- La mostra presenta il corredo della Tomba delle mani d'argento, scoperta nella primavera del 2013 nella necropoli dell'Osteria di Vulci.
- La Tomba, databile intorno al 640-620 a.C., si distingue per la monumentalità e per l'articolazione in un lungo corridoio (dromos) di accesso e in tre camere funerarie che contenevano i resti di almeno tre individui.
La
sepoltura prende il nome dal rinvenimento di due mani in argento
sbalzato, con una lamina d'oro applicata sulle unghie di tre dita. Le
mani facevano parte di
una statua realizzata in materiali diversi (sphyrelaton).
Statue di questo tipo accompagnavano nel rituale funerario gli
appartenenti alle più ricche famiglie della società vulcente con
l'intento di compensarne simbolicamente la perdita della corporeità
e farli assurgere, sublimandone la morte, ad una dimensione ormai
eroica ed immortale.
Nell'esposizione sono
presenti altri elementi legati alla statua, in particolare numerosi
oggetti di ornamento che decoravano le vesti cerimoniali funebri.
Indicano il rango principesco dei defunti anche i finimenti di
cavallo e i resti di un carro.
Il coinvolgimento di
varie professionalità sia sullo scavo che nello studio dei materiali
e del contesto ha permesso di raggiungere risultati scientifici
insperati tenuto conto che la tomba fu depredata probabilmente un
secolo fa. L'esposizione vuole anche valorizzare quanto altre
discipline scientifiche associate all'archeologia possano contribuire
alla ricostruzione del passato.
La mostra è allestita
nelle due Sale dei Sette Colli e delle Quattro Stagioni al piano
nobile del Museo di Villa Giulia.
Nella prima
sala sono
ricostruite le tre camere della tomba nelle quali è ricollocato il
corredo vascolare restaurato.
La camera centrale
ospita una simulazione virtuale dello sphyrelaton,
affidata ad una proiezione realizzata da Soc.
Coop. a r.l. Spazio visivo. Immagine in comunicazione.
La figura appare ad intervalli regolari, accompagnata da suoni
suggestivi e da una voce che la inserisce nel contesto di
allestimento.
Due grandi pannelli
introducono alla città di Vulci ed al settore di necropoli di cui è
parte la tomba.
Nella seconda
sala sono esposti i
risultati del lavoro di restauro sulle mani d'argento e sui materiali
di metallo, tessuto e pasta vitrea, con particolare attenzione alla
"ricomposizione" delle borchiette d'oro (ne sono state
rinvenute più di 1500) su stoffa e al carro, con ricostruzione
grafica e considerazioni sul suo uso e su quello dei cavalli in quel
periodo. Le operazioni di restauro sono state eseguite dai tecnici
dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro e dalla
soc. Mastarna.
L'attenzione
si focalizza poi sulll'analisi dei resti della statua
di questa tomba e su esemplari analoghi rinvenuti a Vulci e nel suo
territorio.
Pannelli
e materiali illustrano il complesso contesto messo in luce con lo
scavo dell'Area C, in uso per tre fasi cronologiche (fase delle tombe
a fossa profonda, fase delle tombe a camera, fase dei "recinti")
e insieme presentano i risultati delle ricerche antropologiche,
archeozoologiche e paleobotaniche.
L'esposizione
dello scarabeo-sigillo, proveniente da una delle tombe a fossa
profonda, consente un approfondimento sul ruolo di Vulci nei contatti
con il Mediterraneo; è esposta anche la tegola dipinta in
white-on-red,
ad attestare la presenza di almeno un edificio con decorazione
architettonica di fine VII secolo a.C.
Completa
l'esposizione la ricomposizione di uno dei "recinti" con
olla per incinerazione posta presso un angolo.
- Data inizio mostra: 29/04/2014
- Data fine mostra: 29/06/2014
- Luogo Roma
- Sede Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia
-
piazzale di Villa Giulia 9
00196 Roma
00196 Roma
La
mostra è visitabile negli orari
di apertura del museo
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