più di 140 Paesi e Organizzazioni internazionali coinvolti, oltre 20 milioni di visitatori attesi. Sono questi i numeri dell’evento internazionale più importante che si terrà nel nostro Paese."

 
PROGRAMMA DI VIAGGIO

1° GIORNO:  ROMA  - BERGAMO

Ritrovo dei Signori partecipanti in luogo ed orario da definire. Sistemazione in pullman GT e partenza per Bergamo. Pranzo libero. Arrivo in hotel. Sistemazione nelle camere riservate. Nel pomeriggio visita guidata della città di Bergamo. Cena in ristorante. Rientro in hotel per pernottamento.


LA GITA SARA’ EFFETTUATA CON MINIMO 40 PERSONE

IL PROGRAMMA PUO’ SUBIRE VARIAZIONI SECONDO ESIGENZE TECNICHE O CLIMATICHE
 
2° GIORNO: BERGAMO – EXPO MILANO- BERGAMO

Prima colazione in hotel. Intera giornata dedicata alla visita dell’ Expo Milano 2015, l’Esposizione Universale che l’Italia ospiterà dal 1° maggio al 31 ottobre 2015 per il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione. Pranzo e Cena liberi. In serata rientro in Hotel. Pernottamento.

3° GIORNO: BERGAMO - MILANO – ROMA

Prima colazione in hotel. In mattinata per Milano e visita guidata. Pranzo libero. Nel pomeriggio partenza per Roma con arrivo previsto in tarda serata. 

 

per maggiori dettagli

 

 

martedì 5 maggio 2015

CentoCittà, l’Associazione compie un anno



Ad un anno dalla sua fondazione, l’Associazione Cento Città festeggia il suo primo compleanno e lo fa invitando i cittadini che non avessero ancora effettuato la dichiarazione dei redditi, a recarsi in Associazione, per usufruire fino al 31 maggio 2015, del tesseramento gratuito a fronte della richiesta di compilazione del nuovo 730.
Quello del CAF però è solo una delle tante attività che questa Associazione svolge. Infatti Cento Città è anche Patronato, Corsi di formazione, Tutela al consumatore (attraverso il controllo del rispetto delle norme che regolano i contratti di mutui e ogni genere di finanziamenti rilasciati ai proprio assistiti).  E molto altro…
L’Associazione nell’assistere e sostenere le politiche sociali, aprirà la festa nel quartiere di Piscine di Torre Spaccata per raccogliere i fondi necessari al supporto sanitario di una persona affetta da SLA (Sclerosi laterale amiotrofica).
Evento questo che certamente si ripeterà e che sarà solo uno dei tanti organizzati per intervenire sul sociale.
Questo ed altri, dunque, come le ultime presentazioni letterarie svoltesi nel mese di Aprile, nelle quali sono stati illustrati due libri del Deputato Roberto Morassut,  qui in veste di scrittore, (Roma Capitale 2.0 e Il Pozzo delle Nebbie) e dove le adesioni hanno sfiorato la media di cinquanta persone, composte quasi esclusivamente da ‘semplici’ cittadini giunti agli eventi per ascoltare e confrontarsi pacificamente sui temi cari alla popolazione Romana.
L’Associazione è costantemente vicina ai suoi cittadini, seguendoli nei maggiori Networks.
Dalla sua pagina Facebook con quasi 500 followers, a quella di Google+ con oltre 258mila visualizzazioni e le oltre 50mila del Blog .
Da non molto poi, l’Ass. CentoCittà si occupa di incrementare la scoperta e conoscenza dell’arte organizzando escursioni per i suoi associati in località balneari e non. Organizzando gite ai musei e ai luoghi oggetti di culto.
Da non ultimo sta organizzando su richiesta insistente dei propri associati un viaggio per conoscere l’Expo di Milano e la Sacra Sindone a Torino.
Sembra ieri che i soci fondatori si riunivano per tirar su quella che per gli Associati e per lo staff sta diventando una piacevole realtà.

