sabato 7 giugno 2014

Parco Archeologico di Centocelle

In questa zona vennero edificate diverse ville romane; i resti della villa di Elena madre di Costantino "ad Duas Lauros" (localizzata probabilmente nei pressi del campo nomadi Casilino 900 che rimane dietro gli sfascia carrozze lungo la Palmiro Togliatti) e di una seconda villa detta "Villa della Piscina" (probabilmente verso via di Centocelle) si trovano all’interno del nuovo Parco di Centocelle; i ruderi delle due ville vennero parzialmente distrutti negli anni venti durante la costruzione dell’ex aeroporto di centocelle “F. Baracca” (il primo aeroporto militare italiano), che smise di essere operativo alcuni anni dopo la guerra; attualmente sono mantenuti nell’area alcuni edifici con funzioni amministrative ed è in costruzione un nuovo imponente edificio esattamente al centro dell’area.
Recentemente sono stati compiuti ulteriori scavi ed ora le due ville rientrano nel parco archeologico di Centocelle istituito da poco; l’area di proprietà del Demanio dello Stato venne ceduta al Comune di Roma in previsione della costruzione di un grosso lotto di abitazioni nell’ambito del progetto del Sistema Direzionale Orientale, ma è stata in seguito sottoposta a vincolo storico archeologico dal Ministero dei Beni Culturali, e quindi il Comune ha deciso di realizzarvi un parco archeologico.

La villa situata ad Ovest di quella "ad duas lauros" era già stata rilevata planimetricamente nel 1930 e descritta in un giornale di scavo redatto durante le demolizioni effettuate per la costruzione dell'aeroporto, ma se ne ignorava l'esatta ubicazione.
I dati allora registrati descrivono un edificio di dimensioni grandiose, con un vasto cortile delimitato da corridoi, intorno al quale erano posti una serie di ambienti, riconducibili a differenti fasi edilizie e articolati in nuclei con diverse destinazioni d'uso (ambienti di rappresentanza, residenziali, termali, di servizio). 


 
Le indagini svolte negli ultimi anni hanno permesso di verificare che la villa non si estendeva molto oltre i limiti già individuati, e che esistevano comunque tracce di edifici di epoca precedente; infatti la frequentazione dell'area si può far risalire alla fine del VII-VI sec. a.C.; alla media età repubblicana si deve attribuire la costruzione di un primo edificio con murature in blocchi di tufo, non viste dagli scavi del 1930; a questo impianto va collegata una serie di trincee scavate nel tufo attribuibili a filari di un vigneto, situato sui lati E e N del complesso, ed una serie di tracce rinvenute sul lato S, che fanno ritenere che qui forse l'area era destinata a seminativo. Questo complesso raggiunse alla fine del II sec. a.C. un'estensione di oltre 1000 mq, e contemporaneamente venne di molto ampliata anche la superficie destinata a vigneto.
L'utilizzo dell'area centrale come giardino è attestato anche dal rinvenimento di una aiuola con file di
ollae perforatae (vasetti di terracotta forati), destinate alle piantumazioni, probabilmente di fiori.

L'assetto definitivo del complesso si data alla fine del I - inizi del II sec. d.C., epoca cui risale anche la costruzione dell'elemento più spettacolare, una grande piscina, costruita sul alto NE della vasta area scoperta, lunga 50 m. e larga 14 m.
Questa presenta al centro un edificio circolare con corpi aggiunti. La presenza di canali passanti nella struttura centrale e i colli d'anfora presenti nelle pareti, ci testimoniano l'uso di questa vasca, capace di mezzo milione di litri d'acqua, non solo come imponente quinta scenografica del giardino, ma anche come peschiera, con un'attività produttiva che, avendo bisogno di notevoli investimenti, era comunque praticata in complessi di un certo lusso. 

 
Alla fine del I sec. a.C. la villa viene interessata da una generale ristrutturazione con muri in opera reticolata, che ripresero anche il vecchio orientamento, riutilizzando in più casi le precedenti strutture.
Nell'ambito di questo processo di sviluppo è possibile individuare un'importante fase edilizia, databile tra la fine del I e gli inizi del II sec. d.C., caratterizzata dalla costruzione di una serie di ambienti termali con ricche decorazioni parietali (come testimoniano i numerosi frammenti di intonaci di pregevole fattura rinvenuti nei contesti di abbandono degli ambienti stessi). 

 
Agli inizi del IV sec. d. C., o in un momento di poco successivo, la villa "della Piscina" viene abbandonata e probabilmente distrutta, come fanno pensare le macerie rinvenute nel riempimento della piscina stessa, tra le quali sono molti degli apparati decorativi della villa.


 

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