Roma è una città
che si presta ad infinite variazioni sul suo magnifico tema, la sua
Storia e la sua Grande Bellezza non si limitano ad un centro storico
universalmente conosciuto per i monumenti, per la vivacità culturale
e commerciale, ma si allargano a zone meno celebrate, eppure capaci
di regalare emozioni e scoperte che arricchiscono l’esperienza di
un soggiorno nella Città Eterna.
Un territorio
perfetto per chi vuole allargare il suo sguardo oltre la cerchia
delle mura che cingono la Roma classica è quello dell’attuale VII°
Municipio che, dalle Mura Aureliane si estende verso sudest, lungo
gli assi delle Vie Appia Nuova e Tuscolana; una zona facile da
raggiungere, grazie alla Metro A, che coniuga antichità e tempi
moderni in un mix di spettacolari aree verdi ed archeologiche con
architetture urbane utili a comprendere lo sviluppo, spesso
disordinato e, in alcuni casi, storicamente e culturalmente
determinante, della città in tempi recenti.
Vediamo alcune delle
molte possibilità che si aprono scegliendo di dedicare parte di un
soggiorno a Roma a questa zona.
In una metropoli
come Roma non è facile trovare luoghi che permettano di osservare
l’ambiente esattamente com’era secoli fa, senza l’inevitabile
“intrusione” nel panorama di elementi moderni, siano questi
edifici o, semplicemente, strade asfaltate e automobili; uno di
questi luoghi si trova proprio qui ed è il Parco degli Acquedotti,
che fa parte del Parco Regionale dell’Appia Antica: un’area verde
di oltre 240 ettari, caratterizzata dall’imponente presenza degli
acquedotti che servivano Roma, da resti di importanti ville romane
come quella delle Vignacce e dei Sette Bassi.
Il Parco degli
Acquedotti è uno scorcio di Agro Romano rimasto inalterato nel
tempo, per questo consente di godere degli stessi panorami
immortalati da pittori dei secoli passati, è spesso utilizzato come
set per riprese cinematografiche (Paolo Sorrentino vi ha ambientato
parte del film vincitore dell’Oscar 2014 “La Grande Bellezza”)
e, con un pizzico di fortuna, visitandolo nei fine settimana è
persino possibile imbattersi in qualche drappello di legionari romani
con elmi, corazze, lance e spade, che si esercitano in combattimenti,
manovre e formazioni “a testuggine”.
Cinecittà: oggi
questa parola indica anche una zona di Roma, ma è innanzitutto il
nome di una realtà nata in un periodo della nostra Storia, gi Anni
Trenta del secolo scorso, principalmente per sfruttare a scopi
propagandistici le potenzialità della “Settima Arte”, ma che è
stata fondamentale per lo sviluppo della cinematografia italiana.
Oggi, gli Studi nei
quali sono stati girati oltre 3000 film, 47 dei quali vincitori di un
Premio Oscar, si possono visitare scegliendo tour individuali o di
gruppo per vedere i grandi set, le scenografie, i costumi ed i
macchinari; particolare attenzione è riservata alle famiglie con
bambini, per i quali è attivo il laboratorio CineBimbiCittà e sono
previste visite speciali. Anche per le gite scolastiche, una tappa
agli Studios di Cinecittà rappresenta una possibilità unica per far
vedere ai ragazzi come nascono i film; mostre permanenti e temporanee
completano la proposta di conoscere da vicino, anzi da dentro, un
mondo del quale siamo abituati ad apprezzare solo il prodotto finale.
Negozi, locali,
ristoranti sono parte integrante della visita ad una città; certo,
il centro storico offre una varietà infinita ma, spesso, tutto è “a
misura di turista” e questo non sempre significa originalità,
qualità e convenienza.