Luisa Boi 

venerdì 1 maggio 2015

Parco di Via Lemonia, primo tentativo di riapertura


Dopo la notizia della chiusura del Parco Giochi di Via Lemonia, un’altra (mezza)buona nuova.
Sembra che il parco sia stato riaperto. Cosa è cambiato?
Ci eravamo lasciati con la promessa della sua rimessa in sicurezza, ma secondo quanto appreso dagli stessi cittadini sembra che non sia proprio tutto a posto.
Dalle foto scattate di una fruitrice del parco, lo stesso appare ancora non sicuro per i piccoli che dovrebbero frequentarlo.
La recinzione non è stata messa in sicurezza, la rete è divelta e durante i festeggiamenti dell’ultimo 25 Aprile sono stati tolti i nastri posti dalla Polizia Municipale.
Una segnalazione della Signora Anna Maria, raccolta sul Web, ci informa che  “… è stato riferito questa mattina che la ditta del pronto intervento che doveva provvedere alla riparazione, ha comunicato, sempre venerdì, che non era loro competenza riparare la recinzione. Pertanto i vigili si sono visti costretti a nastrare alla meglio la recinzione…”
Ora, come appare anche dalle immagini, il parco dovrebbe essere nuovamente accessibile ai bambini ed ai loro genitori.
Non ostante ciò, però,  i cittadini stanno raccogliendo le firme per interpellare il Municipio VII e tentare una soluzione.
Cosa accadrà adesso, non ci è dato conoscerlo. Sappiamo che la risposta alla prima segnalazione cittadina fu di una mancanza di fondi menzionata dal Consigliere del X Municipio Umberto Metronola.


Lo stesso che qualche giono fa, intervenendo nelle segnalazioni dei cittadini, (svoltesi in un famosissimo network ) promette di contattare …” gli uffici competenti per far si che l’intera area venga messa in sicurezza.”
Mentre, afferma ancora Umberto Metronola “Per quanto riguarda la manutenzione e la gestione […] proporrò, successivamente, come Presidente della Commissione Legalità e sicurezza di dare l’incarico al CdQ Giulio Agricola come viene fatto con altri parchi”.

L’ultima iniziativa risale al venerdì 24 Aprile scorso, quando – i cittadini del Comitato di Quartiere Appio Claudio – hanno, nel tentativo di rimettere in sicurezza il parco, svolto una raccolta di firme per tirare fuori i fondi necessari alla restaurazione del parco.
E mentre sul Network si discute, il Parco giochi di Via Lemonia, solo per poco riaperto, a tutt’oggi rimane interdetto nella parte che continua ad essere piena di rischi ed insidie per l’incolumità dei bambini.

Bambini che si vedono costretti a restare a casa, vista la presenza di quell’unico parco in tutto il quadrante. E dove, in poco spazio, sono concentrati ben cinque istituti tra materne e nidi.

Tutto questo anche se secondo disposizioni che lo stesso Comune di Roma ci illustra; la manutenzione e messa in sicurezza dei parchi giochi, spetta alla stessa Amministrazione.

Ora, la manutenzione a detta della norma UNI EN 1176-7 , includerebbe, tra le misure preventive,  anche quelle correttive come appunto il serraggio degli elementi di fissaggio.
Non solo, ma sempre secondo questa norma, il cattivo stato dei luoghi di accesso ai bambini dovrebbe influire sulla frequenza di ispezione degli stessi.
Ci aspettiamo e auguriamo dunque che,  almeno questo, serva a far sì che si trovino i fondi necessari per gli interventi di messa in sicurezza con altrettanta facilità di ricerca avvenuta come nel caso dell’albero di Natale acquistato dal VII Municipio per le festività dell’anno passato.
Luisa Boi

domenica 26 aprile 2015

Basilica di Santa Maria Maggiore e i suoi misteri





La Basilica di Santa Maria Maggiore, edificata sull'Esquilino, nel cuore di Roma (si trova a pochi minuti dalla centralissima Stazione Termini) è una delle più importanti chiese della Capitale, inserita nel novero delle quattro Basiliche patriarcali (insieme con quelle di San Pietro, in Vaticano, San Giovanni in Laterano e San Lorenzo fuori le Mura), nonché in quello delle Sette Chiese Romane della Cristianità, da visitare nel famoso percorso giubilare (le altre sono San Pietro, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le Mura, San Lorenzo fuori le Mura, San Sebastiano e Santa Croce in Gerusalemme). È detta anche Basilica della Natività perché è quella che celebra la Nascita di Cristo per eccellenza, ospitando, tra l'altro, le reliquie della Santa Culla di Nazareth.

