lunedì 17 marzo 2014

4° Editoriale della settimana: La Sanità è per tutti uguale?

Il Servizio Sanitario Nazionale è lo strumento principale attraverso il quale lo Stato e le Regioni utilizzano per garantire ad ogni singolo cittadino il diritto ad essere curato.
Il Servizio Sanitario Nazionale può essere considerato la cartina al tornasole della salute di una Nazione.
In Italia il Servizio Sanitario Nazionale versa in condizioni critiche, prossime al collasso.
Sempre più spesso assistiamo alle proteste del personale sanitario il quale:

- rivendica disperatamente il diritto allo stipendio;
- denuncia la drammaticità di lavorare con turni ed orari estenuanti;
- lamenta la gravità del fatto che ormai i Pronto Soccorsi siano diventati strutture fatiscenti dove il malato viene parcheggiato a causa della mancanza di posti letto.


Stiamo assistendo alla sempre più frequente chiusura delle strutture sanitarie.
Se è vero che il Servizio Sanitario Nazionale rappresenta la salute dello Stato allora stiamo messi male.

Ma le vere cause dove vanno cercate?
Le nostre Università formano diversi laureati in medicina, personale infermieristico, tecnici e tecnici di laboratorio, ma c'è sempre una situazione di sottorganico.
Troviamo strutture sempre più fatiscenti, eppure gli stanziamenti dei fondi al Servizio Sanitario Nazionale sono forse i più generosi, perché all'ora la situazione è costantemente in deficit?

Negli ultimi anni la Regione Lazio ha sicuramente avuto un vero calo nel mantenere il target di qualità, sicuramente il management non è stato dei migliori, ma anche i nostri Amministratori non hanno dimostrato un passo in più, per risolvere o cercare di risolvere, i problemi del Servizio Sanitario.
Abbiamo assistito per anni a scandali che hanno caratterizzato questo settore, sicuramente speculare sulla salute di un cittadino è cosa riprovevole.
Ma ci sono anche Regioni virtuose, all'ora la domanda diventa questa: come è possibile che una semplice siringa ha costi diversi da Regione a Regione?
Potremmo parlare di tanti scandali che hanno costellato la Sanità Italiana, sicuramente è un settore dove il Dio denaro comanda.


Ma In questo tragico contesto, quanti sanno che a Montecitorio esiste un poliambulatorio?
Quest’ultimo è un servizio destinato a pochi privilegiati, ma il cui costo grava sui contribuenti.
“E’ come la reggia di Versailles”: questa è la descrizione di un medico delle stanze dell’ambulatorio di Palazzo Chigi.
La struttura è composta da 12 specialisti, 9 infermieri e 3 consulenti e costa 1,5 milioni di euro l’anno solo per gli stipendi del personale, bisogna aggingere le spese mediche relative alle visite effettuate.
Il costo della struttura è dieci volte superiore a quello di un Servizio di Assistenza Sanitaria per un’azienda di 2 mila dipendenti.
Eppure gli ospedali chiudono!
Tutto ciò è stato denunciato dalla trasmissione Piazzapulita di Corrado Formigli su La7.
Il medico che ha scelto di rimanere anonimo ha detto: “Quando mi hanno chiamato come esperto 2 anni fa ho pensato ‘io non sono a Palazzo Chigi ma a Versailles’. – ed ha aggiunto – Erano tutti parenti: c’era il figlio di, il nipote di…Non si accedeva per concorso, tutti per investitura”.
Anche noi comuni cittadini possiamo usufruirne?
La riposta purtroppo è no!
La
spending review ha colpito i servizi offerti dall'ambulatorio medico di Montecitorio porterà in tre anni a una riduzione dei costi pari a 450 mila euro: da 1.350.000 del 2010 ai 900 mila euro previsti nel 2013, di cui 550 mila per la convenzione con la ASL Roma A e 350 mila per la convenzione con il Policlinico Gemelli.
E' il risultato di un'analisi elaborata da Adnkronos Salute da fonti interne alla Camera, dopo le ultime misure di razionalizzazione e contenimento delle spese dei servizi sanitari di Montecitorio.
L'ambulatorio di palazzo Montecitorio svolge funzioni di primo soccorso e di eventuale stabilizzazione del paziente in vista del trasferimento in ospedale, se necessario.

L'organizzazione del servizio - spiegano dalla Camera - si basa su convenzioni con la ASL Roma A e con il Policlinico Gemelli. E' prevista la presenza costante di un medico rianimatore, di un medico specializzato nella gestione dell'emergenza e di due infermieri. Nell'ambito del servizio di primo soccorso non operano medici interni”.
Aggiungiamo: “Il costo medio orario del personale medico - che opera in regime di attività libero professionale intramuraria - è di circa 80 euro. Non sono previste prestazioni occasionali”.
"L'esigenza di assicurare un servizio di primo soccorso - spiegano da Montecitorio – dipende dal fatto che presso le sedi della Camera si riuniscono quotidianamente, con orari non predeterminabili, i diversi organi parlamentari (Assemblea, quattordici Commissioni permanenti, le diverse Giunte, le Commissioni bicamerali e d'inchiesta).
Ciò determina un rilevante afflusso di persone.
Non solo deputati e loro collaboratori, ma anche dei componenti del Governo, dei dipendenti dell'amministrazione, dei giornalisti accreditati, nonché del personale dipendente di ditte esterne che svolgono attività presso la Camera.
A questi si aggiungono, inoltre, i visitatori a diverso titolo.
A questo punto pensiamo alla struttura di Corviale dove sicuramente ci sono le stesse condizioni ma non ci risulta che ci sia all'interno un poliambulatorio.

