lunedì 24 marzo 2014

Intervista a Lara Comi


Nata a Garbagnate Milanese, il 18 febbraio 1983.
Portavoce di Forza Italia a Saronno dal 2002 al 2005, in seguito assistente parlamentare a 21 anni Coordinatore Lombardia di Forza Italia Giovani.
Alle elezioni politiche italiane del 2008 candidata alla Camera dei Deputati nel collegio Lombardia1, risultando terza non eletta.
Alle elezioni europee del 2009, candidata al Parlamento Europeo per il Popolo delle Libertà nella Circoscrizione Italia Nord Occidentale (Piemonte – Valle d’Aosta – Lombardia – Liguria), ha riportato 63.158 preferenze, risultando la quarta eletta della Lista.
Attualmente la più giovane parlamentare italiana del Ppe,  nel gennaio del 2010, nominata coordinatrice dei giovani deputati del Partito Popolare Europeo.
Dal 2009 al 2012, Vicepresidente della commissione IMCO, (mercato interno e protezione consumatori), attualmente  membro effettivo della stessa commissione IMCO e membro sostituto della commissione ITRE, industria, ricerca , energia.
 
Onorevole Comi, sono molti gli argomenti e le battaglie che lei ha portato avanti in               Parlamento Europeo in questi 5 anni di mandato. Partiamo dal problema dei balneari.
Da anni ho sollevato la questione in sede europea, fondando anche un Gruppo di lavoro all’interno del Parlamento denominato ‘Working group on the beach’. E ho condiviso la battaglia di 30 mila imprese del settore, per lo più Pmi, che impiegano oltre 100 mila occupati e hanno un futuro incerto e investimenti bloccati a causa della direttiva servizi Bolkestein che impone le aste pubbliche agli attuali concessionari. Dopo la recente apertura dell’Europa alla revisione della direttiva ho chiesto al governo italiano di convocare subito il Tavolo di negoziazione con le associazioni di categoria per definire come intende procedere. Non c’è più tempo da perdere e io continuerò a difendere i legittimi interessi dei balneari”.
È importante far conoscere ai giovani il lavoro dell’Ue: perché è utile l'Erasmus?
La mobilità di studio e lavoro è oggi fondamentale. Dobbiamo sempre più ragionare secondo un concetto di spazio comune europeo. Il nuovo Erasmus per tutti 2014-2020 ha un budget di 15 miliardi di euro, cresciuto del 40% rispetto al precedente stanziamento. Uno sforzo importante. Ed è destinato a coinvolgere 4 milioni di giovani. Il programma prevede anche borse di studio e un nuovo sistema di prestiti agevolati per gli studenti universitari che intendono realizzare un master di uno o due anni fuori dall’Italia. Dalla sua creazione, nel 1987, più di 3 milioni di studenti europei hanno utilizzato Erasmus”.
Secondo lei ci sono sbocchi di occupazione dei giovani nell’Ue?
Oggi ci sono 3 milioni di posti di lavoro ancora vacanti nell’Unione Europea perché non si trovano figure adeguate. Un dato incredibile, che dimostra come uno dei problemi sia anche la scelta di percorsi che consentano adeguati sbocchi occupazionali. Da qui al 2020, stima la Commissione Ue, gli ambiti che presentano potenzialmente maggiori prospettive per il futuro sono la green economy, la sanità e i nuovi settori legati alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Come deputato europeo, ho promosso un tour a tappe in diverse regioni d’Italia, affiancata da esperti della formazione, per far conoscere le opportunità che offre l’Ue. Varie istituzioni, Parlamento, Commissione, Bei, Bce, Mediatore europeo, Corte di Giustizia, Comitato delle regioni, solo per citarne alcune, offrono spesso stage e tirocini che possono diventare un’occasione di ingresso nel mondo del lavoro”.
Onorevole Comi, lei ha sempre difeso il Made in Italy, quale difficoltà ha incontrato nel Parlamento Europeo?
Da quando sono entrata in Parlamento, nel 2009, mi sono spesa in ogni modo sulla battaglia per il ‘made in’ che contempli la piena indicazione d’origine ed etichettatura e che valorizzerebbe la manifattura italiana. La commissione Mercato interno del Parlamento, di cui sono membro, ha recentemente approvato la nuova proposta di regolamento. Una buona percentuale della merce che circola in Europa non sappiamo realmente da dove provenga. Il volume dei prodotti contraffatti si aggira sui 200 miliardi di euro l’anno a livello mondiale. Solo in Italia il mercato del ‘falso’ vale, secondo Confcommercio, 17 miliardi e una perdita di 185 mila posti di lavoro”.
In questo particolare momento storico, dove le difficoltà economiche riguardano l'intera Ue, perché tenere aperta la sede di Strasburgo?