Notevole, anche se aperta al pubblico solo in rare occasioni, è la Loggia dei Papi, al livello superiore della basilica, la Madonna, il miracolo della neve e i Santi Paolo, Iacopo, Girolamo, Battista, Pietro, Andrea e Mattia. Dalla loggia si gode di una splendida vista sulla Piazza di Santa Maria Maggiore, dominata dalla Colonna della Pace, monumento realizzato con l'unica colonna trovata integra nei resti dell'antica basilica di Massenzio, sulla quale è stata posta una statua della Madonna con Bambino (1615).

Vediamo ora, di seguito, alcuni degli aspetti più nascosti e meno noti di questo edificio.



Recenti scavi archeologici effettuati sotto la Basilica, tra il 1966 ed il 1971, hanno riportato un vasto ambiente risalente all'epoca romana, che con tutta probabilità era un'abitazione patrizia.

Un monumento ipogeo che si scopre a oltre dieci metri di profondità, caratteristica il silenzio che avvolgente e una umidità dell'85 per cento.
 «Il tema della figura femminile si rincorre in tutta la decorazione dalla sala basilicale con volte a botte e abside, al vestibolo, come un fil rouge preciso e costante, per questo l’ipotesi è che ci sia una dedica speciale ad una donna precisa in questo luogo», raccontava.

I restauri, hanno determinato una doppia vita per la basilica: Augustea per le tre navate con l’intonaco misto a madreperla con sfumature di azzurro ottenuto con vetro macinato, e Neroniana per il vestibolo che cita la Domus Aurea nei fraseggi policromi degli stucchi.

Augusto e Nerone, due imperatori che echeggiano in questo luogo animato di sacralità, mistero, magia.
La basilica sotterranea venne scoperta nel 1917, in seguito ad una frana nella soprastante ferrovia. Scendere nella basilica è un'esperienza unica nel suo genere.
Le imponenti navate, l'elegante pavimento in mosaico bianco a cornici nere. E sulla lunga volta della navata centrale, così come nella parte superiore dell'abside, una serie di stucchi sopravvissuti ad un interramento di secoli  rimanda a episodi della mitologia greco romana. Dal suicidio di Saffo per amore, alle figure di Vittorie alate, la donna è ovunque.






sabato 25 aprile 2015

Oggi, 25 Aprile così il Municipio VII festeggia la Liberazione

E' questa la Liberazione a San Policarpo?





Il modo più semplice per raggiungere il Parco degli Acquedotti è attraverso uno dei vari accessi lungo via Lemonia, parallela di via Tuscolana verso sud-est.

Questo è uno dei luoghi più verdi della periferia romana.Oggetto in questi giorni di numerose discussioni,per un'amministrazione disattenta che sembra trascurare gli spazi pubblici. 
Oggi si ferma il mondo e per una volta sembra mettere tutti d'accordo.

Liberi, forse, di festeggiare il 25 Aprile. 

Giovani e non seduti sull'erba e a passeggio tra le bancarelle alla ricerca di un ninnolo che ricordi questo evento.

Per una volta tutti insieme, senza chiedersi, oggi come all'ora  a quale idea o credo politico appartenga.

Sperando di ritrovare, alla fine, la stessa civiltà prendere il posto delle persone sedute .

venerdì 24 aprile 2015

L'Italia è risorta?




La Liberazione dall’occupazione nazi-fascista è ancora oggi una festa che consolida il senso di appartenenza.

"Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire. "
(Pertini proclama lo sciopero generale, Milano, 25 aprile 1945)

L'Anniversario della liberazione d'Italia (anche chiamato Festa della Liberazione, anniversario della Resistenza o semplicemente 25 aprile) viene festeggiato in Italia il 25 aprile di ogni anno.

È un giorno fondamentale per la storia d'Italia ed assume un particolare significato politico e militare, in quanto simbolo della vittoriosa lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale a partire dall'8 settembre 1943 contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l'occupazione nazista.

La possibilità di conquistare il potere con la forza fu prospettata per la prima volta da Benito Mussolini il 29 settembre 1922, in una seduta segreta a Firenze della direzione fascista. La decisione di passare all’azione si ebbe il 16 ottobre 1922, nella riunione a Milano del gruppo dirigente fascista, nel corso della quale venne anche costituito il quadrumvirato che avrebbe diretto l'insurrezione, formato da De Vecchi, De Bono, Balbo e Bianchi. Pochi giorni dopo, il 24 ottobre, al Congresso fascista di Napoli, arrivò il proclama ufficiale di Mussolini: "O ci daranno il governo o lo prenderemo calando a Roma".

