venerdì 20 giugno 2014

Editoriale: “Italia uguale disperazione”?


Digitando le parole, “disoccupazione Italia”, sul motore di ricerca di Google appare immediatamente un'immagine preoccupante, in bella vista, il tasso di disoccupazione ad ottobre del 2013 era del 12,5%, un dato allarmante, preoccupante.

Digitando costituzione italiana, sempre sul motore di ricerca Google, appare come primo risultato il sito del Governo Italiano, Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Costituzione della repubblica Italiana, nei principi fondamentali compare l'articolo primo:

Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Sempre nella nostra ricerca di comprendere e di capire se il problema è prettamente nostro, che non troviamo lavoro, perchè non adeguatamente preparati o ci presentiamo male, scopriamo che “Ocse: nel 2014 in Italia più disoccupati Il 53% dei giovani lavoratori è precario”
Ci spaventiamo il 53% dei giovani disoccupati un dato che mette i brividi.
Non vogliamo, fermarci a delle semplici percentuali o statistiche, il disoccupato, non è solo un numero.
Dietro ogni numero spesso si celano delle storie fatte di illusioni, speranze, tenacia, ambizione e ridimensionamento, preocupazione, paura, se non terrore di non farcela.

Vi raccontiamo una storia, una storia vera!

Era il 27 ottobre del 2013.
“Oggi abbiamo incontrato una persona che conosciamo bene.
40 anni di amicizia.
Ci siamo fermati, salutati e dopo le solite parole di rito, come stai? A casa tutti bene? Ci siamo resi conto che il nostro amico non diceva la verità le sue risposte erano evasive.
Abbiamo deciso di insistere, i suoi occhi erano spenti e non sosteneva mai il nostro sguardo e notavamo, inoltre, uno stato di insofferenza.
Non volevamo assolutamente mollare, abbiamo capito che c'era qualcosa che non andava, qualcosa di importante, non è da lui questo comportamento.
Per mantenere l'anonimato lo chiamiamo “Tizio”.
Tizio, è stato, e è, una persona solare, gioviale e molto socievole, un professionista serio, una bella famiglia, una moglie dolce e dei figli piccoli ma adorabili.
Dopo molto, viste le nostre insistenze, crolla e Tizio inizia il suo racconto.
Tizio è un anno che non lavora, ha provato in tutti i modi, prima di decidere che era arrivati il momento di gettare la spugna, tutti i suoi guadagni, di 25 anni di lavoro, li ha riversati nella sua attività, sperando che prima o poi arrivava il contratto che lo avrebbe fatto rialzare.
Ha nascosto questa situazione a tutti gli amici, per vergogna, per orgoglio, per non sentirsi un fallito, o peggio giudicato.
Si è ritrovato ad una età, 47 anni, che è difficile tornare alla paghetta settimanale, stare a casa e aspettare la moglie che precaria tornava dal lavoro.
I suoi genitori per quello che potevano hanno provato ad aiutarlo, con soldi, la spesa, ma anche li non potevano continuare, genitori anziani, ed anche malati.
Ha scoperto che per dare i soldi a lui, i suoi genitori non si compravano le medicine, quindi altra bugia, state tranquilli le cose migliorano, ma non è vero anzi peggiorano...
A casa, la situazione diventa giorno dopo giorno sempre più critica, per quanto prova a nascondere la situazione anche ai suoi figli, il nervosismo si sente.
Ho provato a fare di tutto, ho cercato qualsiasi lavoro, anche lavare i piatti, ma nulla.
Le bollette non pagate aumentano e non solo le bollette...
Le promesse di lavoro, anche li tante, dai soliti pagliacci, portando sempre di più un uomo disperato al punto del non ritorno.
Dopo molte insistenze da parte di Tizio, nei confronti dei buffoni di mestiere, arriva la cruda realtà, sai, in questo periodo non c'è lavoro, sai c'è crisi, sai stanno chiudendo tutti...
"Strano! prima promesse poi crisi?"
Ma Tizio da fondo a tutto, prova, continua ad inviare i suoi curriculum, prova anche con altri lavori prova tutto ma niente.
Oggi decide di uscire per non rientrare più a casa, una bocca in meno da sfamare, questo è quello che ci dice!
In silenzio, senza dire niente a nessuno, decide di andare via, no, non si tratta di scappare si tratta di dare una possibilità in più ai suoi figli, ė un piatto di pasta in più per loro.
Non possiamo accettare questa soluzione, per noi gli amici non sono quelli del caffè al bar o della pizza, per noi gli amici sono quelli presenti in momenti di difficoltà, e noi per Tizio siamo qui, qui per aiutarlo, senza se senza ma.
Tizio si risente non voglio n'è la compassione n'è l'elemosina, voglio la mia dignità di uomo marito e padre.
Noi Tizio possiamo darti il nostro sostegno economico per uscire dal buco in cui ti trovi, possiamo cercare tramite il passa parola, se ancora c'è qualche anima bella che può darti un lavoro.
Comunque Tizio ricordati che noi siamo qui.
Abbiamo portato a casa Tizio, abbiamo aspettato che Tizio raccontasse la sua geniale idea alla moglie.
Poi siamo andati via con il cuore gonfio ed un'infinità tristezza e rabbia."

La cosa ci fa veramente adirare, vedere l'impotenza di una persona, conoscere i suoi sacrifici, le sue capacità professionali e vederlo così, non siamo più esseri umani, ma bestie, è intollerabile l'indifferenza, ci fa “incazzare”, chi con promesse da marinaio, ha dato delle false speranze, ci disgusta chi ha speculato sulla sua situazione di fragilità. Ma tizio è una P.IVA quindi non ha diritto a nulla!

Questa è una storia vera, una storia fatta di dignità, delusione, sofferenza, speculazione, la situazione di Tizio non è cambiata, anzi è peggiorata!”

A voi buffoni, che promettete mare e monti, pensateci bene prima di parlare; di fronte a voi. non avete un numero in più per voi, avete un'essere umano, con problemi, con una moglie, con dei figli, con delle necessità.
Ma alla fine a voi che vi interessa?
Non avete problemi economici, non sapete che significa!
Consapevoli che questa storia non porterà da nessuna parte e pochi avranno il coraggio di farla conoscere, volete saper il perchè?
Semplice, è meglio non pensare a chi sta male, a chi soffre, non è alla fine un problema nostro.







Nessun commento:

Posta un commento