Non è detto, ad
esempio, che i migliori souvenir da portare a casa siano quelli che
si trovano negli appositi negozi che pullulano in centro, spesso
proponendo gli stessi oggetti fabbricati in serie; tra le vie di un
quartiere come l’Appio Claudio o Don Bosco, si trovano botteghe
artigiane, librerie, negozi che servono alla vita quotidiana degli
abitanti ma che si possono rivelare autentiche miniere per chi non si
accontenta del classico “colosseo di gesso”. La ricerca di
prodotti locali da assaggiare e dei quali fare una piccola scorta per
condividere con amici e famigliari profumi e sapori della tradizione
laziale può essere l’occasione per visitare un mercato davvero
tipico, come quello coperto del Quadraro o un’enoteca di quartiere
gestita da chi il vino lo produce direttamente dalle vigne di
famiglia nei Castelli Romani, ben visibili solo girando un angolo
appena fuori dal negozio. Pranzare o cenare in una delle mille
romantiche piazzette del centro di Roma è un’esperienza
imperdibile, ma se si cerca un buon rapporto qualità – prezzo può
rivelarsi vincente la scelta di provare anche locali che, per la loro
ubicazione, non possono contare su un afflusso infinito di turisti ma
devono costruirsi una clientela locale, attenta alla sostanza ed alla
qualità delle proposte in menù più che allo scorcio monumentale;
ecco che trattorie, ristoranti e locali di quartiere, frequentati dai
veri Romani, sono pronti a smentire alcuni luoghi comuni sui servizi
che un visitatore può trovare in una città che, a volte, tende a
far pagare a caro prezzo un’immagine, finendo per deludere. Le
stesse considerazioni si possono fare pensando a dove dormire; si può
scegliere di pernottare nel cuore della città, oppure di provare
l’ospitalità di una delle strutture che si trovano in questa zona.
A proposito di
pernottamento, abbiamo incontrato una persona che all’ospitalità
si è dedicata aprendo un bed and breakfast e, recentemente, anche
una casa vacanze proprio dalle parti di Via Tuscolana; Marco, da
sempre occupato nel settore alberghiero, è venuto ad abitare a Roma
una decina d’anni fa:
Com’è stato
l’impatto con una città grande come Roma?
“Vengo da Brescia,
una città che tutta insieme conta sì e no la metà degli abitanti
di questo municipio, ma dopo un po’ ti accorgi che le dinamiche che
si instaurano sono esattamente le stesse; per le esigenze quotidiane
frequenti il quartiere e, dopo un po’, incontri persone che
conosci, i negozianti ti salutano e la vita non è affatto diversa”.
L’idea del b&b
come nasce?
“Ho
sempre lavorato alla reception di un hotel e anche una volta
trasferitomi qui ho trovato lavoro in un albergo del centro, ma il
mercato del lavoro, oggi, è fatto di molta precarietà e purtroppo
anche le imprese del settore turistico, spesso, badano più a
contenere i costi che alla qualità del personale; venendo da una
città nella quale la quantità di turisti è molto inferiore, so
bene quanto sia importante conquistare l’ospite, farlo sentire “a
casa” anche mentre visita una città che non è la sua e,
soprattutto, non cedere mai alla tentazione di trattare i viaggiatori
come polli da spennare: un ospite soddisfatto è la garanzia del
lavoro futuro, un ospite scontento né tornerà, né manderà altre
persone a ripetere la sua esperienza. Essendo venuto a vivere
all’Appio Claudio mi sono subito apparse evidenti le potenzialità
di una zona come questa, servita dai mezzi, comoda da raggiungere,
tutto sommato tranquilla e con molti punti di interesse per chi
visita Roma; l’offerta di strutture ricettive non era certo densa
come in altre zone e allora perché non scommettere su una piccola
attività? Essendo il bed and breakfast a due passi dal Parco, la
scelta del nome ACQUEDOTTI
ANTICHI
è stata facile. Certo, non sempre c’è il pienone, la crisi si fa
sentire anche qui, ma la possibilità di coniugare prezzi convenienti
ad una buona qualità del servizio ha permesso di ampliare l’offerta,
proponendo anche una casa vacanze accanto alla Basilica di San
Giovanni Bosco, una soluzione rivolta soprattutto a chi si ferma un
po’ più a lungo e preferisce, per esempio, cucinare invece di
andare sempre al ristorante; nasce da qui l’idea della casa vacanze
ROMA CINECITTÀ FLAT”.
Tutto bene dunque?
“Ovviamente, in
questo quartiere come nel resto della Capitale le cose da migliorare
sono molte e in questo giocano un ruolo decisivo le istituzioni. Il
territorio offre molto, ma deve essere curato con dedizione, sia per
i residenti, sia per i turisti; non servono solo interventi
grandiosi, il più delle volte basterebbe poco, sarebbe sufficiente
prendersi cura del verde e delle strade, promuovere lo sviluppo di un
commercio e di pubblici esercizi di qualità, puntando magari a
creare zone pedonali che, col tempo, possano diventare
caratteristiche ed attrattive”.