Secondo i piani, il quadrunvirato, insediato a Perugia, avrebbe assunto nella notte tra il 26 e il 27 i pieni poteri e nei due giorni successivi sarebbe seguita la mobilitazione delle squadre fasciste che avrebbero occupato i punti chiave dell'Italia centrale. Le bande destinate a marciare sulla capitale (26.000 uomini) furono inquadrate in quattro colonne (una di riserva e tre concentrate a Santa Marinella, Monterotondo e Tivoli) e cominciarono a muovere verso Roma il 27. Mussolini rimase a Milano in attesa degli sviluppi della situazione a livello governativo.

In grande ritardo, dopo la mezzanotte tra il 27 e il 28 ottobre 1922, il presidente del consiglio Luigi Facta, richiamato il re da San Rossore (Pisa) a Roma, convocò il Consiglio dei ministri per predisporre il decreto di stato d’assedio, che dava pieni poteri al governo per disperdere i fascisti con l'esercito. Il generale Pugliese, capo del territorio di Roma, predispose, con i suoi 28.000 uomini, la difesa della capitale. La mattina del 28  le bande fasciste vennero temporaneamente fermate a Civitavecchia,  Orte, Avezzano e Segni.

Vittorio Emanuele III, che alle due del mattino aveva espresso il suo accordo con la decisione del governo, quando di prima mattina ricevette Facta con il decreto (che era già stato affisso nelle strade della capitale), anche perché influenzato dal parere negativo di Salandra e di Giolitti, si rifiutò di firmarlo.

Caduto Facta, il re propose a Mussolini un ministero con Salandra, ma il duce rifiutò sostenendo la richiesta di un governo interamente fascista. Il 29 ottobre Vittorio Emanuele cedette e chiese formalmente a Mussolini di formare il nuovo esecutivo.

Quando i fascisti entrarono a Roma, era già tutto deciso. Nonostante la successiva mitizzazione della "marcia", essa fu essenzialmente una parata: le squadre fasciste, infatti, giunsero nella capitale 24 ore dopo che Mussolini aveva già ricevuto l’incarico di formare il nuovo governo. Lo stesso Duce arrivò a Roma in vagone-letto da Milano la mattina del 30 ottobre e la sera salì al Quirinale per sottoporre al re la lista dei suoi ministri.

La marcia su Roma e la conquista del potere da parte di Mussolini, rappresentarono il momento culminante di un periodo di scioperi (il cosiddetto biennio rosso, 1919-20), violenza e illegalità diffusa cui le istituzioni dello Stato liberale – governi deboli e incapaci di durare a lungo - non erano riuscite a porre rimedio, e che aveva visto gli squadristi fascisti protagonisti, in contrapposizione ai socialisti, ai sindacati e alle leghe contadine.

Vissuto in forma minoritaria e marginale fino all’inizio del 1921, il fascismo si inserì nel vuoto di potere e nella crisi dello Stato liberale mediante la violenza e le spedizioni punitive delle "squadre d’azione" contro le Case del Popolo, sezioni socialiste e amministrazioni comunali rosse. Con le parole d’ordine del nazionalismo e dell’anti-socialismo, il movimento di Benito Mussolini raccolse in breve tempo il largo consenso sia di ex-combattenti, agrari e media borghesia urbana, sia dei centri di potere degli industriali e dell’alta borghesia (di qui la tesi secondo la quale l’avvento del fascismo avrebbe avuto la funzione di impedire la presa del potere da parte dei socialisti in Italia, accreditata anche dal fatto che le forze conservatrici europee inizialmente guardano con un certo favore all’ascesa di Mussolini).

Quando Mussolini andò al potere, buona parte della classe politica liberale era convinta che sarebbe durato poco. Lo stesso Giolitti, del resto, inserendo i fascisti nei Blocchi Nazionali – l’alleanza elettorale per il rinnovo del Parlamento del maggio 1921 - si era illuso di poterne sfruttare la forza contro l’esuberanza della classe operaia, per poi far rientrare gli squadristi nella legalità. Il fascismo invece si stava rapidamente costituendo come una vera e propria struttura statuale alternativa e quindi in grado di sostituirsi al modello liberale in decomposizione.

