martedì 1 luglio 2014

Editoriale: "Suicidio … alla ricerca di un perché"…




A volte l’irreparabile accade!
Solo l’ennesimo di una lunga serie di suicidi, tutti contrassegnati da uno stesso comune denominatore: il ricorrere ad un gesto estremo per gridare il proprio disagio di fronte ad uno Stato sordo, assente, avido, incapace di soddisfare le istanze ideali dell’Io, che non lascia spazio ad aneliti di protesta e di ribellione verso la propria condizione, se non la "reazione ultima”, individuata come scelta "esistenziale" ad un presente intollerabile, che non offre ormai nessuna prospettiva di stabilità o miglioramento.
Un altro giovane imprenditore, dopo aver perso tutto, decide di rivolgersi a Caronte e cessare di esistere per disperazione ma anche per eccesso di dignità.
Un’altra delle numerose vittime delle vessazioni dello Stato, usurpatore di democrazia, di libertà, di vita.
Imprenditori da ricordare come martiri di un sistema di oppressione insostenibile effettuato in Italia dalle mafie dei partiti e dai loro commensali, autori di un male necessario che nulla ha a che vedere con lo strumento costruttivo al servizio dei cittadini.
Senza più dignità, senza più speranze, senza più futuro, si pensa, si medita il gesto estremo, l'ultimo fatto di coraggio, di forza, di grande dignità.
Quella dignità, che molti, tanti hanno dimenticato.
Il sentirsi impotente di fronte ad un sistema che non da possibilità, l'indignazione non è per tutti, si vive di apparire non essere, tutti finti addolorati, tutti alla fine indifferenti nei confronti di un'altro essere umano che muore.
Omicidi di stato!











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