martedì 22 luglio 2014

Editoriale: “Metro, nuove Obliteratrici”?


Sono i nuovi aiutanti, pronti a soccorrere turisti e viaggiatori in difficoltà, con zelo fanno il loro lavoro.
Con i tempi che cambiano, con la crisi economica, il laureato diventa il podista, fa le file per pagare le bollette, ai "fortunati" che ancora possono pagare, c'è invece chi da mendicante si ricicla per fare il bigliettaio, ai malcapitati viaggiatori.
Come dargli torto?
Controllano anche che non sono clonati?
La realtà naturalmente è ben diversa, ci troviamo di fronte a delle vere e proprie estorsioni nei confronti dei passeggeri della metro, sputi a chi non acconsente di dare il resto della macchinetta, guardie giurate minacciate e ferite.
Questo è il racket dei rom che assediano le stazioni della metropolitana, in particolare nell'area di Termini e il Colosseo, per un giro di affari niente male.
Queste persone con propensione per il sociale sono accanto ai binari o ferme davanti alle biglietterie della metro.
Naturalmente la loro attività non è gratuita, giustamente il loro operato deve essere retribuito, è sancito anche dalla nostra Costituzione, “ l'Art. 36. Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi”, quindi? Cosa c'è di male?

Se il compenso non arriva, arrivano le minacce, chi prova ad ostacolare il loro business finisce in ospedale, come è successo al coordinatore della security privata della stazione Termini con il setto nasale fratturato.
Sono gelosi del loro lavoro, non accettano intromissioni.
Gli uomini della Polizia ferroviaria, i Carabinieri della Stazione Mobile di Termini, li allontanano, ma nel giro di pochi minuti eccoli li di nuovo al loro posto di lavoro, stacanovisti.
Sono tutti schedati, tutti centinaia di volte, ma loro restano sempre lì.
Molti sono minorenni, la metà dei quali ha meno di 14 anni e di conseguenza non può essere fermata.
La maggior parte delle minacce avviene davanti alle macchinette che emettono biglietti della metro. Naturalmente sono self service, ma quasi sempre davanti ai dispositivi si piazzano un gruppetto di donne per “aiutare” a stampare i ticket, poi, dopo avere stampato il biglietto il poveraccio di turno, chiedono la “mancia”, la giusta retribuzione.

Indossano la stessa camicia celeste, con la penna nel taschino, e avvicinano turisti e passeggeri.
Si presentano come personale della stazione. Poi però esigono di essere pagati.
Ci sembra giusto non credete?

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