venerdì 4 luglio 2014

"Mi sento un ragazzino, il mio epitaffio sarà: qui giace Giorgio Faletti, morto a 17 anni”

 







Ecco cosa siamo, nient’altro che dei piccoli dinosauri. E la nostra pazzia prima o poi sarà la causa della nostra fine”.
Ve la siete mai posta come domanda "Che senso ha la vita?".
E’stata ricercata da tutti i più grandi filosofi, letterati e pensatori. La risposta però è del tutto personale, e dipende da come l'individuo la vita la vive, quindi essa dipende dalla intensità con cui è vissuta.
Personalmente considero la vita come un susseguirsi di esperienze, sensoriali o intellettuali, che portano alla felicità, ogni individuo fa delle esperienze, diverse da ogni altro, e con lo scambio di queste si può arricchire.  Attraverso i vari modi di concepire la vita però permangono alcuni valori comuni e assoluti come il diritto alla vita e la libertà di ricercare la felicità con ogni mezzo nel rispetto degli altri. La felicità che ognuno cerca di raggiungere delinea la personalità dell'individuo, quindi la vita è la possibilità di essere se stessi.
Questo articolo lo volevo dedicare ad una grande persona, Giorgio Faletti.
Sicuramente tutti avrete appreso la notizia della sua scomparsa e siccome i giornali, i rotocalchi e i blog in genere raccontano più o meno le stesse cose, la vita, gli studi, il percorso lavorativo, la carriera da attore, da cabarettista e da amato scrittore, io voglio ricordarlo e farvelo ricordare attraverso una sua stupenda frase:
Dove sono le notti passate con così tante stelle e così tanta luna accese contemporaneamente in un cielo senza luna e senza stelle? Dimmi dove e quando ho iniziato a perderti e dove e quando ho iniziato a perdermi, dove e quando se non in questo letto di spine in una casa che non so e che non oso ascoltare mentre respira col mio respiro dove e quando potrò dormire di nuovo senza incontrarti ancora e ancora. Dove e quando potrò smettere di ucciderti per ricominciare e vivere?”
Ciao Giorgio, buon viaggio …

Federica De Sanctis


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