Nel
quartiere Tuscolano di Roma esiste una piccola villa, poco
conosciuta, eppure questa villa ha una sua storia da raccontare che
parla di poeti e artisti, della specualazione edilizia che ha
devastato la nostra città nel secondo dopoguerra. E' villa Lais.
Dal
catasto Gregoriano del 1818 risulta che nella zona oggi occupata da
villa Lais esisteva una Vigna Costantini con un edificio composto da
vari corpi di fabbrica disposti a semicerchio, un lungo viale
alberato la collegava alla via Tuscolana. Più tardi sorsero due
“valcherie”, opifici per la lavorazione della lana presso il
corso dell’Acqua Mariana. Nella pianta dell’Istituto Topografico
Militare del 1872-5 risulta esserci anche una cava di pozzolana,
mentre la valcheria è diventata un mulino che poi sarà il Mulino
Natalini. Nel 1906 appare per la prima volta il nome “Orti Lais”.
I
Lais iniziano la trasformazione della rustica vigna in residenza
borghese di campagna senza per questo cancellarne la destinazione
agricola – industriale. Questa trasformazione è testimoniata da
una lapide (finto stile paleocristiano) del 1905 di dedicazione della
cappella alla Vergine Madre di Dio. Venne creato un giardino
padronale limitrofo al Casino, vennero costruiti edifici di servizio
(vaccheria, garage scuderia, serra, case d’abitazione per il
giardiniere e gli addetti alla produzione).
Lanciani
segnala nel 1907 il ritrovamento nella vigna di un tratto di basolato
forse appartenente all’antica via Tuscolana.
La
creazione del quartiere negli anni Cinquanta, ma ancora di più negli
anni Sessanta, segna il restringimento della villa nelle dimensioni
attuali. Nel 1979 la villa, ormai in abbandono, viene acquistata dal
Comune che subito l’apre al pubblico ed inizia il restauro degli
edifici. La superficie attuale della villa è di 2,6 ettari.
L’edificio
principale si presenta come un parallelepipedo movimentato da due
corpi rialzati ai lati, uno decorato come una torretta con finti
beccatelli e finestrini ad arco, l’altro presenta l’appendice
della cappella. Gli interni presentano interventi decorativi a
tempera. Il pianterreno era l’ambiente di rappresentanza della
villa. Ogni stanza ha una decorazione particolare. Una ha il soffitto
floreale liberty, un vestibolo contiene piccoli “falsi” murati
alle pareti e soffitto a grottesche, un terzo ambiente è dedicato
all’araldica con una galleria di ritratti di personaggi illustri.
Al piano superiore una sola stanza è arricchita di delicati grafismi
floreali dai tenui colori pastello.
La
cappella sembra un’abside rovesciata, sfrutta i temi ornamentali
paleocristiani e romanici. All’esterno si vede una cortina di
mattoni interrotta in alto da file di dentelli ottenuti con spigoli
di mattoni trasversali. L’ingresso ha una sovrapporta con timpano
triangolare e peducci che racchiude un dipinto a falso mosaico.
L’interno è completamente affrescato a finti mosaici
paleocristiani. Il pittore è identificabile perché si è firmato:
Oreste Mander, certamente un pittore – restauratore operante nelle
botteghe del tempo.
Nella
villa si trovano tre casali di forme rustiche, uno espone la targa
1901, un altro era abitazione di servizio mentre oggi è occupato
dall’Ama, l’ultimo – anch’esso alloggio di servizio – è di
più recente costruzione perché non appare nella carta del 1934.
Altri due piccoli manufatti erano la casa del giardiniere e la
scuderia (poi garage).
Oggi
nella villa ha sede il Centro Famiglie con biblioteca e attività
culturali e ricreative. Tale centro si pone come punto di riferimento
per i genitori del quartiere al fine di realizare incontri e scambi
di esperienzae con esperti sui grandi e piccoli problemi del mestiere
di genitore. Vi è inoltre un Centro Diurno Villa Lais per la
riabilitazione e il reinserimento socio lavorativo di pazienti
affetti da disturbi psichici. La cappella di famiglia è dal 2003
sala matrimoni di rito civile per il Comune.
La
villa è stata riqualificata e riaperta al pubblico nel maggio 2006
dopo dodici mesi di lavori. Prima di intervenire l’arch. Massimo
Carlieri ha studiato le foto e la cartografia che la sovrintendenza
gli ha fornito. In questo modo è stato possibile il recupero degli
elementi naturalistici originali.
E’
stato reimpiantato il filare di pioppi cipressini che dall’ingresso
conducono al Casino padronale. Sono riapparse le scogliere in tufo e
le aiuole circolari, per distinguerle da quelle quadrate e
rettangolari della parte nuova dove si trovano i pini. E’ stata
introdotta un’area cani a sinistra dell’ingresso di piazza
Cagliero, con entrata separata. E’ stato realizzato un impianto di
illuminazione, con lampioni stile Pincio e armature di sostegno come
a Trastevere. Le lampade sono agli ioduri metallici per mantenere il
colore delle essenze arboreee. E’ stato realizzato un impianto di
irrigazione e di smaltimento delle acque piovane. I viali
sono stati riqualificati attraverso la sostituzione della ghiaia con
un impasto. In questi viali ha passeggiato anche il poeta Gabriele
D’Annunzio.
L’ingresso
principale della villa è da piazza Giovanni Cagliero. Percorso il
viale di ingresso ci troviamo davanti ad un boschetto di lecci. Sul
terrazzo rotondo della casa padronale (stemma) si arranpica un
vecchio rampicante lillà. Girando sulla destra percorriamo un
vialetto di palme nane o di san Pietro e scorgiamo una svettante e
meravigliosa Washigtonia Filifera(palma). Sempre sulla destra, di
fronte al Casino, possiamo ammirare un piccolo bosco di alberi di
alto fusto: pini e cedri, questi nascondono una inconsueta sequoia e
un bell’esemplare di albero di Giuda.
In
questi ultimi giorni la villa è stata nuovamente restaurata dal
comune di Roma. Con 32.000 € sono stati potati alberi e siepi,
riverniciati i giochi per i bambini, posizionati nuovi giochi con
pavimento antitrauma, ritinteggiate le panchine, ripristinato il
pavimento in porfido, create due aree per cani, ripristinate le
soglie a gradoni del teatro all'aperto, restaurato lo scivolo per i
disabili.
Filippo
Lais (1853-1941) fu ingegnere idraulico, presidente del Consorzio
dell’Acqua Mariana, fu erudito conoscitore di storia romana1979.
Era
allora sindaco di Roma Giulio Carlo Argan (1976-1979), da settembre
1979 gli subentrò Luigi Petroselli.
Pitture
fatte ad imitazione di quelle trovate nella Domus Aurea a partiere
dal Cinquecento. Figurine esili ed estrose si uniscono a decorazioni
floreali e geometriche in genere su fondo bianco o monocromo. Tali
figurine danno origine a cornici. Raffaello e Pinturicchio, tra gli
altri, le studiarono e replicarono.
Restauro
Villa Lais del 2006. Tutte le notizie sul restauro e quella relativa
a D’Annunzio da: cronaca di Roma de la Repubblica del 23 maggio
2006, articolo a firma di Cecilia Gentile. Giovanni Cagliero.
Castelnuovo d’Asti 1838 – Roma 1926. Sacerdote salesiano,
cardinale. Fu missionario in Patagonia. Delegato apostolico. Vescovo
di Frascati. Nel 1936 gli fu intitolata la scuola Elementare di Roma
all’angolo tra la via Tuscolana e la via delle Cave.
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