Dopo lo storico allestimento di Giorgio De Lullo con gli
straordinari Rossella Falk e Romolo Valli, la compagnia Venturini-De
Vita ripropone, a quasi 40 anni di distanza, quest'opera di
Pirandello creando uno spettacolo attuale e coinvolgente.
E' il dramma della gelosia, di una gelosia pazzesca e
furibonda, in cui viene scolpita una donna, Marta (a cui Federica De
Vita dà grande forza e spessore), “creatura moderna e complessa,
simbolo dell’ambiguità di tutti i tempi che coinvolge ed emoziona
lo spettatore fino alla fine” (T. De Matteis)
Opera composta nel 1926 ed appartenente al secondo
periodo creativo di Pirandello, vede al centro dell'azione una figura
femminile di notevole spessore, Marta, l'amica delle mogli, donna
ambigua ed enigmatica, la quale non si è mai sposata ed è diventata
la preziosa consigliera delle proprie amiche, oltre che
l'irraggiungibile oggetto del desiderio dei loro mariti.
Marta, sospesa tra innocenza e perversione, non sa
nemmeno lei stessa dove finisca la sua disponibilità altruistica e
dove cominci il desiderio di affermazione personale, realizzato
attraverso l'imposizione sulle amiche dei suoi comportamenti, dei
suoi gusti e delle sue scelte.
Intorno a Marta ruotano altri quattro personaggi: Venzi,
follemente innamorato di lei ed animato da una irragionevole e
pirandelliana gelosia; Viani, socio ed amico di Venzi, il quale ha
incaricato la donna di arredargli la casa in cui andrà a vivere con
la moglie; infine Elena ed Anna, mogli rispettivamente di Viani e
Venzi.
Dopo lo storico allestimento di Giorgio De Lullo con gli
straordinari Rossella Falk e Romolo Valli, la compagnia Venturini- De
Vita ripropone, a distanza di quarant'anni, quest'opera di Pirandello
creando uno spettacolo attuale e coinvolgente. "L'Amica delle
Mogli" non è solo il dramma della gelosia, di una gelosia
pazzesca e furibonda, ma è anche il dramma dell'ambiguità in cui si
staglia la figura di Marta (a cui Federica De Vita dà grande forza e
spessore), donna moderna e complessa come il clima che le incombe
intorno e di cui è l'involontaria causa, un dramma ch'ella vede
ingigantire e di cui sente tutto l'orrore e la disperazione senza
alcuna speranza di salvezza.
Il pensiero di Pirandello è espresso
pienamente nella tragedia improvvisa dell'uomo che, essendosi sempre
accontentato di lasciarsi vivere, vuole uscire dal suo "Io"
per manifestarsi nella propria realtà; nella schizofrenia generata
dal conflitto tra apparenza e realtà, tra individuo e mondo esterno;
nell'amore che, pur essendo per l'autore sempre freddo e distaccato
anche se accompagnato dal sospetto e dalla gelosia, sfocia in dramma.
La regia di Franco Venturini punta a
coinvolgere lo spettatore in questo gioco ambiguo fino alla
fine, caratterizzando i personaggi e muovendoli con precisione
assoluta. La figura di Marta risente probabilmente della passione che
Pirandello nutriva per l'attrice Marta Abba, per la quale scrisse la
commedia e che la ebbe come prima interprete.
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