Ieri 8 Giugno ci
siamo imbattuti in un articolo del quotidiano del Tempo “Fata
Boldrini trasforma i barbieri in parrucchieri”.
Non so voi, ma la
nostra indigniazione è stata enorme.
Sicuramente le
dinamiche di palazzo a noi sono oscure, ma le dinamiche della
polopazione, delle persone che non arrivano a fine mese, dei
disoccupati, degli esodati, dei portatori di handicap, delle
minoranze senza voce, le conosciamo, e anche bene.
L’ultimo grido dei
senza voce: un suicidio al giorno tra i disoccupati. Record di casi
per motivi economici, ciò che sembra caratterizzare il fenomeno
suicidario è la sua forte interdipendenza con la crisi
economico-occupazionale, ma si, che sarà mai, meglio una messa in
piega in più o un colore all'ultima moda.
Il
Tempo: “Taglio, messa in piega, colore e permanente, da domani la
Camera fornirà anche questi servizi. È da tempo che le parlamentari
reclamano i parrucchieri in nome del pari trattamento con i colleghi.
Perchè, è stata la lamentela ricorrente, «dobbiamo uscire dal
Palazzo per una piega quando i deputati possono farsi in qualsiasi
momento barba e capelli?» Così siccome il «problema» era
particolarmente sentito e siccome anche in questo, sostiene più di
una deputata, si vede la piena attuazione delle «pari opportunità»,
ecco che il presidente della Camera Laura Bondrini ha cercato di
rimediare a questa carenza.
Una
recente delibera del Collegio dei Questori ha disposto un servizio di
parrucchiere da affiancare a quello di barbiere”.
Possiamo
comprendere l'indignazione delle nostre parlamentari, possiamo capire
che non avere le stesse opportunità dei loro colleghi uomini è
fastidioso, possiamo comprendere il disagio di dover uscire per fare
una piega, ma si del resto chi non lo fa?
Sicuramente
il dipendente comunale, il bidello, il commerciante, l'impiegato, il
disoccupato, chi non ha il suo barbiere interno, scusate siamo
maschilisti non abbiamo pensato alle donne da oggi ogni categoria
deve avere il suo parrucchiere, non è possibile che le persone si
tagliano i capelli, una messa in piega anziché la barba, fuori dal
posto di lavoro.
Vi
ricordate il termine “spending review”, questo termine diventato
il cavallo di battaglia di molti politici, naturalmente non è questo
il caso, sempre dal il Tempo: “Non
ci saranno assunzioni nè aumento dei costi e tantomeno listini di
favore. La segreteria della Boldrini ci tiene a precisare che con
questo servizio, la Camera addirittura ci guadagna. Come? I barbieri
infatti si sono riconvertiti in parrucchieri. La segreteria del
presidente spiega che i sette barbieri operativi a Montecitorio già
in parte esercitavano le funzioni di parrucchiere su richiesta di
alcune deputate. Capitava infatti che qualcuna avesse bisogno di una
piega espressa e invece di uscire dalla Camera, prendere appuntamento
con un parruchiere e mettersi in attesa, chiedesse a un barbiere di
improvvisarsi coiffeur. Insomma tra una barba e un’altra, un paio
di bigodini non si negavano a nessuna. Il problema era però che
questi servizi extra venivano fatti a prezzi da barbiere che, come si
sa, sono più bassi di quelli di un parruchiere. Un conto è fare una
sfumatura maschile e un conto è invece tagliare una chioma
femminile”.
Dignità!
T.P.
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