Il Comune di
Roma ha stanziato circa 8 milioni di euro, ma potrebbe aumentare
ed arrivare agli 11 milioni di euro.
La costosa
“macchina” organizzativa era stata messa a punto qualche
mese prima dal Campidoglio.
Una cura unica
al mondo nell’attenzione riservata ai fedeli, dai trasporti
pubblici attivi 24 ore su 24, all’assistenza alle persone, ai
servizi igienici, ai duemila vigili in campo in più rispetto
all’ordinario, alla Protezione Civile che ha assoldato 2630
volontari, all’acqua gratis a volontà per tutti (4 milioni di
bottigliette), al controllo sociale (spariti gli ambulanti abusivi
sotto le Mura Vaticane per 24 ore).
Otto milioni di
euro che la giunta ha stanziato.
Il Vaticano ha
ringraziato.
Bisognava essere
sul posto per capire quante spine hanno dovuto sopportare i romani
per via delle celebrazioni.
Il piano della
mobilità, che prevedeva la chiusura ai veicoli, di certe parti della
città e l’entrata di qualche migliaio di pullman negli stalli
dislocati in vari punti cardinali di Roma, non ha tenuto conto del
Grande Raccordo Anulare.
Una volta
conclusosi l’evento religioso, domenica 27 aprile, dopo le 17,00
l’anello era impraticabile in entrambe le direzioni.
Bloccata per ore
l’entrata dello svincolo Tuscolana da centinaia pullman che
tornavano a riprendere i pellegrini alla metropolitana Anagnina.
Nel week end della canonizzazione migliaia di persone si sono messe in fila per visitare san Pietro, soprattutto le tombe dei Papi Roncalli e Wojtylia.
Ma i veri costi che Roma Capitale ha sostenuto sono molti, i “volontari” della Protezione Civile è di 400 mila euro, a cui si devono aggiungere 20 mila euro di fratini (le giacche di riconoscimento). Quattro milioni di bottigliette di acqua sono costate 430 mila euro.
Il personale
comunale in parte addetto all’acquisto di 4 milioni di bottigliette
di acqua minerale e in parte alla distribuzione è costato 160 mila
euro.
Per un totale di
un milione di euro.
Ma noi romani
alla fine che importa?
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