L'Italia, un Paese da 20 anni senza politica.
Il New York Times, in un editoriale dedicato all’Italia, dopo la condanna del Cavaliere per frode fiscale, si scaglia contro l’incapacità della politica italiana, facendo durissime accuse al centrosinistra e alla concezione politica italiana.
Nessuno potrà
governare a Roma, dice il quotidiano newyorkese, fino a quando non si
mollerà la visione di politica di austerity imposta da Unione
Europea e Germania, non va d'accordocon il vero problema economico
dell’Italia: la crescita quasi nulla.
Infatti, fa notare
il quotidiano, il problema dell’Italia è una crescita che è
praticamente 0 da quasi 20 anni, e la recente recessione di certo non
aiuta il Paese.
In più, l'aumento
di tassazione, sicuramente non aiuta l'economia e la crescita
economica del paese, anzi, aumenta la situazione di crisi delle
famiglie italiane, che sempre maggiormente sfiorano la soglia di
povertà.
E in questa
situazione economica grave si configura anche una forte incapacità
della politica italiana di reagire, con un centrodestra leader
incontrastato nell’opinione pubblica, ed un centrosinistra debole,
sia politicamente che in una prospettiva di marketing elettorale, un
centrosinistra che non è in grado di ‘governarsi’, gestito da
“ex comunisti troppo deboli per spostarsi dalle direttive di
austerity imposte da UE e Germania”.
Ma se Berlusconi è
realmente la causa di tutti i mali, come afferma il centrosinistra?
Con la sua
condanna ci si aspettano tempi migliori per il Paese?
Ed oggi dove si
vede un'inflessione di popolarità del leader di Forza Italia, sembra
che si cerca un nuovo “bersaglio”, il Movimento 5 Stelle.
La domanda che si
fa il Times è più che legittima, e il quotidiano riesce anche a
darsi una semplice risposta: “No. Non si prospettano tempi migliori
perché il Times ritiene la classe politica di centrosinistra
inadeguata a combattere il centrodestra guidato da Berlusconi che,
anche se probabilmente terminerà qui la sua carriera politica
attiva, farà da padre nobile del partito”.
E in tutto questo,
con l’avversario politico condannato, la sinistra si trova ancora
una volta in difficoltà, stretto tra due fuochi: da una parte chi
vuole assolutamente mantenere il governo, per ‘responsabilità’
verso il Paese, dall’altra chi non vuole governare con un
condannato. In questo modo la condanna di Berlusconi, e il suo peso
politico, è caduta tutta sulle spalle del Partito Democratico, già
dilaniato per le lotte interne di leadership.
Ma qual è la
genesi di questa situazione?
Di certo una
decisiva influenza è stata data dall’impostazione politica,
soprattutto dai media, degli ultimi 20 anni che, invece di creare
fazioni in base alle idee politiche e su come affrontare i tanti
problemi della nazione, ha diviso la popolazione tra berlusconiani e
anti-berlusconiani, dimenticando per 20 anni, e chissà per quanto
tempo ancora, le reali problematiche politiche del Paese.
Per 20 anni il
Paese si è diviso tra chi credeva Berlusconi innocente e chi lo
voleva in carcere; tra chi approvava e chi disprezzava lo stile di
vita trasmesso dalle reti Mediaset di proprietà del cav; tra chi
vedeva in Berlusconi l’unica speranza per la ripresa economica
dell’Italia e chi ricordava solo la ‘balla’ del milione di
posti di lavoro. Per 20 anni in Italia non si è parlato di politica,
si è preferito spettacolarizzare la vita pubblica e spostare
l’attenzione su temi frivoli e poco importanti per il bene comune,
si è arrivati a mettere da parte la supremazia assoluta della legge
pur di salvare Berlusconi, che oggi è un pregiudicato a tutti gli
effetti. Per 20 anni in Italia non si è parlato di politica, e sono
nati i grillini, figli di una richiesta di un’amministrazione
migliore senza le minime conoscenze tecniche di funzionamento della
pubblica amministrazione, come dimostrano le numerose figuracce dei
grillini. Per 20 anni si è preferito combattere Berlusconi invece di
far politica, e i risultati sono davanti agli occhi di tutti. E se
c’è una cosa sicura, è che la colpa è degli avversari di
Berlusconi, la sua vera forza. La colpa è del centrosinistra.
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