La doppia sede non ha alcun senso, è solo uno sperpero di danari pubblici. Abolendo quella di Strasburgo si avrebbe un risparmio di 1 miliardo a legislatura. Sono l’unica deputata italiana facente parte del Gruppo Single Seat del Parlamento europeo che si batte per la sede unica. Nella plenaria di novembre siamo riusciti a fare approvare una risoluzione che chiede l'avvio della procedura di revisione dei Trattati. Naturalmente c’è da convincere la Francia, che ha un evidente ritorno economico da questa situazione. Ma il pressing che stiamo conducendo è sempre più forte”.
Onorevole Comi, pensa che l'Ue abbia fatto o stia facendo tutto il possibile per far riprendere l'economia?
La ricetta dell’austerity si è rivelata sbagliata, ora l’Europa, per fortuna, ha virato per una politica della crescita. Ma a mio avviso serve ridisegnare una nuova Europa, anche se sarà necessario modificare i Trattati. Occorre accelerare la road map verso le quattro unioni e arrivare in particolare all’armonizzazione dei sistemi di tassazione. Servono una politica energetica comune, una strategia europea per l’occupazione dei giovani, il superamento in maniera ‘intelligente’ del tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil, la modifica dei compiti della Banca Centrale Europea sul modello della Fed. Detto questo, però, non sono d’accordo con chi vede nell’Europa una maestra cattiva, pronta solo a bacchettarci. Anche noi abbiamo le nostre colpe. A cominciare dal modo con cui, mal gestiamo i fondi che l’Europa mette a disposizione. La metà di quanto riceviamo non riusciamo a spenderlo per nostre incapacità. Per il 2014-2020 ci sono complessivamente 100 miliardi a disposizione. Cerchiamo di svegliarci”.
Cosa pensa, in generale, della nuova proposta di legge elettorale “Italicum”?
Spero innanzitutto che passi al Senato rispettando il patto siglato tra Renzi e il presidente Berlusconi. E che non ci siano tentativi per affossarla o stravolgerla. Abbiamo visto che un nutrito gruppo di franchi tiratori del Pd rispunta periodicamente”.
Dopo 5 anni di lavoro al Parlamento Europeo, un bilancio della sua attività.
Ho vissuto cinque anni intensi nei quali ho maturato esperienza e sono stata gratificata da prestigiosi riconoscimenti per l’impegno e il lavoro profusi. Mi è stato concesso, per esempio, la responsabilità, a meno di 30 anni, e nonostante fossi la più giovane deputata italiana, di essere relatrice di dossier importanti tra cui il regolamento sulla produzione degli standard, in vigore dal primo gennaio 2013 in tutti i Paesi membri. Ho seguito la direttiva ritardo dei pagamenti, sono stata relatrice per il nuovo regolamento sulla sicurezza generale dei prodotti e sulla protezione dei dati. Sono stata relatrice ombra del parere sul libro verde in materia di ricerca e innovazione e del parere sul nuovo quadro politico per il turismo europeo. A settembre 2012 sono stata premiata a Bruxelles (Mep Awards) quale migliore deputata europea per il Mercato interno e protezione dei consumatori, unica italiana ad aver conseguito un riconoscimento e la più giovane vincitrice tra tutti i parlamentari europei. A settembre 2013 sono stata l’unica italiana scelta dagli Usa, in qualità di giovane leader, per partecipare a un progetto di scambio professionale”.
Dopo questa esperienza pensa di ricandidarsi alle Europee?
Sarò candidata nella circoscrizione Nord-Ovest che comprende Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia e Liguria. Un territorio vastissimo, di quasi 13 milioni di elettori. Alle Europee del 2009, nella stessa circoscrizione, ho riportato 63.158 preferenze, risultando la quarta eletta della lista. Oggi, a 31 anni d’età, sono la più giovane europarlamentare italiana e del Ppe”.
Quali sono le battaglie che intende intraprendere in futuro?
Ne cito una su tutte, quella sulla piena tracciabilità. Per ora sul ‘made in’abbiamo vinto una battaglia, ma c’è ancora da vincere la guerra contro gli interessi dei Paesi del Nord e della Germania a mantenere lo status quo. Gli interessi in gioco sono enormi e i danni al nostro Paese notevoli. Penso, ad esempio, all’utilizzo della pratica scorretta dell’‘italian sounding’, che sottrae 60 miliardi alla crescita dell’agroalimentare. Risponderò, comunque, come ho sempre fatto, col lavoro e i fatti ai dossier che mi verranno affidati”.

T.P.

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