Un antico tunnel,
costruito in tempo di guerra da Mussolini, con la funzione di
collegare una futura linea della metropolitana da Centocelle alla
Stazione Termini è stata trasformata in una maxi serra per la
coltivazione di piantagioni di marijuana.
Non è di Atac ne di
Ferrovie.
Eppure il tunnel sotto lo scalo di Centocelle esiste.
Voluto da Mussolini è stato prima una fungaia.
Il tunnel abbandonato
è lungo circa 4 chilometri, sarebbe servito per una variante della
linea ferroviaria Roma - Fiuggi che passa ancora oggi su via Casilina
e arriva a Giardinetti .
Quella che ancora
oggi viene chiamata da molti la "metropolitana di Mussolini",
situata in via degli Angeli al Quadraro Vecchio nei pressi della
stazione Casilina, ha catturato l’attenzione di un 57enne titolare
di un’azienda agricola che ha pensato bene di collocarvi alcune
serre per la coltivazione di cannabis!
Il
13 agosto all’interno della fungaia i baschi verdi hanno trovato
ben 340 chili di sostanza stupefacente, da cui sarebbero state
ricavate circa 340 mila dosi con un guadagno stimato in circa 3
milioni di euro.
Il
progetto della Metropolitana risale al 1942, cominciati a ridosso
dell'entrata in guerra, i lavori si
bloccarono
con i combattimenti e ripresero solo all'inizio degli anni Cinquanta,
ma senza un vero e proprio obiettivo. Vennero utilizzati i cantieri
della metropolitana per dare lavoro agli sfollati che assediavano
Roma. Ma nel giro di pochi anni il progetto venne abbandonato del
tutto.
Oggi il tunnel si presta a diventare discarica, rimessa abusiva, magazzino per traffici più o meno leciti. Quattro lunghi chilometri di nulla sotto la responsabilità di nessuno.
Oggi il tunnel si presta a diventare discarica, rimessa abusiva, magazzino per traffici più o meno leciti. Quattro lunghi chilometri di nulla sotto la responsabilità di nessuno.
Ormai
le gallerie come tutte le opere abbandonate nel dopoguerra,
sono state occupate da fungaie e da sfasciacarrozze.
C’
è anche chi ha detto: “Sono tutte opere dimenticate con il tempo
che in fondo, oggi non servirebbero a nulla".
Quanta
ipocrisia.
Federica
De Sanctis
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