Un popolo che ha esultato  per l'ascesa di Mussolini e successivamente ha festeggiato la liberazione degli alleati, mi fa sorgere una domanda: "da chi dovevamo essere liberati forse da noi stessi"?

Fabio Travaglini 



Appunti di Viaggio a... Torre Canne



Torre Canne, a soli 8 Km da Fasano e a 50 da Brindisi è una delle località più gettonate della Puglia per le sue spiagge color oro, da percorrere soprattutto al tramonto.


Le sue spiagge con quelle di Fasano conquistano nel 2014 la Bandiera Blu. Un riconoscimento della FEE (Foundation for Environmental Education), assegnato a quelle località turistiche che rispettano criteri di gestione sostenibile del territorio. Come la qualità delle acque, della costa, dei servizi e le misure di sicurezza ed educazione ambientale. 


La terra dei Trulli, con i suoi paesaggi naturali singolari (da scoprire) molto vasti e ben tutelati, e delle masserie, ma anche luogo per scoprire una spiaggia lunghissima e sabbiosa, ottima per sfuggire alle fatiche annuali e riposare. Un luogo dove divertirsi con le sue numerose attrazioni turistiche (con l’avvento della civiltà messapica e le testimonianze di una presenza forte di storia e preistoria) e non.


In questa località è possibile visitare anche il Parco delle Dune Costiere che si estende da Torre canne fino a raggiungere Torre San Leonardo.


Un parco rinomato per le sue particolarissime dune costiere e stagni retrodunali 


Torre Canne però è anche cucina, con i suoi sapori quasi esotici.
I peperoncini ripieni, gli Gnummareddi ovvero involtini di interiora con fegato, polmone e rognone in budella in grado d’appagare i palati più fini, stretti all'interno del budello di agnelli oppure di capretti, delle dimensioni di circa 5 cm.



Per coloro che volessero visitare questa località, l'Associazione CentoCittà sta organizzando un viaggio con partenza al 1 Luglio 2015  e ritorno all'8 Luglio 2015.



Luisa Boi

giovedì 23 aprile 2015

Isola di Capo Rizzuto





Isola di Capo Rizzuto , dai residenti chiamata L'Isula, si trova a Crotone, in Calabria.

Nel 2015 Isola Capo Rizzuto si aggiudica la Bandiera Verde delle Spiagge, l'autorevole riconoscimento europeo assegnato dalla FEE.

Si trova all'interno dell'area marina protetta di Capo Rizzuto. Non è un'isola, bensì un lungo promontorio.

Secondo la leggenda, la fondazione della cittadina fu voluta da una della sorelle di Priamo, Astiochena, che volle un centro abitato presso il promontorio Capo Rizzuto, vicino al tempio di Hera.

Alcuni fanno derivare il nome “Insula” dalla esistenza di alcune isole prospicienti i tre promontori “Japigi”, identificati in Capo Rizzuto, Capo Cimiti e Punta Le Castella, così denominati dalla presenza del mitico Japyx, figlio di Dedalo, uno degli artisti più valenti dell’antica Grecia. Infatti, secondo quanto riportano alcune testimonianze letterarie antiche (Erodoto, Strabone, etc), Japyx o Japige fuggì da Creta seguendo il padre in una spedizione in Sicilia; ma durante il ritorno, una violenta tempesta lo fece naufragare presso le coste dell'odierna Calabria, ed alla località fu dato il nome di “terra Japigia”.

Sul promontorio di Capo Piccolo, compreso tra Capo Rizzuto e Le Castella, nel 1977 l'archeologo Domenico Marino ha scoperto, e successivamente scavato, un insediamento del Bronzo antico e del Bronzo medio I reperti sono esposti e conservati nel Museo archeologico nazionale di Crotone.

Altri studiosi ancora, fanno derivare il nome di Isola al fatto che "Insula" era il luogo dove chi viveva godeva di diritto d'asilo.
L’imperatore di Costantinopoli, Leone VI (886-911), elevò Isola di Capo Rizzuto a sede vescovile. La diocesi e quindi la cittadina è indicata nei documenti bizantini con il termine greco “Άσυλον” che significa “luogo sacro”, dove l’uomo non può essere perseguitato.

