sabato 7 giugno 2014

“Modello Roma o Disastro Roma”?

Lo sapete perché a Roma non passano gli autobus?
E perché non si fa la differenziata?
Come mai non c’è ancora la Metro C?
E come si concretizzano gli sprechi del bilancio di Roma Capitale?

Nel 2008, per risanare la disastrosa situazione finanziaria del Comune di Roma, lo Stato si accolla tutti i debiti che esso ha accumulato fino a quel momento, pari a circa 22 miliardi di euro.
In questo modo a Roma Capitale viene data una straordinaria opportunità: un condono totale dello sfascio conseguente a decenni di malgoverno per poter ricominciare da zero. E il Comune che fa? Invece di imparare la lezione e cominciare finalmente a gestire il denaro in maniera efficiente, continua a sperperare i soldi pubblici come o peggio di prima, accumulando altri debiti che ancora una volta saremo noi cittadini a dover pagare attraverso l’aumento delle tasse, senza alcun miglioramento nella qualità dei servizi e della vita per i romani.

Dalla Relazione del Ministero dell’Economia sulla verifica amministrativo-contabile chiusa a gennaio 2014, pagina 21: “Il vantaggio ottenuto dall’ente a seguito dell’accollo da parte dello Stato degli oneri a servizio del debito contratto antecedentemente al 28.04.08 si è tradotto nell’anno 2009 in un incremento della spesa corrente di importo addirittura superiore, che, negli anni successivi, ha proseguito la sua costante crescita. A distanza di 5 anni, la spesa corrente è aumentata di circa 900 milioni di euro, anche tenendo conto dei principali effetti distorsivi verificatisi.
Così come avvenuto a livello previsionale, non è ravvisabile dai dati dei rendiconti l’avvio da parte dell’ ente di interventi di revisione della spesa che, con l’ausilio degli interventi straordinari posti in essere da parte dello Stato, avrebbero dovuto consentire il raggiungimento di uno stabile equilibrio di bilancio”. 


 
Alcuni servizi che sono ritenuti essenziali (quali trasporto pubblico, gestione e smaltimento dei rifiuti, gestione del patrimonio culturale e artistico, farmacie comunali e perfino assicurazioni) vengono gestiti dal Comune di Roma non attraverso il ricorso a fornitori esterni, ma mediante aziende municipalizzate, cioè controllate dal Comune stesso: ufficialmente ciò avviene al fine di garantire a tutti i cittadini l’accesso ai servizi ad un costo più contenuto e avere il controllo strategico di settori particolarmente importanti, ma di fatto risponde all’esigenza di distribuire a pioggia poltrone e posti di lavoro in cambio di consenso elettorale. Il risultato? I costi lievitano in modo enorme, i servizi sono del tutto inadeguati e le municipalizzate diventano dei veri e propri buchi neri, costantemente in perdita, che occorre continuamente soccorrere con cospicue iniezioni di denaro pubblico. 

 
Gli stralci che seguono sono tratti testualmente dalla Relazione del Ministero dell’Economia sulla verifica amministrativo-contabile chiusa a gennaio 2014, pagina 102 e seguenti, e riguardano l’ATAC, azienda di gestione del trasporto pubblico di cui Roma Capitale detiene il 100% del capitale sociale. Non occorre essere dei tecnici per rendersi conto della gravità della situazione, che nei prossimi anni, a detta degli esperti, non è destinata a migliorare in alcun modo. Il tutto in relazione ad un servizio essenziale, quale quello del trasporto pubblico, che nell’esperienza quotidiana dei cittadini appare sempre più deficitario e non sufficiente per soddisfare le loro esigenze di vita, sia pure minimali.

E’ possibile rilevare che nel periodo 2008-2012 la società ha costantemente prodotto perdite. In particolare, nel corso del 2010, è stata conseguita la perdita più rilevante, pari ad € 319.109.625,00. Pare il caso di sottolineare che, volendo estendere l’indagine anche a precedenti esercizi dal 2004 al 2007, si registrano ulteriori significativi dati da cui si evince che per individuare un risultato positivo di esercizio occorre risalire all’anno 2005.

Riepilogando,
ATAC ha prodotto dal 2004 al 2012 esclusivamente perdite, ad eccezione dell’anno 2005. In tale periodo le perdite medie registrate sono state pari a circa 130 milioni di euro. Anche l’anno 2013 si avvia a chiudersi con una consistente perdita di esercizio, stimata in circa 151 milioni di euro in sede di approvazione del bilancio di previsione di Roma Capitale per l’esercizio 2013.

Inoltre si rammenta che Roma Capitale è intervenuta nel corso dell’anno 2011
accollandosi il contratto di finanziamento che ATAC aveva stipulato con Cassa Depositi e Prestiti nel corso dell’anno 2005, ponendo in essere, in tal modo, una sostanziale ricapitalizzazione della società.

Sempre nel corso dell’anno 2011, secondo quanto riportato nella nota integrativa al bilancio, risultano effettuati versamenti in conto futuro aumento di capitale da parte di Roma Capitale per complessivi
€ 26.800.000, destinati al finanziamento del piano degli investimenti del trasporto pubblico locale.

Inoltre, sempre nel medesimo anno, in considerazione di quanto previsto dal Piano Industriale 2011-2015, sono state realizzate due significative operazioni che hanno previsto, da un lato, la ricapitalizzazione di ATAC, attraverso il conferimento della partecipazione al 100% in ATAC Patrimonio del valore di
€ 454.560.000, al netto del finanziamento ricevuto dalla Cassa Depositi e Prestiti di cui si è fatto carico Roma Capitale, e, dall’altro lato, il conferimento di 47 treni da parte di Roma Capitale per un valore di 290,7 milioni di euro.

La presenza di un
elevato numero di dirigenti e di personale amministrativo fa emergere la particolare ampiezza e complessità della struttura che, in considerazione anche dei risultati conseguiti, richiede, presumibilmente, qualche opportuno ripensamento al fine di orientare la stessa verso un maggiore efficientamento che possa anche assicurare un più puntuale raggiungimento degli obiettivi individuati dagli organi di governance.

Con riferimento all’attribuzione di
incarichi per prestazioni e consulenze professionali, si rappresenta il seguente andamento, da cui emerge un significativo picco dei costi nell’anno 2009 e un incremento degli stessi costi nel corso del 2012 rispetto agli ultimi due anni.

Con riferimento ai debiti, invece, si registra l’andamento riportato nella tabella che segue, dalla quale si evince
un rilevante aumento, nel periodo considerato, delle voci relative ai debiti verso banche, verso fornitori e per altri debiti.

In conclusione, dunque, la situazione di ATAC S.p.A. appare
particolarmente allarmante, in considerazione dei costanti risultati negativi conseguiti e dell’assenza di concreti riscontri alle azioni di razionalizzazione e contenimento della spesa programmate.
La necessità di garantire alla città un servizio indispensabile quale quello fornito da ATAC, che con ogni probabilità verrà prorogato anche per il prossimo futuro, lascia presagire, con ogni probabilità, che
Roma Capitale dovrà intervenire nuovamente in futuro, come già fatto in passato, per ricapitalizzare la società, con le conseguenti ricadute sul bilancio dell’ ente.







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