L'atac è un pozzo senza fondo, 1,6
miliardi di perdite negli ultimi 10 anni.
È la più grande azienda di trasporto
pubblico in Italia, ma a livello contabile è un pozzo senza fondo,
una sorta di buco nero che inghiotte e consuma risorse milionarie.
L'atac in questi anni è passata da uno
scandalo all'altro da parentopoli ai bigletti clonati.
Otto indagati per quarantanove assunzioni sospette.
Sono i numeri dell’inchiesta sulla Parentopoli all’Atac.
Adalberto Bertucci, Luca Masciola, Antonio Marzia, Vincenzo Tosques,
Riccardo Di Luzio, Mario Marinelli, Tullio Tulli e l’assessore
Marco Visconti sono tutti accusati di abuso d’ufficio.
Tra le assunzioni “a chiamata diretta” da parte della società
controllata dal Comune hanno fatto rumore quelle di alcuni ex
esponenti dei Nar (Francesco Bianco e Gianluca Ponzio), della ex
cubista Giulia Pellegrino, di alcuni parenti dello stesso Bertucci
tra i quali il genero Patrizio Cristofari, diventato dirigente con
uno stipendio annuo di 150mila euro.
Le assunzioni sono avvenute tra la fine del 2009 e l’inizio del
2010, quando le società Trambus Spa e Metro Spa sono entrambe
confluite nell’unica Atac Spa.
Poi passiamo ai biglietti clonati.
Nel 2008 si sigla un patto bipartisan
per la pacificazione e la continuità nella gestione dei trasporti
capitolini tra centrodestra e centrosinistra in una cena a casa
dell'ex ad dell'Ente Eur, Riccardo Mancini, braccio destro di
Alemanno.
Si blinda un sistema che consente la
produzione di milioni di titoli di viaggio paralleli che non sono
fatturati e che producono un fiume di denaro da spartire.
L'incredibile frode denunciata in una
relazione finita in Procura e confermata da un'altra indagine
interna.
Sono circa 463mila i titoli di viaggio
originali destinati al circuito "macchine emettitrici
automatiche di biglietti" di Atac che sarebbero stati alterati
"apponendo sulla fascia magnetica un falso codice esadecimale e
un falso timbro di emissione per poi distribuirli per la vendita al
dettaglio ai singoli rivenditori". Così sarebbero stati indotti
in errore "ignari acquirenti, con corrispondente danno per la
società di trasporto pubblico Atac che non percepiva gli introiti
delle vendite".
Oggi che succede?
Blitz della Guardia di finanza negli uffici Atac in via
Prenestina.
Nel primo pomeriggio di ieri gli uomini della fiamme gialle si sono presentati per visionare i documenti dei dipartimenti Amministrazione e finanza, Affari legali, Acquisti e Appalti dell’azienda capitolina.
Sotto osservazione ci sono le carte che riguardano il sistema-ticket, dopo lo scandalo della bigliettazione parallela che avrebbe sottratto centinaia di milioni dalle casse della municipalizzata del trasporto pubblico di Roma.
I finanzieri, in oltre un’ora di perquisizione, hanno ascoltato i dirigenti Maria Grazia Russo (settore Finanza) e Franco Middei (area legale e acquisti). Oltre alle carte, che riguardano atti antecedenti al 2010, sono stati sequestrati dei computer.
Quello che vogliono capire al Nucleo tributario, che sta spulciando tutti i documenti, è se l’ex ad fosse a conoscenza della presunta truffa. Non solo. Perché nella falla della bigliettazione c’è anche il sistema dei ticket falsi comprati a minor prezzo dagli edicolanti, grazie all’intervento di alcune società appaltatrici.
Questo giro d’affari sarebbe estraneo alla municipalizzata, che si sarebbe vista sottrarre oltre mezzo milione di biglietti da un informatico della Exopel, Massimo Muraglia (che ha patteggiato una pena di un anno e 8 mesi). Il blitz di ieri però è tutto concentrato su Atac, per capire se ci sono delle responsabilità interne all’azienda e dei top manager che in questi anni l’hanno guidata.
Roma Capitale, ma Capitale di cosa? D'italia o degli inciuci?
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