Con la trasformazione della scrittura greca in quella latina il nome divenne Isola.

Con decreto regio del 22 gennaio 1863, assunse definitivamente l’attuale denominazione: Isola di Capo Rizzuto.

Nel centro storico vi sono avanzi del complesso fortificato cinquecentesco del Castello Feudale (in via S. Marco), eretto in periodo medievale, ampliato nel 1549, dal feudatario napoletano Giovanni Antonio Ricca; resti di torri quadrilatere angolari speronate; Reliquie delle muraglie della cortina perimetrale con pivellini; " l'Orologio", la Porta del borgo medievale, sormontata da una torretta dell’orologio posteriore, che divide la zona antica da quella più moderna.

Sulla costa sorge la "Torre Vecchia", una torre cilindrica, con massiccia cordonatura a conci lapidei, eretta nel sec. XVI a guardia costiera contro le incursioni barbariche. La torre era custodita da un caporale e da un milite, che avevano il compito di vigilare giorno e notte e segnalare la presenza di navi sospette con particolari segnali: fumo durante il giorno e falò la notte. L’accesso all’interno della torre avveniva mediante un rustico ponte levatoio in legno.

Il Santuario della Madonna Greca, in località Capo Rizzuto, è dedicato alla Protettrice di Isola di Capo Rizzuto. Semplice e maestoso, è di nuova costruzione: la posa della prima pietra è datata infatti 1991.

Nella frazione di Le Castella, si trova la celebre fortificazione, di origine cinquecentesca, protesa su di una piccola penisola sul mare. Fu costruita per contrastare le frequenti invasioni. Importantissime sono le monumentali cave di blocchi e di rocchi di colonna di età greca (VI-III secolo a.C.) sulla Punta Cannone e nell'area del porto. Da esse sono stati presumibilmente estratti i rocchi delle colonne del Tempio di Hera Lacinia, posto sul promontorio di Capo Colonna.

Fabio Travaglini


"Essere" il "nulla"...


L' Albero della vita di Gustav Klimt



Scrive Geymonat: “Tutti siamo convinti di poter parlare sensatamente del “nulla”, di intenderci fra noi allorché usiamo questo termine […] esso deve avere per noi un significato ben determinato. Proprio questo fatto però, che esso significhi qualcosa, che denoti un’effettiva realtà, sembra particolarmente ripugnante al pensiero comune

Eppure si legge un parlare del nulla con così tanta dimestichezza da sembrare davvero di aver chiaro  il concetto (male)espresso.

Cosa sappiamo di ciò che ci circonda? Quanto conosciamo i concetti espressi? Siamo davvero presenti a noi stessi o ci limitiamo a seguire un qualsivoglia comune pensiero?

Guardarci attorno. Sentire ogni giorno un evento drammatico e trattarlo con superficialità. Peggio, con indifferenza. 
Ed è proprio qui che si esprime il nostro non esistere.

Una donna ieri si è gettata dal V piano e più di 700 persone sono disperse.
Due notizie diverse, ma identiche. Delle vite perse nel nulla?

No. Nel nulla niente si perde, perché niente può esistere nel nulla. Esistenza e nulla sembrano contrapporsi, ma sono la medesima cosa.

Noi siamo perché menti pensanti. Ci diceva Cartesio.
Infatti,  noi siamo quando riusciamo a mettere in discussione il mondo che ci circonda e soprattutto noi stessi.

Però sembriamo aver dimenticato tutto ciò e crediamo di esprimere un pensiero nel momento in cui ci rendiamo protagonisti di qualcosa.

Cerchiamo i consensi nel prossimo con frasi fatte e facili schieramenti.  L’importante è prendere consensi . Fuggiamo l’impopolarità sebbene quello non espresso sia il nostro vero pensiero. E (ahinoi) scendiamo continuamente a compromessi violentando la ragione.

Ne vale davvero la pena? Forse ha più senso il valore umano e un credo inseguito senza troppa convinzione.


E allora, fermiamoci a pensare. Chiediamoci, non cosa possa aver spinto la signora X a gettarsi dal V piano o quei 700 e più profughi a venire nel nostro paese, ma piuttosto quale valore diamo alla nostra vita per generalizzarla così.


Luisa Boi