mercoledì 21 maggio 2014

Un viaggio nell’ignoto

 
Ma lo sapevate che il quartiere Prenestino-Labicano conserva una vasta zona di catacombe? 
Eppure è proprio così.
Potrebbe essere interessante e divertente sapere cosa c'è sotto la tua casa, la scuola che frequenti, il muretto dove ti ritrovi con i tuoi amici.
Percorrendo l'antica via Labicana, dopo Porta Maggiore, vicino ai resti dell'acquedotto Claudio, potrete trovare le catacombe di S. Castulo. Vennero scoperte nel 1672 insieme ad un'iscrizione riferita ai defunti sepolti con il martire. Arrestato con sua moglie Irene, fu sepolto vivo in una cava di arenaria sulla via Labicana. Castulo fu denunciato e martirizzato perché, insieme alla moglie, proteggeva i cristiani e li nascondeva nella sua casa.
Al momento della scoperta, il cimitero era in buono stato di conservazione. L'ingresso delle catacombe, conosciute anche con il nome del vescovo Stratonico, fu localizzato nel 1864, quando furono fatti i lavori per la realizzazione della ferrovia per Civitavecchia.
Oggi il cimitero è inaccessibile, si sa solo che i cunicoli sono posti a circa 12 Mt. di profondità. È possibile solo vederne l'ingresso, delimitato da una recinzione arrugginita e da cespugli, dall'alto del piccolo ponte che scavalca la ferrovia nella zona del Mandrione, lungo la Casilina vecchia, a ridosso dell'antico acquedotto. Su queste catacombe si raccontano cose curiose. L'omicidio avvenuto tanti anni fa , a detta degli abitanti più anziani della zona, è stata la causa della loro chiusura definitiva. Dalle testimonianze della gente del quartiere si sa che nel corso della II guerra mondiale, questo antico cimitero venne usato come rifugio durante i bombardamenti e come abitazione dagli sfollati.
Lungo l'antica Via Casilina, oltre agli orti e alle ville, vi erano estese zone cimiteriali sia ebraiche sia cristiane, oggi del tutto scomparse o inaccessibili, fatta eccezione per le catacombe dei SS. Marcellino e Pietro.
Marcellino e Pietro sono i due martiri da cui le catacombe prendono il nome perché a lungo ne custodirono i corpi. Si entra in queste catacombe attraverso una porta aperta sul cortile, si scendono numerose scalette strette e subito si ha l'idea di trovarsi in un altro mondo … il mondo sotterraneo dei morti.
Lungo la fitta rete di gallerie vi sembrerà di vedere cortei funebri di cristiani che accompagnano i loro defunti all'ultima dimora. Vi sembrerà di ascoltare voci lontane che recitano preghiere o di sentire l'odore dei fiori e dei vasi profumati che circondano la salma. Quel mondo misterioso, conservato intatto anche a distanza di secoli, vi colpirà profondamente e vi sembrerà impossibile che a pochi metri ci sia una città caotica e rumorosa.
La sotto è molto buio ed è come trovarsi in un labirinto sotterraneo. Il terreno sembra molle e tremolante, con piccole discese e salite; ai lati si trovano gradini, rientranze, cunicoli vari.
Tra vicoli stretti e buie cappelle, ogni tanto potrete scoprire ossa e crani umani. All'interno si notano affreschi molto belli e ognuno ha un suo significato simbolico. Sono dipinti personaggi importanti come i primi apostoli, Pietro e Paolo, e figure con le braccia alzate in segno di preghiera.
Un altro affresco interessante è quello che raffigura Orfeo, il poeta mitico del mondo pagano che era sceso nel mondo dei morti per tentare di far tornare la sua amata Euridice tra i vivi, ma non ci riuscì. Nelle catacombe c'è il simbolo di Gesù che salva le anime con la sua morte e resurrezione.
Queste catacombe costituivano un'estesissima area di sepoltura che ancora oggi mette in comunicazione Tor Pignattara con le zone limitrofe occupando gran parte del sottosuolo e che la tradizione popolare vuole utilizzata come rifugio dagli abitanti del quartiere durante la seconda guerra mondiale.
Non vi resta altro da fare che visitarle!


Federica De Sanctis

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