Nata
a Garbagnate Milanese, il 18 febbraio 1983.
Portavoce
di Forza Italia a Saronno dal 2002 al 2005, in seguito assistente
parlamentare a 21 anni Coordinatore Lombardia di Forza Italia
Giovani.
Alle
elezioni politiche italiane del 2008 candidata alla Camera dei
Deputati nel collegio Lombardia1, risultando terza non eletta.
Alle
elezioni europee del 2009, candidata al Parlamento Europeo per il
Popolo delle Libertà nella Circoscrizione Italia Nord Occidentale
(Piemonte – Valle d’Aosta – Lombardia – Liguria), ha
riportato 63.158 preferenze, risultando la quarta eletta della Lista.
Attualmente
la più giovane parlamentare italiana del Ppe, nel gennaio del
2010, nominata coordinatrice dei giovani deputati del Partito
Popolare Europeo.
Dal
2009 al 2012, Vicepresidente della commissione IMCO, (mercato
interno e protezione consumatori), attualmente membro effettivo
della stessa commissione IMCO e membro sostituto della commissione
ITRE, industria, ricerca , energia.
Onorevole
Comi, sono molti gli argomenti e le battaglie che lei ha portato
avanti in Parlamento Europeo in questi 5 anni di mandato. Partiamo
dal problema dei balneari.
“Da
anni ho sollevato la questione in sede europea, fondando anche un
Gruppo di lavoro all’interno del Parlamento denominato ‘Working
group on the beach’. E ho condiviso la battaglia di 30 mila imprese
del settore, per lo più Pmi, che impiegano oltre 100 mila occupati
e hanno un futuro incerto e investimenti bloccati a causa della
direttiva servizi Bolkestein che impone le aste pubbliche agli
attuali concessionari. Dopo la recente apertura dell’Europa alla
revisione della direttiva ho chiesto al governo italiano di convocare
subito il Tavolo di negoziazione con le associazioni di categoria per
definire come intende procedere. Non c’è più tempo da perdere e
io continuerò a difendere i legittimi interessi dei balneari”.
È
importante far conoscere ai giovani il lavoro dell’Ue: perché è
utile l'Erasmus?
“La
mobilità di studio e lavoro è oggi fondamentale. Dobbiamo sempre
più ragionare secondo un concetto di spazio comune europeo. Il
nuovo Erasmus per tutti 2014-2020 ha un budget di 15 miliardi di
euro, cresciuto del 40% rispetto al precedente stanziamento. Uno
sforzo importante. Ed è destinato a coinvolgere 4 milioni di
giovani. Il programma prevede anche borse di studio e un nuovo
sistema di prestiti agevolati per gli studenti universitari che
intendono realizzare un master di uno o due anni fuori dall’Italia.
Dalla sua creazione, nel 1987, più di 3 milioni di studenti europei
hanno utilizzato Erasmus”.
Secondo
lei ci sono sbocchi di occupazione dei giovani nell’Ue?
“Oggi
ci sono 3 milioni di posti di lavoro ancora vacanti nell’Unione
Europea perché non si trovano figure adeguate. Un dato incredibile,
che dimostra come uno dei problemi sia anche la scelta di percorsi
che consentano adeguati sbocchi occupazionali. Da qui al 2020, stima
la Commissione Ue, gli ambiti che presentano potenzialmente maggiori
prospettive per il futuro sono la green economy, la sanità e i nuovi
settori legati alle tecnologie dell'informazione e della
comunicazione. Come deputato europeo, ho promosso un tour a tappe in
diverse regioni d’Italia, affiancata da esperti della formazione,
per far conoscere le opportunità che offre l’Ue. Varie
istituzioni, Parlamento, Commissione, Bei, Bce, Mediatore europeo,
Corte di Giustizia, Comitato delle regioni, solo per citarne alcune,
offrono spesso stage e tirocini che possono diventare un’occasione
di ingresso nel mondo del lavoro”.
Onorevole
Comi, lei ha sempre difeso il Made in Italy, quale difficoltà ha
incontrato nel Parlamento Europeo?
“Da quando sono
entrata in Parlamento, nel 2009, mi sono spesa in ogni modo sulla
battaglia per il ‘made in’ che contempli la piena indicazione
d’origine ed etichettatura e che valorizzerebbe la manifattura
italiana. La commissione Mercato interno del Parlamento, di cui sono
membro, ha recentemente approvato la nuova proposta di regolamento.
Una buona percentuale della merce che circola in Europa non sappiamo
realmente da dove provenga. Il volume dei prodotti contraffatti si
aggira sui 200 miliardi di euro l’anno a livello mondiale. Solo in
Italia il mercato del ‘falso’ vale, secondo Confcommercio, 17
miliardi e una perdita di 185 mila posti di lavoro”.
In
questo particolare momento storico, dove le difficoltà economiche
riguardano l'intera Ue, perché tenere aperta la sede di Strasburgo?
