giovedì 3 luglio 2014

Goletta Verde: bollino rosso per il mare del Lazio

Mentre la Toscana se l’è cavata, è senza appello l’esito dei monitoraggi di Goletta Verde nel Lazio: «Sui 24 campionamenti effettuati lungo i 329 chilometri del litorale laziale, ben 18 – cioè il 75% – presenta un’altissima concentrazione di inquinamento microbiologico. Le acque analizzate dal laboratorio mobile di Legambiente hanno evidenziato la presenza di scarichi non depurati adeguatamente con presenze di valori di escherichia coli e enterococchi intestinali ben al di sopra dei valori consentiti dalla normativa vigente, in particolare per i prelievi effettuati in prossimità di foci di fiumi, torrenti e canali. Per 13 dei 18 punti critici riscontrati, il giudizio è addirittura di “fortemente inquinato”».

Gioletta Verde sottolinea che «Non solo non è stato fatto alcun passo avanti rispetto allo scorso anno, ma la situazione, se possibile, è addirittura peggiorata». Legambiente chiede quindi che «Regione e amministrazioni comunali si attivino immediatamente per risolvere questo grave deficit depurativo e non compromettere ulteriormente la stagione estiva che è appena iniziata».

Il problema, anche nel Lazio sono le acque contaminate da scarichi non depurati adeguatamente che evidentemente provengono anche dalle aree interne e attraverso i fiumi si immettono a mare. Non è una sorpresa, visto che l’Unione Europea ha nuovamente avviato una procedura di infrazione per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue che riguarda anche 6 agglomerati urbani laziali: Roma (con 2milioni 768mila abitanti equivalenti); di Anagni (20.267 a.e.), di Fontana Liri – Arce  (9mila a.e.), di Monte San Giovanni Campano (9.100 a.e.), Orte (7.500 a.e.) e Piglio (4.800 a.e).


Dodici dei tredici prelievi effettuati nella provincia di Roma presentano inquinanti ben al di sopra dei limiti consentiti dalla legge. Per 10 il giudizio è di “fortemente inquinato”. Il primo è quello nel comune di Santa Marinella (alla foce del canale sul Lungomare Pirgy in località Santa Severa), dove nei giorni scorsi gli attivisti di Legambiente hanno messo in atto un’azione di protesta proprio per chiedere alle autorità di risolvere la palese immissione nelle acque del mare di reflui urbani non depurati da alcuni tubi presenti sulla spiaggia. “Fortemente inquinanti”, come nel 2013, i prelievi a Marina di Cerveteri (alla foce del fosso Zambra); a Ladispoli (foce Rio Vaccina); a Fiumicino (foce Canale dei Pescatori); a Roma-Ostia (foce del fiume Tevere); nei due punti analizzati a Pomezia; a Ardea (foce del fosso Grande). “Fortemente inquinati” anche due nuovi puniti ad Anzio (Lido dei Gigli alla foce del fosso Cavallo Morto) e a Nettuno (nella affollatissima spiaggia a destra della foce del fosso Loricina). “Inquinati” invece due punti di prelievo a Roma-Ostia (Foce canale spiaggia presso cancello n.1) e a Ladispoli (foce fiume Statua). Unico punto non inquinato in Provincia di Roma  è stato quello alla spiaggia a sinistra della foce del Rio Torto a Pomezia.

 
Uno dei due prelievi effettuati in provincia di Viterbo è risultato fortemente inquinato (foce del fiume Marta in località Lido di Tarquinia), l’altro nella norma (a Montalto Marina, alla foce del fiume Fiora). 5 dei 9 campioni prelevati in  provincia di Latina sono risultati inquinati. A San Felice a Circeo e a Gaeta sono stati effettuati due prelievi: in entrambi i casi è risultata fortemente inquinata l’acqua prelevata alla foce di due torrenti (per il primo comune è stata analizzata la foce del torrente Vittoria e per il secondo quella del torrente Longato), mentre nella norma quella prelevata nelle spiagge limitrofe, grazie alla capacità di diluizione del mare, ma per azzerare il rischio di inquinamento è urgente risolvere anche il problema dell’apporto inquinante dei corsi d’acqua vicini risultati invece con elevate cariche batteriche. “Inquinate”, inoltre, le acque prelevate nella spiaggia di Gianola a Formia (spiaggia presso Rio Santacroce) e a Marina di Minturno (alla foce del fiume Garigliano). Entro i limiti di legge, infine, gli inquinanti riscontrati a Terracina (foce del canale Sisto, in località San Vito) e a Fondi (foce canale Sant’Anastasia). 

 
Ma non è finita, secondo Legambiente il Lazio è prima regione dell’Italia centrale nella classifica del mare illegale: 1.071 reati accertati dalle forze dell’ordine nel 2013, il 7,4% del totale nazionale con 1.153 persone denunciate e arrestate e 235 sequestri effettuati. Lungo i 361 chilometri costieri ci sono 2,9 reati al giorno commessi contro il mare e le coste, uno ogni 3 Km.  Il Lazio sale dall’ottava alla sesta posizione in Italia nella graduatoria dei reati costieri legati al ciclo del cemento, con 146 infrazioni accertate (il 6,1% del totale nazionale).

Secondo il dossier MareMonstrum, i problemi ambientali del mare laziale si chiamano mala depurazione, scarichi abusivi, reflui fognari che finiscono direttamente in mare e lo sversamento di petrolio. Sono 264 le infrazioni accertate nel 2013. Un mare di illegalità che riguarda anche la pesca, con 488 infrazioni e 534 persone denunciate e 25.777 kg di pesce sequestrato, in leggero calo rispetto all’anno precedente. 



Nessun commento:

Posta un commento