mercoledì 23 luglio 2014

"La forma della seduzione, il corpo femminile nell'arte del '900"



Come interpretano gli artisti la seduzione femminile attraverso la rappresentazione pittorica di un corpo di donna? Lo spiega la mostra presso la Galleria nazionale d'arte moderna di Roma fino al 5 ottobre “La forma della seduzione. Il corpo femminile nell'arte del '900”. L’esposizione è suddivisa in cinque sezioni comprendenti in tutto 130 opere che provengono dalla collezione della Galleria

La prima, intitolata “Le belle apparenze", propone opere in cui il corpo nudo di donna, sebbene composto dalle linee morbide di stampo classico porta già i segni di un’inquietudine propria delle avanguardie attraverso un segno provocatorio, esemplare in Modigliani e Man Ray.

La destrutturazione della figura è protagonista nella seconda sezione “Seduzione/sedizione” in cui le opere di di Gino Severini, Giuseppe Capogrossi, Carlo Carrà, Renato Guttuso, Manzù, Victor Brauner, Eric Heckel, Joan Mirò ed Enrico Prampolini si allontanano dal naturalismo e approdano alle logiche del cubismo.

Qui è l’inconscio che distrugge il corpo, interferendo e deformandolo, fino a renderlo mostruoso. Le opere di Dalì e Ernst compongono la terza sezione “Oggetto del desiderio” in cui non c'è più il corpo nella sua interezza, ma particolari anatomici che sfociano in una visione morbosa e feticista della sensualità femminile.

Nella sezione “La bella e la bestia” l’indagine si sposta sulla sovrapposizione della figura animalesca o non umana a quella della donna, sul fascino scaturito dal rapporto tra bestia e uomo, mentre l’ultima parte “La bella addormentata” è dedicato alla vulnerabilità della donna abbandonata al sonno, la sensazione di passività e debolezza su cui già l’antichità aveva indagato e che nella mostra si esprime attraverso le opere di De Chirico e Modigliani. 

 

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