“La
doppia sede non ha alcun senso, è solo uno sperpero di danari
pubblici. Abolendo quella di Strasburgo si avrebbe un risparmio di 1
miliardo a legislatura. Sono l’unica deputata italiana facente
parte del Gruppo Single Seat del Parlamento europeo che si batte per
la sede unica. Nella plenaria di novembre siamo riusciti a fare
approvare una risoluzione che chiede l'avvio della procedura di
revisione dei Trattati. Naturalmente c’è da convincere la Francia,
che ha un evidente ritorno economico da questa situazione. Ma il
pressing che stiamo conducendo è sempre più forte”.
Onorevole
Comi, pensa che l'Ue abbia fatto o stia facendo tutto il possibile
per far riprendere l'economia?
“La
ricetta dell’austerity si è rivelata sbagliata, ora l’Europa,
per fortuna, ha virato per una politica della crescita. Ma a mio
avviso serve ridisegnare una nuova Europa, anche se sarà necessario
modificare i Trattati. Occorre accelerare la road map verso le
quattro unioni e arrivare in particolare all’armonizzazione dei
sistemi di tassazione. Servono una politica energetica comune, una
strategia europea per l’occupazione dei giovani,
il superamento in maniera ‘intelligente’ del tetto del 3% nel
rapporto deficit/Pil, la modifica dei compiti della Banca Centrale
Europea sul modello della Fed. Detto questo, però, non sono
d’accordo con chi vede nell’Europa una maestra cattiva, pronta
solo a bacchettarci. Anche noi abbiamo le nostre colpe. A
cominciare dal modo con cui, mal gestiamo i fondi che l’Europa
mette a disposizione. La metà di quanto riceviamo non riusciamo a
spenderlo per nostre incapacità. Per il 2014-2020 ci sono
complessivamente 100 miliardi a disposizione. Cerchiamo di
svegliarci”.
Cosa
pensa, in generale, della nuova proposta di legge elettorale
“Italicum”?
“Spero
innanzitutto che passi al Senato rispettando il patto siglato tra
Renzi e il presidente Berlusconi. E che non ci siano tentativi per
affossarla o stravolgerla. Abbiamo visto che un nutrito gruppo di
franchi tiratori del Pd rispunta periodicamente”.
Dopo
5 anni di lavoro al Parlamento Europeo, un bilancio della sua
attività.
“Ho vissuto cinque
anni intensi nei quali ho maturato esperienza e sono stata
gratificata da prestigiosi riconoscimenti
per l’impegno e il lavoro profusi.
Mi è stato concesso, per
esempio, la responsabilità, a meno di 30 anni, e nonostante fossi la
più giovane deputata italiana, di essere relatrice di dossier
importanti tra cui il regolamento sulla produzione degli standard, in
vigore dal primo gennaio 2013 in tutti i Paesi membri. Ho seguito la
direttiva ritardo dei pagamenti, sono stata relatrice per il nuovo
regolamento sulla sicurezza generale dei prodotti e sulla protezione
dei dati. Sono stata relatrice ombra del parere sul libro verde in
materia di ricerca e innovazione e del parere sul nuovo quadro
politico per il turismo europeo. A settembre 2012 sono stata premiata
a Bruxelles (Mep Awards) quale migliore deputata europea per il
Mercato interno e protezione dei consumatori, unica italiana ad aver
conseguito un riconoscimento e la più giovane vincitrice tra tutti i
parlamentari europei. A settembre 2013 sono stata l’unica italiana
scelta dagli Usa, in qualità di giovane leader, per partecipare a un
progetto di scambio professionale”.
Dopo
questa esperienza pensa di ricandidarsi alle Europee?
“Sarò
candidata nella circoscrizione Nord-Ovest che comprende Piemonte,
Valle d’Aosta, Lombardia e Liguria. Un territorio vastissimo, di
quasi 13 milioni di elettori. Alle Europee del 2009, nella stessa
circoscrizione, ho riportato 63.158 preferenze, risultando la quarta
eletta della lista. Oggi, a 31 anni d’età, sono la più giovane
europarlamentare italiana e del Ppe”.
Quali
sono le battaglie che intende intraprendere in futuro?
“Ne
cito una su tutte, quella sulla piena tracciabilità. Per ora sul
‘made in’abbiamo vinto una battaglia, ma c’è ancora da vincere
la guerra contro gli interessi dei Paesi del Nord e della Germania a
mantenere lo status quo. Gli interessi in gioco sono enormi e i danni
al nostro Paese notevoli. Penso, ad esempio, all’utilizzo della
pratica scorretta dell’‘italian sounding’, che sottrae 60
miliardi alla crescita dell’agroalimentare. Risponderò, comunque,
come ho sempre fatto, col lavoro e i fatti ai dossier che mi verranno
affidati”.
T.P.
T.P.
Nessun commento:
Posta un commento