In questo paradosso, in questa situazione tragicomica, oltre ai tanti, tantissimi vantaggi e privilegi, aggiungiamo un'assistenza sanitaria integrativa a copertura delle spese mediche loro e dei loro famigliari.

Gli onorevoli e i senatori della Repubblica Italiana possono anche contare, sull’assistenza sanitaria integrativa.
Una sorta di mutua “privata”, che come definizione è particolare, considerato che i soldi per il fondo vengono detratti da una parte dello stipendio lordo dei parlamentari, è bene non dimenticarlo, ebbene non dimenticare, che si tratta sempre e comunque dei soldi dei contribuenti, soldi nostri.
L'assistenza sanitaria integrativa è anche estesa ai conviventi dello stesso sesso.
Sì perché il rimborso per le prestazioni sanitarie dei parlamentari è esteso anche ai conviventi more uxorio – questa modifica è stata introdotta dall’allora presidente di Montecitorio, Pier Ferdinando Casini – e ai familiari.
Ma anche ex parlamentari, ai beneficiari di quota del vitalizio, nonché ai giudici e presidenti emeriti della Consulta.
In totale ci sono 5mila e 600 iscritti circa che possono tranquillamente godere di rimborsi per prestazioni sanitarie più o meno necessarie.
La domanda sorge spontanea: in tempi di austerity e di grave crisi economica, quanto costa questa “cassa mutua privata” alle tasche degli italiani?
All’incirca 12 milioni di euro all’anno.

Un’enormità, considerato anche il lauto stipendio di un parlamentare, la necessità di chiedere rimborsi per un massaggio termale suona più come uno schiaffo alla miseria.

I dati sono stati diffusi, già un paio di anni fa, dai radicali che con la loro campagna Parlamento Wikileaks avevano svelato i segreti di Montecitorio e dintorni.
Ebbene, nel 2010 il fondo di assistenza sanitaria integrativa ha rimborsato spese per 10,1 milioni di euro.

Un dato in lieve calo rispetto agli oltre 11 milioni del 2009 e ai circa 12 milioni dell’anno prima. Le maggiori voci di spesa sono rappresentate da ricoveri e interventi (3,17 milioni di euro, 31,3% del totale) e odontoiatria (3,09 milioni, 30,5%), mentre un altro 10% circa è costituito dai 973mila euro di rimborsi per fisioterapia.
Ben 3mila e 636 euro se ne vanno per l’omeopatia, oltre 745mila euro tra analisi e accertamenti.
Il dato curioso è che negli scorsi anni 153mila e 139 euro sono stati spesi per il rimborso del ticket, ossia deputati, ex deputati e familiari hanno deciso di rivolgersi al servizio sanitario nazionale, pagando, per poi richiedere il rimborso della spesa alla Camera.
Per avere diritto all’assicurazione sanitaria integrativa occorre iscriversi al Fondo di solidarietà – esiste sia per i senatori sia per i deputati – che eroga un rimborso, sino alla cifra stabilita dal regolamento.
Fino all’anno scorso il tetto massimo di spesa era di mille e 860 euro all’anno.
Superata questa soglia, onorevoli e senatori dovrebbero mettere mano al loro portafoglio.
La quota di adesione al Fondo è di circa 550 euro al mese, che vengono trattenuti dallo stipendio lordo del senatore di turno. A conti fatti, mica male. Anche perché, sempre curiosando tra i dati resi pubblici dai radicali, ci si accorge che ben 7,3 milioni di euro degli oltre 10 di rimborsi vanno agli ex deputati.
Come se non avessero già diritto ad incassare una pensione dopo aver passato 5 anni seduti sugli scanni del Parlamento.
Le voci di spesa sono varie: gli occhiali valgono 488mila euro, le protesi ortopediche 37mila e 412 euro, quelle oculistiche valgono 186mila e 400 euro, solo 7mila e 653 euro per l’assistenza infermieristica.
E fino a qui, si potrebbe anche pensare a cure mediche necessarie alla salute. Ma anche al benessere.
Oltre 200mila euro sono stati rimborsati per le cure termali e quasi 260mila per la psicoterapia.
Insomma gli aventi diritto all’assistenza sanitaria integrativa sono un piccolo esercito. Puntualmente pagato con i soldi dei contribuenti.
I quali, però, non possono certo accedere a questi privilegi perché il fondo è riservato esclusivamente ai parlamentari.
Che con il generoso stipendio mensile, non si capisce proprio perché debbano farsi rimborsare la visita medica o il massaggio della moglie con i nostri soldi.

Le conclusioni sono difficili da trarre senza cadere nella banalità, ma qui non si tratta di una polemica gratuita e le conclusioni le lascio a voi. 

TP 

1 commento:

  1. Letto l'articolo sono perfettamente d'accordo sul fatto che il servizio sanitario nazionale è il polso dell'andamento economico del paese......decisamente in più dipende da quanto sono oculate o meno le regioni.....per quel che riguarda la nostra piccola realtà fino a pochi anni fa era decisamente un'isola felice.....ora ci ritroviamo in crisi economica con lo spettro di dover chiudere da un momento all'altro. .....e ritrovandoci sempre più spesso a lavorare con materiale scadente (a volte cinese).....si può risparmiare su tutto ma nn SULLA SALUTE .

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