lunedì 9 giugno 2014

Editoriale: “pari opportunità”

 
Ieri 8 Giugno ci siamo imbattuti in un articolo del quotidiano del Tempo “Fata Boldrini trasforma i barbieri in parrucchieri”.
Non so voi, ma la nostra indigniazione è stata enorme.

Sicuramente le dinamiche di palazzo a noi sono oscure, ma le dinamiche della polopazione, delle persone che non arrivano a fine mese, dei disoccupati, degli esodati, dei portatori di handicap, delle minoranze senza voce, le conosciamo, e anche bene.

L’ultimo grido dei senza voce: un suicidio al giorno tra i disoccupati. Record di casi per motivi economici, ciò che sembra caratterizzare il fenomeno suicidario è la sua forte interdipendenza con la crisi economico-occupazionale, ma si, che sarà mai, meglio una messa in piega in più o un colore all'ultima moda.

Il Tempo: “Taglio, messa in piega, colore e permanente, da domani la Camera fornirà anche questi servizi. È da tempo che le parlamentari reclamano i parrucchieri in nome del pari trattamento con i colleghi. Perchè, è stata la lamentela ricorrente, «dobbiamo uscire dal Palazzo per una piega quando i deputati possono farsi in qualsiasi momento barba e capelli?» Così siccome il «problema» era particolarmente sentito e siccome anche in questo, sostiene più di una deputata, si vede la piena attuazione delle «pari opportunità», ecco che il presidente della Camera Laura Bondrini ha cercato di rimediare a questa carenza.
Una recente delibera del Collegio dei Questori ha disposto un servizio di parrucchiere da affiancare a quello di barbiere”.

Possiamo comprendere l'indignazione delle nostre parlamentari, possiamo capire che non avere le stesse opportunità dei loro colleghi uomini è fastidioso, possiamo comprendere il disagio di dover uscire per fare una piega, ma si del resto chi non lo fa?

Sicuramente il dipendente comunale, il bidello, il commerciante, l'impiegato, il disoccupato, chi non ha il suo barbiere interno, scusate siamo maschilisti non abbiamo pensato alle donne da oggi ogni categoria deve avere il suo parrucchiere, non è possibile che le persone si tagliano i capelli, una messa in piega anziché la barba, fuori dal posto di lavoro.

Vi ricordate il termine “spending review”, questo termine diventato il cavallo di battaglia di molti politici, naturalmente non è questo il caso, sempre dal il Tempo: “Non ci saranno assunzioni nè aumento dei costi e tantomeno listini di favore. La segreteria della Boldrini ci tiene a precisare che con questo servizio, la Camera addirittura ci guadagna. Come? I barbieri infatti si sono riconvertiti in parrucchieri. La segreteria del presidente spiega che i sette barbieri operativi a Montecitorio già in parte esercitavano le funzioni di parrucchiere su richiesta di alcune deputate. Capitava infatti che qualcuna avesse bisogno di una piega espressa e invece di uscire dalla Camera, prendere appuntamento con un parruchiere e mettersi in attesa, chiedesse a un barbiere di improvvisarsi coiffeur. Insomma tra una barba e un’altra, un paio di bigodini non si negavano a nessuna. Il problema era però che questi servizi extra venivano fatti a prezzi da barbiere che, come si sa, sono più bassi di quelli di un parruchiere. Un conto è fare una sfumatura maschile e un conto è invece tagliare una chioma femminile”.
Dignità!

T.P.

 

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