lunedì 7 luglio 2014

Salva Roma: Marino Commissario ad acta. Parte la macelleria sociale.












Lo hanno tenuto ben nascosto, ma i fatti dicono che Roma Capitale è fallita. A confermarlo la concreta volontà del governo Renzi di nominare un Commissario ad acta per la realizzazione del piano di rientro del debito della Città. Le cifre sono da capogiro: tagli per 445 milioni di euro, a cui si aggiungono risparmi per 200 milioni. Di questi, 28 milioni si dovrebbero risparmiare dalla riorganizzazione e dalla vendita delle 25 società partecipate.
Solo guardando a cosa è successo in relazione al pasticcio Multiservizi, vengono i brividi. Cosa vuol dire questo? Che la Roma che conoscete oggi, già ostaggio dell’incuria e in un terribile stato di abbandono, è destinata a peggiorare nei prossimi tre anni. Auguri ai romani verrebbe da dire. Il governo della Capitale seguirà il modello del governo del Paese. In Parlamento si procede a suon di Decreti legislativi, a Roma si procederà a suon di atti del Commissario Straordinario. E il Consiglio capitolino, così come il Parlamento, resterà a guardare. Con buona pace del potere legislativo che cede il campo a quello esecutivo.
Ma d’altronde nell’ultimo lustro in Italia non si va tanto per il sottile e la teoria della divisione dei poteri di Montesquieu sono inutili orpelli di speculazione della scienza della politica. A questo punto che si sciolga il consiglio comunale, che gli assessori di dimettano in massa, tanto a governare resterà unicamente il Sindaco “Commissario” Marino. D’altronde, a Roma succederà ciò che Renzi ha rimproverato alle istituzioni europee durante il suo discorso di insediamento per il semestre europeo targato Italia: la scure dei tagli indiscriminati secondo decisioni calate dall’alto e zero crescita. Solo che questa volta a muovere la scure è Renzi stesso. Con buona pace dei sindacati, delle associazioni di categoria e dei lavoratori che si ritroveranno disoccupati.
Sullo sfondo, una classe politica capitolina che oggi trova una collocazione più consona alle proprie capacità: statue di sale a rimirare le mazzate di lacrime e sangue che si stanno per abbattere sulla Capitale. Tutti silenti e tutti contenti. Non è politica, è macelleria sociale. In ultimo, nei prossimi mesi si assisterà ad un’altra grottesca situazione. Roma Capitale diventerà Città Metropolitana. E nessuno, ad oggi, sa quali saranno le nuove competenze ad essa assegnate. Né si sa con quali risorse si dovrà far fronte alle nuove funzioni. Un guazzabuglio degno della più tragica Repubblica delle Banane. Perché, anche se “il Banana” sta andando in pensione, abbiamo un degno erede.
Da romatoday.it







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