Roma
città aperta
è un film
del 1945
diretto da Roberto
Rossellini.
È
una delle opere più celebri e rappresentative del neorealismo
cinematografico
italiano. È il film che fece acquisire notorietà internazionale ad
“Anna
Magnani”,
co-protagonista insieme ad “Aldo
Fabrizi”,
qui in una delle sue interpretazioni più famose.
Venne
Presentato in concorso al Festival
di Cannes 1946,
dove ottenne il Grand
Prix
come miglior film. Ricevette una candidatura al Premio Oscar per la
migliore
sceneggiatura originale
e vinse due Nastri
d'Argento,
per la miglior
regia
e la migliore
attrice non protagonista
( Anna
Magnani
). È stato in seguito inserito nella lista dei “100
film italiani da salvare”,
che è nata con lo scopo di segnalare "100 pellicole che hanno
cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978".
Le
riprese del film iniziarono nel gennaio del '45 e furono fatte in
condizioni precarie, sia per il periodo sia per la scarsa
disponibilità del materiale tecnico, compresa la pellicola. Non
essendo disponibili gli studi di Cinecittà,
Rossellini e la troupe improvvisarono le riprese di alcuni interni
nel vecchio teatro Capitani, in via degli Avignonesi 32, dietro via
del Tritone.
La
scena centrale del film, con la corsa e l'uccisione di Pina ( Anna
Magnani
) dietro al camion che porta via il marito catturato dai tedeschi, fu
girata in via Raimondo Montecuccoli, al quartiere
Prenestino-Labicano,
ed è forse la sequenza più celebre del neorealismo nonché una
delle più famose della storia del cinema italiano. Da ricordare che
in questa scena Anna Magnani cadde troppo presto rispetto a quanto
era previsto, quindi si decise di sfruttare sia l'inquadratura
laterale sia quella frontale, in modo che la sequenza sembrasse più
lunga.
Il
personaggio di don Pietro riassume le figure di don Giuseppe
Morosini
e di don Pietro
Pappagallo,
quello di Pina invece è ispirato a Teresa
Gullace,
una donna italiana uccisa dai soldati nazisti mentre tentava di
parlare al marito prigioniero dei tedeschi. Episodio che ispirò in
maniera determinante la famosa scena del film.
Il
film uscì nelle sale italiane il 27 settembre 1945,
venne in seguito esportato nelle seguenti nazioni: Stai Uniti,
Danimarca, Francia, Svezia, Portogallo, Finlandia, Giappone, Hong
Kong, Germania, Canada, Georgia, Grecia, Spagna, Polonia, Svezia,
Argentina, Ungheria e Brasile.
Il
film fu visionato in privato dal regista Roberto Rossellini presso il
Cinema Moretti di Ladispoli e presentato successivamente al pubblico
nel settembre del '45
senza alcun'anteprima. Solo dopo aver ricevuto vari premi e
riconoscimenti fu apprezzato unanimemente. Inizialmente la pellicola
è stata vietata in alcuni paesi, come in Germania
e in Argentina.
Uscì negli Stati
Uniti
il 25 febbraio 1946,
dove all'inizio furono censurate alcune scene, della durata
complessiva di circa 15 minuti.
L’incasso
accertato a tutto il 31 dicembre 1952
è stato di 124.500.000 lire.
Il
film raggiunge la fama mondiale nel 1945
e vince il suo primo Nastro
d'Argento
grazie all'interpretazione nel film manifesto del Neorealismo,
Roma
città aperta
di Roberto
Rossellini
con Aldo
Fabrizi
e Marcello
Pagliero.
Secondo
voi il film è un gran film perché parla del Nazzismo a Roma durante
il periodo dell'invasione? Oppure è il regista che lo ha reso unico?
Potrebbe essere merito della sceneggiatura? O il merito va
all'attrice più brava di sempre inoltre vera Romana? Magari è un
mix di tutte insieme le cose?
Per
gli storici, Roma fu “città aperta” nei nove mesi in cui fu
occupata dai nazisti e dichiarata “zona non di guerra”. Ma dato
che i nazisti non la considerarono mai tale quel periodo è stato uno
dei più tragici e oscuri della sua storia. Proprio durante quei
mesi, un massiccio gruppo di intellettuali, politici e cineasti
antifascisti, ebbe l'idea di documentare su pellicola quanto la città
stava vivendo. All'inizio si pensò a un film a episodi, dal titolo
“Storie
di ieri”
ma poi in seguito si cominciò a pensare al titolo “Città
aperta”.
Il
film ebbe una vita difficile sin dall'ideazione, fu iniziato la notte
tra il 17 e il 18 gennaio 1945 ... "Roma
Città aperta” riesce
a trasmettere il senso, il significato, l'atmosfera, i sentimenti, i
modi di essere degli uomini in maniera più diretta e più efficace
di quanto abbia fatto finora la ricostruzione storica".
Le riserve suscitate
dal film furono di natura politica prima che stilistica, perché
nessuna delle molte anime che avevano contribuito alla nascita del
film vi si vedeva rappresentata.
Il pubblico invece
capì che nel film si dava la giusta importanza alle contraddizioni
che si erano create con l'occupazione nazista, tra il bisogno di
salvarsi, l'orrore per la guerra e il tentativo di capire da quale
parte stessero le ragioni migliori.
La
critica apprezzò “Roma
Città aperta”
e lo ha riconosciuto nel tempo uno dei capolavori incontrastati del
cinema
italiano. Al film non mancò neanche il successo commerciale …
costato 11.000.000 di lire, arrivò a incassarne alla fine dello
sfruttamento 124.500.000.
Numerose scene
vennero girate al Pigneto, nel cortile della parrocchia di Sant’Elena
di cui era parroco Aldo Fabrizi, sulla circonvallazione Casilina dove
era la base partigiana, a via Raimondo Montecuccoli, dove nell’ultimo
palazzo prima della ferrovia abitava la protagonista Pina, Anna
Magnani, e in cui venne girata la celebre scena finale in cui questa
viene uccisa. Alcuni esterni furono girati al ponticello del Pigneto
e al deposito Tram sulla Prenestina.
Rossellini dice del
suo film:“Roma città aperta è il film della “paura”, della
paura di tutti, ma soprattutto della mia. Anch’io ho dovuto
nascondermi, anch’io sono fuggito, anch’io ho avuto amici che
sono stati catturati o uccisi. Paura vera … con trentaquattro chili
di meno, forse per fame, forse per quel terrore che in Città aperta
ho descritto”.
Con “Roma città
aperta” è stato coniato il termine di Neorealismo, non solo per le
soluzioni tecniche che portarono alla realizzazione del film, ma per
il nuovo modo con cui il cinema raccontava l’uomo. Rossellini lo
realizzò in condizioni precarie, con attori non professionisti,
scegliendo attori non professionisti usando pellicola scaduta.
Lunedì
31 marzo è uscito in 70 sale
la versione restaurata del capolavoro di Roberto Rossellini, a quasi
settant'anni dalla sua realizzazione.
Oggi
le tragiche vicende della popolana Pina ( Anna Magnani ) e di Don
Pietro ( Aldo Fabrizi, ispirato alle vere figure di Don Pappagallo e
Don Morosini ) tornano sul grande schermo in alta
risoluzione
grazie ad un lavoro sulla pellicola originale che fino al 2004 si
considerava perduta e che invece è stata ritrovata negli archivi
della Cineteca Nazionale.
Federica De Sanctis
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