Quali sono le note
più dolenti?
“Come ho già
accennato, le esigenze di turisti ed abitanti spesso sono le stesse;
molti, per esempio, si stupiscono del cattivo stato in cui versano le
strade a causa della spazzatura ammucchiata fuori dai cassonetti,
altri rimangono perplessi per la chiusura della metro alle 23,30. A
proposito di metro, confesso di vergognarmi sempre un po’ quando
devo raccomandare ai miei ospiti di fare molta attenzione ai
borseggiatori sempre in agguato…”. Un altro problema molto
sentito dagli ospiti è il costo davvero elevato di musei e siti
archeologici; è vero che esistono offerte come il Roma Pass, ma la
spesa per una famigliola rimane davvero impegnativa. Anche il
cosiddetto contributo di soggiorno è fonte di malcontento,
specialmente quando si pensa alla qualità dei servizi forniti al
turista confrontati con quelli di altre città o altri Paesi…”.
Che iniziative
suggeriresti all’Amministrazione?
“La
prima cosa da fare, secondo me, è rendere più efficiente il
trasporto pubblico: una capitale non può fermare la metro alle 23,30
e limitare il servizio a poche linee notturne, i quartieri dovrebbero
essere serviti meglio; a Capannelle, per dirne una, si organizzano
concerti che richiamano pubblico da tutta Italia, eppure chi vuole
pernottare nel nostro quartiere a fine spettacolo non trova un bus
che lo riporti qui… Sempre in tema di trasporto, credo sia ora di
cominciare a limitare il traffico privato, ampliando al massimo la
rete delle piste ciclabili e risolvendo il caos provocato, per
esempio, dalle doppie file (un'altra caratteristica della nostra
città che vede increduli soprattutto gli stranieri). Abbiamo vie,
come la Tuscolana, che potrebbero rappresentare un’alternativa agli
anonimi centri commerciali ma ormai è un’impresa passeggiare su
marciapiedi occupati da una miriade di banchi che vendono merce di
scarsa qualità, abusivi o autorizzati che siano e che sono tanto
fitti da stabilirsi ormai anche nelle traverse meno frequentate. La
situazione attuale, oltre a mortificare l’impegno dei commercianti
che pagano fior di affitti e di imposte per i loro negozi, vanifica
anche sforzi lodevoli come la caratterizzazione sul cinema, peraltro
abbandonata al vandalismo di chi imbratta e danneggia le targhe.
Abbiamo grandi aree verdi come il Parco degli Acquedotti: possibile
che l’unica iniziativa di richiamo che vi si organizza sia la 24
Ore di mountain bike? C’è un’area archeologica come la Villa dei
Sette Bassi che sta lì, recintata ed inaccessibile, quando sappiamo
tutti che i magazzini dei musei traboccano di reperti che
consentirebbero di strutturare una quantità di musei. Siamo a
quattro passi da gioielli come l’Appia Antica la Villa dei Quintili
e l’unico modo per raggiungerle dal Parco degli Acquedotti è
attraversare l’Appia Nuova, praticamente un’autostrada: non viene
in mente a nessuno che basterebbe un sottopasso o un ponte per creare
un circuito archeologico ciclabile e magari servito da mezzi a
trazione animale (altro che le botticelle nel traffico del centro,
qui sì avrebbe senso lo scalpiccio degli zoccoli), che permetterebbe
di collegare con un percorso semplicemente favoloso i monumenti del
centro alla nostra zona? Un percorso che, tra l’altro, potrebbe
facilmente essere fonte di occupazione e promozione dei prodotti
locali, prevedendo qui e là punti di ristoro che non stonino con
l’ambiente, impostati magari sulla falsariga delle vecchie
fraschette, evitando gli orridi camioncini che deturpano il centro;
punti di ristoro che, se ben gestiti, potrebbero anche fare in modo
che la frequentazione di queste aree sia più sicura. Da parte
nostra, sul sito del Bedand
Breakfast Acquedotti Antichi proponiamo
anche un blog
sempre aggiornato con suggerimenti sia sulla città in generale, sia
sul nostro territorio e non manchiamo mai di invitare gli ospiti a
godere di quanto possono trovare dietro l’angolo”.
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