Se
dico “CPI” sapete tutti di cosa sto parlando?
E’il
centro per l'impiego
ed è l'ufficio pubblico con cui le Province si gestiscono,
controllano il mercato del lavoro al livello locale, eroga e promuove
offerte lavorative delle aziende pubbliche e private, mettendo in
contatto domanda e offerta in un mercato sempre più ramificato e
complesso.
Il
centro per l'impiego da un po’ di tempo a questa parte ha
sostituito l'ufficio di collocamento per ciò che concerne i compiti
ad esso relativi. Il precedente ufficio fra i suoi compiti, era
preposto al rilascio del “libretto di lavoro”, un documento che
riportava la storia lavorativa del soggetto. Dal 2002, il libretto è
stato sostituito dalla “scheda professionale del lavoratore”, un
curriculum vitae più completo che tiene conto anche della formazione
oltre che di tutte le esperienze lavorative.
Negli
ultimi anni, si è rafforzata anche la funzione formativa con
l’istituzione di corsi specifici che aiutano soprattutto i più
giovani a trovare una loro collocazione nel mercato.
Per
l’iscrizione all’ufficio per l’impiego occorre aver compiuto 16
anni, o 15 se assolto l’obbligo scolastico, essere cittadini
disoccupati o inoccupati residenti o domiciliati in una provincia
italiana.
Per gli stranieri, occorre possedere un permesso di soggiorno valido. L’età massima è 65 anni.
Per gli stranieri, occorre possedere un permesso di soggiorno valido. L’età massima è 65 anni.
Per
effettuare l’iscrizione, occorre recarsi personalmente presso il
Centro
per l’impiego
più vicino con documento d’identità e codice fiscale. Presso il
centro, si compilerà un modulo ad hoc. È consigliabile portare i
documenti interenti l’ultimo contratto di lavoro oltre che un
curriculum dei titoli ottenuti aggiornato. Una volta iscritti, si
accede ai servizi del centro. L’iscrizione non è obbligatoria,
anche se per alcune aziende soprattutto pubbliche, potrebbe
costituire un prerequisito.
Secondo voi ha senso
destinare risorse economiche ai Centri per l’Impiego o sono
soldi sprecati?
Il problema in fin
dei conto non è che mancano i fondi da utilizzare, ma piuttosto
che negli ultimi anni i Centri per l’Impiego sono stati inondati
di risorse
comunitarie,
di formazione, di investimenti strutturali che non hanno portato
né risultati né migliorie al servizio erogato.
E’ un sistema
fondamentalmente centrato su circa cento province, con alcuni uffici
ciascuna, è un apparato che si basa su strutture pubbliche, mentre
fuori c’è un mondo fatto di oltre 2mila sportelli di agenzie
private
che viene totalmente ignorato dalla rete dei servizi per
l’occupazione.
Chi dice che le
strutture private funzionano meglio di quelle pubbliche non conosce
né le une né le altre, ma lo fa unicamente per attirare
l’attenzione su di se utilizzando un argomento serio come quello
del lavoro.
Sarebbe opportuno utilizzare i canali di comunicazione per informare le persone su come funzionano le strutture e quali servizi possono avere e non raccontare di risorse comunitarie, di formazione, di investimenti strutturali che non hanno portato grandi risultati, né migliorie al servizio erogato.
In ogni caso i pochi soldi arrivati in Italia sono stati gestiti dalle Regioni per pagare corsi di formazione gestiti da società private, comprese le interinali, che si sono fatte pagare a cifre esorbitanti corsi che prima erogavano gratuitamente, come i corsi di informatica!
Sarebbe opportuno utilizzare i canali di comunicazione per informare le persone su come funzionano le strutture e quali servizi possono avere e non raccontare di risorse comunitarie, di formazione, di investimenti strutturali che non hanno portato grandi risultati, né migliorie al servizio erogato.
In ogni caso i pochi soldi arrivati in Italia sono stati gestiti dalle Regioni per pagare corsi di formazione gestiti da società private, comprese le interinali, che si sono fatte pagare a cifre esorbitanti corsi che prima erogavano gratuitamente, come i corsi di informatica!
Federica De Sanctis
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