giovedì 13 marzo 2014

Chi si ricorda dell'operazione balena? Non dimentichiamoci del rastrellamento del Quadraro.

Tra pochi giorni, il 24 marzo ricorrerà il settantesimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Lo scorso 16 ottobre, invece, si è ampiamente e giustamente ricordato il terribile rastrellamento del Ghetto nel corso del quale 1300 persone, per la maggior parte ebrei, furono strappate alla loro vita di sempre, per trovare quasi tutte la morte nei lager nazisti . 
 
Nell’immaginario collettivo, un altro evento drammatico che ha ferito irrimediabilmente la città, sembra invece non trovare posto : il rastrellamento del Quadraro, attuato il 17 aprile del 1944, col nome in codice Operazione Balena, nel quale circa 950 abitanti del quartiere furono prelevati per la deportazione.




La decisione di Herbert Kappler , comandante della Gestapo (vedi foto sopra) a Roma con controllo anche sulle Forze dell’Ordine italiane, di operare proprio sul Quadraro, fu dovuta al fatto che il quartiere era una importante roccaforte antifascista e partigiana, cosa risaputa dai servizi segreti tedeschi e italiani, tanto è vero che fu lo stesso Kappler a definire la zona un “Nido di Vespe” da schiacciare.

Il martirio della nostra Città venne quindi progettato su più fronti: ora era la volta di quelle periferie “calde”, nelle quali si annidavano notoriamente parecchi nemici del regime: Quadraro, Centocelle, Torpignattara, teatro quotidiano di sommosse popolari. Già alla fine di Marzo, in questi quartieri, il comando tedesco anticipa alle 16,00 l’ora del coprifuoco. Ma la zona è ormai diventata una polveriera : la tensione culmina il 10 Aprile, quando il leader della Resistenza romana Giuseppe Albano,


, meglio noto come il Gobbo del Quarticciolo, fredda tre soldati tedeschi presso l’Osteria “da Giggetto” in Via Calpurnio Fiamma. Albano scamperà alla cattura, proseguendo nella sua energica lotta partigiana, che lo porterà anche dopo la liberazione, a collaborare attivamente alla cattura dei torturatori di Via Tasso.
Kappler organizza una spedizione in grande stile, consapevole della massiccia presenza di partigiani nel quartiere, e il 17 aprile alle 4 di mattina, circonda completamente la zona e sguinzaglia le truppe tedesche ( coadiuvate dalle milizie repubblichine degli esaltati di Pietro Koch, uno degli aguzzini più feroci di Via Tasso) di casa in casa, con la motivazione ufficiale di reclutare mano d’opera. 
 
Da questo momento inizia la via crucis dei circa duemila rastrellati, portati prima al cinema Quadraro ( situato in Via Tuscolana 796 e demolito da decenni) e poi negli stabilimenti di Cinecittà per essere schedati. Una ulteriore selezione (effettuata in un clima di tragedia generale, dove l’unico tramite tra gli arrestati e i familiari era il parroco della Chiesa di S.M. del Buonconsiglio, Don Gioacchino), porta alla scelta di mille persone tra i 18 e i 60 anni, da destinare alla deportazione.

Il 18 aprile il Giornale d’Italia pubblica questo comunicato suggerito dal Comando Tedesco :
I tedeschi lamentavano che dopo i fatti di Via Rasella, nel lunedì di Pasqua, parecchi soldati germanici sono caduti alla periferia di Roma, vittime di assassini politici. Gli attentatori riuscivano a rifugiarsi senza essere riconosciuti, nei loro nascondigli di un certo quartiere di Roma dove essi trovarono protezione presso i loro compagni comunisti. Il Comando Supremo Germanico é stato costretto perciò ad arrestare oggi, nel detto quartiere, tutti i comunisti e quegli uomini validi ed abili al lavoro che collaborarono con i comunisti e li appoggiarono. Gli arrestati verranno assegnati ad una occupazione produttiva nel quadro dello sforzo bellico germanico diretto contro il bolscevismo”

Il percorso dei mille sfortunati prosegue fino a Grottarossa, dove vengono caricati sul treno, per effettuare lunghe soste nei campi di transito di Terni e Fossoli, in Emilia, ed infine giungere in Germania o Polonia, dove in molti troveranno la morte. Dopo la liberazione solo la metà dei deportati ritornerà al Quadraro, uno dei quali , Sisto Quaranta, è uno dei testimoni diretti dell’epoca viventi più attivi e noti 
 

Una delle tragedie più brutte e più misconosciute della nostra Città: il Quadraro è Medaglia d’Oro al Valor Civile, certo, ma è triste pensare che per conferire all’evento storico l’importanza che ad esso si deve, e far sì che sia menzionato nei libri di Storia, si è dovuto ricorrere ad un video appello del 2013, firmato da personaggi della Cultura, dello Spettacolo e della Società Civile, come il compianto Don Gallo, Ascanio Celestini ( nato al Quadraro) ,Fiorella Mannoia, Moni Ovadia, Daniele Silvestri ed altri. 
 
Ampie sono la bibliografia e la documentazione fotografica sul rastrellamento del Quadraro e sui personaggi che ne sono stati artefici, vittime e comprimari, lo si è visto anche nella bella mostra “Quadraro 1944” alla Torre dei Consoli : sarebbe il caso di far uscire tutto questo materiale dagli scaffali e renderlo materia viva, oggetto di confronto, dibattito, conversazione, materia condivisa dalla Città e dall’Italia. 
 
Il 17 Aprile, si spera quindi che le celebrazioni per il settantesimo del rastrellamento siano all’altezza del prezzo che questo quartiere e la Città intera hanno pagato !
Francesca De Toma

1 commento:

  1. Per non dimenticare mai, per ricordare sempre, per non commettere gli stessi sbagli...
    "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare."

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