Tra
pochi giorni, il 24 marzo ricorrerà il settantesimo anniversario
dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Lo scorso 16 ottobre, invece,
si è ampiamente e giustamente ricordato il terribile rastrellamento
del Ghetto nel corso del quale 1300 persone, per la maggior parte
ebrei, furono strappate alla loro vita di sempre, per trovare quasi
tutte la morte nei lager nazisti .
Nell’immaginario
collettivo, un altro evento drammatico che ha ferito
irrimediabilmente la città, sembra invece non trovare posto : il
rastrellamento del Quadraro, attuato il 17 aprile del 1944, col nome
in codice Operazione Balena, nel quale circa 950 abitanti del
quartiere furono prelevati per la deportazione.
La decisione di Herbert Kappler , comandante della Gestapo (vedi foto sopra) a Roma con controllo anche sulle Forze dell’Ordine italiane, di operare proprio sul Quadraro, fu dovuta al fatto che il quartiere era una importante roccaforte antifascista e partigiana, cosa risaputa dai servizi segreti tedeschi e italiani, tanto è vero che fu lo stesso Kappler a definire la zona un “Nido di Vespe” da schiacciare.
Il
martirio della nostra Città venne quindi progettato su più fronti:
ora era la volta di quelle periferie “calde”, nelle quali si
annidavano notoriamente parecchi nemici del regime: Quadraro,
Centocelle, Torpignattara, teatro quotidiano di sommosse popolari.
Già alla fine di Marzo, in questi quartieri, il comando tedesco
anticipa alle 16,00 l’ora del coprifuoco. Ma la zona è ormai
diventata una polveriera : la tensione culmina il 10
Aprile, quando il leader della Resistenza romana Giuseppe
Albano,
, meglio noto come il Gobbo del Quarticciolo, fredda tre soldati tedeschi presso l’Osteria “da Giggetto” in Via Calpurnio Fiamma. Albano scamperà alla cattura, proseguendo nella sua energica lotta partigiana, che lo porterà anche dopo la liberazione, a collaborare attivamente alla cattura dei torturatori di Via Tasso.
, meglio noto come il Gobbo del Quarticciolo, fredda tre soldati tedeschi presso l’Osteria “da Giggetto” in Via Calpurnio Fiamma. Albano scamperà alla cattura, proseguendo nella sua energica lotta partigiana, che lo porterà anche dopo la liberazione, a collaborare attivamente alla cattura dei torturatori di Via Tasso.
Kappler
organizza una spedizione in grande stile, consapevole della massiccia
presenza di partigiani nel quartiere, e il 17 aprile alle 4 di
mattina, circonda completamente la zona e sguinzaglia le truppe
tedesche ( coadiuvate dalle milizie repubblichine degli esaltati di
Pietro Koch, uno degli aguzzini più feroci di Via Tasso) di casa in
casa, con la motivazione ufficiale di reclutare mano d’opera.
Da questo momento
inizia la via crucis dei circa duemila rastrellati, portati prima al
cinema Quadraro ( situato in Via Tuscolana 796 e demolito da decenni)
e poi negli stabilimenti di Cinecittà per essere schedati. Una
ulteriore selezione (effettuata in un clima di tragedia generale,
dove l’unico tramite tra gli arrestati e i familiari era il parroco
della Chiesa di S.M. del Buonconsiglio, Don Gioacchino), porta alla
scelta di mille persone tra i 18 e i 60 anni, da destinare alla
deportazione.
Il
18 aprile il Giornale
d’Italia
pubblica questo comunicato suggerito dal Comando Tedesco :
“I
tedeschi lamentavano che dopo i fatti di Via Rasella, nel lunedì di
Pasqua, parecchi soldati germanici sono caduti alla periferia di
Roma, vittime di assassini politici. Gli attentatori riuscivano a
rifugiarsi senza essere riconosciuti, nei loro nascondigli di un
certo quartiere di Roma dove essi trovarono protezione presso i loro
compagni comunisti.
Il
Comando Supremo Germanico é stato costretto perciò ad arrestare
oggi, nel detto quartiere, tutti i comunisti e quegli uomini validi
ed abili al lavoro che collaborarono con i comunisti e li
appoggiarono. Gli arrestati verranno assegnati ad una occupazione
produttiva nel quadro dello sforzo bellico germanico diretto contro
il bolscevismo”
Il percorso dei
mille sfortunati prosegue fino a Grottarossa, dove vengono caricati
sul treno, per effettuare lunghe soste nei campi di transito di Terni
e Fossoli, in Emilia, ed infine giungere in Germania o Polonia, dove
in molti troveranno la morte. Dopo la liberazione solo la metà dei
deportati ritornerà al Quadraro, uno dei quali , Sisto Quaranta, è
uno dei testimoni diretti dell’epoca viventi più attivi e noti
Una delle tragedie più brutte e più misconosciute della nostra Città: il Quadraro è Medaglia d’Oro al Valor Civile, certo, ma è triste pensare che per conferire all’evento storico l’importanza che ad esso si deve, e far sì che sia menzionato nei libri di Storia, si è dovuto ricorrere ad un video appello del 2013, firmato da personaggi della Cultura, dello Spettacolo e della Società Civile, come il compianto Don Gallo, Ascanio Celestini ( nato al Quadraro) ,Fiorella Mannoia, Moni Ovadia, Daniele Silvestri ed altri.
Una delle tragedie più brutte e più misconosciute della nostra Città: il Quadraro è Medaglia d’Oro al Valor Civile, certo, ma è triste pensare che per conferire all’evento storico l’importanza che ad esso si deve, e far sì che sia menzionato nei libri di Storia, si è dovuto ricorrere ad un video appello del 2013, firmato da personaggi della Cultura, dello Spettacolo e della Società Civile, come il compianto Don Gallo, Ascanio Celestini ( nato al Quadraro) ,Fiorella Mannoia, Moni Ovadia, Daniele Silvestri ed altri.
Ampie
sono la bibliografia e la documentazione fotografica sul
rastrellamento del Quadraro e sui personaggi che ne sono stati
artefici, vittime e comprimari, lo si è visto anche nella bella
mostra “Quadraro 1944” alla Torre dei Consoli : sarebbe il caso
di far uscire tutto questo materiale dagli scaffali e renderlo
materia viva, oggetto di confronto, dibattito, conversazione, materia
condivisa dalla Città e dall’Italia.
Il
17 Aprile, si spera quindi che le celebrazioni per il settantesimo
del rastrellamento siano all’altezza del prezzo che questo
quartiere e la Città intera hanno pagato !
Documentario prodotto dalla Rai: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-ba1889dd-fcd5-413c-9de3-30fdf338da32.html
Francesca
De Toma
Per non dimenticare mai, per ricordare sempre, per non commettere gli stessi sbagli...
RispondiElimina"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare."