lunedì 17 marzo 2014

A proposito di prostituzione

La prostituzione è sicuramente uno dei temi etici più controversi; si divide tra sostenitori della regolamentazione e sensibilità avverse ad un eventuale guadagno dello stato sulla mercificazione dei corpi sia essi femminili, maschili o transessuali.


Considerando la questione da una prospettiva distaccata e sospendendo il giudizio, bisogna identificare problematiche di natura pratica, che portano all’individuazione di obiettivi comuni: più ”Sicurezza”, sia essa sanitaria o meramente procedurale e amministrativa, al fine di prevenire evasione e violenze;meno “degrado”, oggi presente nella maggior parte delle zone della capitale, dove , in strade frequentate da famiglie e lavoratori, si accampano mestieranti in cerca di clienti.

In Italia , al giorno d'oggi, una regolamentazione più specifica del fenomeno parrebbe necessaria dato che la prostituzione genera nel paese un notevole indotto,spesso gestito dalla criminalità organizzata. Si stima che coinvolga sino a 70.000 prostitute/i e 9 milioni di clienti, crediamo sia utile fare i conteggi del gettito economico, basti sapere che nel giro inseriscono più di 60 cartelli malavitosi che della prostituzione fanno un proprio pilastro. Oggi il contrasto al fenomeno e’ solo una spesa, una dispersione di risorse anche qualitative per stato e cittadini singoli, e non un guadagno di “Sicurezza” e “diminuzione di degrado”.

Sicuramente lo sfruttamento, violento e barbaro è da condannare e reprimere, non possiamo però negare la fallibilità del fare di “tutta l’erba un fascio”. Esistono ottimi esempi (oramai normalità in Olanda o in Germania dove ultimante si è provveduto a facilitare l’esercizio ed ad eseguire maggiori controlli con licenze e test d’obbligo, innalzando l’età minima a 21 anni. Si può affermare con serenità, che in paesi del nord Europa, regole certe e controlli certificati, tutelano gli operatori ed i clienti, tranquillizzando chi non vuole avere a che fare con un altro dei tanti servizi del mercato.
E’ importante sottolineare come, nel sentire comune, la prostituzione anche se esercitata come libera scelta, generi contraddizioni; sociali e morali (quando la libertà dei singolo si scontra con la il “comune senso del pudore”).

I cittadini sono abituati a convivere tra loro, su tematiche cosi delicate, come in un limbo decisionale, in cui è meglio non stimolare la discussione, anche accesa. Lo stato, i governi che si sono succeduti, semplicemente, accantonarono la tematica, dimenticandosela come se fosse di poco contro… la dignità non lo è mai.

Nel nostro caso, la politica non è stata del tutto inerte : dagli anni ottanta si sono proposte molte modifiche ed abolizioni di alcuni passaggi della legge Merlin. La situazione e’ che non tutti sono consci del fatto che in Italia non è considerato reato la vendita del proprio corpo, mentre lo è lo sfruttamento del corpo altrui anche se in ambiente organizzato e controllato.

Ciò ha permesso di proseguire, di fatto, della mercificazione corporale nelle strade oltre che nelle case, ma nella clandestinità più assoluta, e nel assenza di alcuna procedura sanitaria e fiscale.
Ed ecco che ad oggi le contraddizioni e le problematiche stanno venendo al pettine.

Chi esercita “la professione più antica del mondo”può farlo (in via teorica) se non lede la sensibilità altrui, il problema e’ che spesso la decenza (ed il conto) di queste stesse persone è calpesta dall’impossibilità tecnica di pagare le tasse, che gli vengono spesso contestate poi con salate multe ad opera di un fisco che , senza moralismi (o giudizi politici), perentoriamente, recapita cartelle su cartelle.

Un caso che nelle ultime settimane ha riacceso il dibattito è sicuramente quello di Efe Bal, transessuale turca nota anche per l’ospitate televisive, arrivata a denudarsi di fronte la sede milanese del Corriere della Sera poichè Equitalia le aveva notificato un’ingiunzione di pagamento da oltre 400 mila euro.
La protagonista della vicenda coglie la “palla al balzo” per forzare l’azione legislativa; non si lamenta per la cifra contestata, che si dichiara esser pronta a pagare, ma vorrebbe la regolarizzazione fiscale della sua professione «Non ho mai evaso ed aggiungo che l’ho fatto anche per tutti i trans che lavorano in Italia, io sono italiana da otto anni».

Vicende simili si registrano fin dal 2000, tra le varie agenzie delle entrate, c’è stato un appello all’articolo 53 della Costituzione (Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva), ed in alcuni casi si e’ avuto ragione dagl’uffici competenti.
D’altra parte, gli enti fiscali si riferiscono alla Corte di Giustizia europea, che ha riconosciuto la prostituzione come «una forma di lavoro autonomo» quindi legittimo.
Ma la stessa Europa (che qui dimostra di non esser un entità univoca), ultimamente ha votato una risoluzione “non vincolante”:
Con 342 voti a favore,139 contrari e 105 astenuti, il parlamento europeo intende promuovere il “metodo nordico” (Svezia,Islanda,Norvegia) per cui il contrasto alla prostituzione si attua tramite il perseguimento del cliente. Prioritaria, per la risoluzione, è la lotta alla tratta e allo sfruttamento. Si invitano retoricamente gli Stati membri a “migliorare l’istruzione e ridurre la povertà che obbliga donne e minori alla prostituzione”.

 
Il testo non suggerisce, non indica, politiche diversamente inclusive che si occupino della questione. (Fonte:” il fatto quotidiano”) contribuendo solo a metter “confusone politica” sul tema.
Ci si chiede come e’ possibile creare una rete socio-culturale (economica), che allontani dalla scelta della prostituzione miglia di giovani, quando neanche chi ha la facoltà e la liberta di intraprendere una professione cosi e’ tutelato, assistito e guidato dallo stato.
Ad oggi, il partito democratico , in qualità di Maria Spilabotte, ha presentato al Senato un disegno di legge per la regolarizzazione della prostituzione. Il testo di legge e’ sottoscritto anche da Forza Italia, in qualità di Alessandra Mussolini e prevede "l'attribuzione agli operatori del settore dei diritti e doveri, quali il pagamento delle tasse".
Sembra che molti attori politici abbia preso atto che le istituzioni devono intervenire per non rendersi conniventi.
La proposta di legge disitngue tra la prostituzione oggetto di coercizione e la prostituzione quale libera scelta di donne, uomini e transessuali che decidono di farsi pagare per dei servizi.

Nel primo caso si prevedono anche procedure sostenere chi abbandona la vita nella clandestinità ed una maggior repressione per lo sfruttamento. Nel secondo caso si prevede la possibilità per gli operatori di iscriversi alla Camera di Commercio, pagare le tasse, accedere alla pensione, decidere modalità e orari del lavoro, nonché la possibilità di esercitare la professione in appartamento cogestito (eliminando i dubbi su sfruttamenti trasversali), sempre vincolati a dei controlli atti a prevenire le malattie e l’evasione. 

Questa proposta d legge è frutto di anni di dibatti ed inefficienze decisionali, dovrà superare un lungo iter ed una lunga discussione parlamentare. Speriamo che la tematica trovi una sua naturale conclusione nel rispetto della sensibilità di ogni cittadino, che si possa sentire tutelato nelle sue scelte, modi e scelte di vita.
TP

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