mercoledì 5 marzo 2014

Alla "Scoperta" "Riscoperta" dell’ex X Municipio


Il nuovo Municipio VII che nasce dall'accorpamento degli ex IX e X Municipio, vanta valori storici e culturali di grande pregio.
Questi ultimi sono spesso poco noti o dati quasi per scontati non tanto dai cittadini del Territorio, quanto dalle migliaia di persone che transitano quotidianamente per il nostro amato quartiere. La storia d'Italia ha nel suo DNA architettonico e archeologico “il petrolio” troppo spesso non conosciuto o non riconoscibile.
Il Municipio ex X è ricco di reperti archeologici che il cittadino non conosce e non vive, vuoi perché non adeguatamente valorizzati, vuoi per problemi logistici. Credo sia compito di ogni singolo cittadino coltivare la sensibilità necessaria per approfondire la conoscenza di questi meravigliosi siti e dare il proprio contributo divulgativo. Parlo di luoghi pittoreschi come il Mausoleo di Alessandro Severo, la Fontana di Porta Furba, la strada con ben cinque tombe in Via Fabrizio Luscino. 


Il mausoleo di Alessandro Severo, detto anche Monte del Grano dalla tradizione, è collocato all'interno del Parco XVII Aprile 1944, in un'area di Roma che è attualmente parte del moderno quartiere del Quadraro. È il terzo mausoleo (una tipica tomba a tumolo romana) in ordine di grandezza dopo la Mole Adriana ed il Mausoleo di Augusto. La struttura alta 12 metri si colloca tra dai palazzi realizzati negli anni 70. Vi si accede all'interno attraverso un corridoio lungo circa 20 metri che si apre su una sala circolare di dieci metri di diametro, un tempo divisa in due piani. Si tratta di struttura suggestiva che meriterebbe d'esser visitata. Purtroppo non appare più come un tempo dato che ne vennero asportati i rivestimenti marmorei (Travertino) nel 1387 per opera di tal Nicolò Valentini, un nobile Veneziano. Nel '500 venne ritrovato al suo interno un imponente sarcofago, oggi conservato nelle sale al piano terreno dei Musei Capitolini. L'appellativo Monte del Grano era il nome del parco adiacente il mausoleo, oggi rinominato parco XVII Aprile 1944 per ricordare il rastrellamento del Quadraro.


Altro luogo meritevolissimo di cura e attenzione e' la fontana di Porta Furba, c.d. “fontana di Clemente XII” . Situata nell'arco che si forma all'incrocio tra l'acquedotto Felice e la Via Tuscolana, l'opera celebra la costruzione dell’acquedotto realizzata ai tempi del pontificato di Sisto V nel 1585. Egli volle intraprendere la costruzione di un nuovo acquedotto, (acquedotto Felice), per ovviare ai problemi di approvvigionamento d’acqua che affliggevano Roma in quel periodo. L'origine del nome di Porta Furba rimane incerto. Una teoria deriva dalla presenza di ladri e malavitosi che all’epoca si aggiravano nella zona; altri pensano che il nome provenga invece da un’alterazione della parola "forma", che nel medioevo era usata per dare il nome agli acquedotti. Nel 1733 venne fatta ampliare e restaurare.
La fontana ha l'aspetto di una "mostra", è realizzata in travertino e poggia su una parete delimitata da lastre in marmo sormontata da una cornice ad arco; l'acqua fuoriesce da un mascherone alato e si versa in una conchiglia dalla quale cade in una grande vasca sopraelevata di cinque gradini sul livello stradale. È presente anche lo stemma cardinalizio del citato mons. Felice Passerini, all’epoca presidente delle acque. L'unico successivo intervento di restauro risale al 1897, a cura del Comune di Roma. Che fortuna che abbiamo ad avere queste opere a disposizione sotto i nostro occhi e a pochi passi da casa!


Una ri-scoperta assai curiosa, che prendiamo come 3° esempio delle potenzialità del municipio, e' certamente la strada romana con annesse tombe, situate in Via Fabrizio Luscino. Alcuni operai, nel 1999, stavano lavorando in un cantiere dell' Acea, quando all’improvviso sotto i loro meravigliati sguardi apparvero resti di tombe romane risalenti al III secolo dopo Cristo ed una strada della stessa epoca!I lavori furono sospesi ed intervenne la sovrintendenza per valutare e dirigere gli scavi... Oggi la strada non e' visibile poiché in quanto ricoperta; alcune delle 5 tombe ,oggi adiacenti ai marciapiedi, sono però visibili tramite delle teche atte a proteggerle. E' fuori discussione che l'incuria e l'abbandono in cui versa la stragrande maggioranza del patrimonio architettonico e archeologico dell'Italia (pensiamo a Pompei), non permette di poter creare una visione d’insieme del reale potenziale che ogni singola strada di Roma e d'Italia possiede. Sicuramente creare una rete di informazione e sensibilizzazione sulle bellezze che il nostro Paese vanta permetterebbe la rinascita dell’ economia e un indotto che rivitalizzerebbe l’Italia e gli Italiani. Questo discorso a livello “micro” è valido e applicabile anche per ciò che riguarda il nostro Municipio. Questa è quello che auspico per i cittadini del Territorio come me, per tutti quelli che ci vengono a trovare e che transitano da qui per i motivi più disparati. La storia Italiana e' costellata di inefficienze relativamente alla cura, alla manutenzione e alla valorizzazione dei beni artistici, a causa soprattutto della mala gestione delle amministrazioni. Queste ultime sono spesso cieche di fronte al potenziale a nostra disposizione, sia a livello generale che locale. La risposta e la soluzione alla crisi è davanti ai nostri occhi: apriamoli!

                  

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