mercoledì 28 maggio 2014

Fasti dell’aristocrazia etrusca a Vulci

La mostra presenta il corredo della Tomba delle mani d'argento, scoperta nella primavera del 2013 nella necropoli dell'Osteria di Vulci.
 
La Tomba, databile intorno al 640-620 a.C., si distingue per la monumentalità e per l'articolazione in un lungo corridoio (dromos) di accesso e in tre camere funerarie che contenevano i resti di almeno tre individui.
La sepoltura prende il nome dal rinvenimento di due mani in argento sbalzato, con una lamina d'oro applicata sulle unghie di tre dita. Le mani facevano parte di una statua realizzata in materiali diversi (sphyrelaton). Statue di questo tipo accompagnavano nel rituale funerario gli appartenenti alle più ricche famiglie della società vulcente con l'intento di compensarne simbolicamente la perdita della corporeità e farli assurgere, sublimandone la morte, ad una dimensione ormai eroica ed immortale.
Nell'esposizione sono presenti altri elementi legati alla statua, in particolare numerosi oggetti di ornamento che decoravano le vesti cerimoniali funebri. Indicano il rango principesco dei defunti anche i finimenti di cavallo e i resti di un carro.



Il coinvolgimento di varie professionalità sia sullo scavo che nello studio dei materiali e del contesto ha permesso di raggiungere risultati scientifici insperati tenuto conto che la tomba fu depredata probabilmente un secolo fa. L'esposizione vuole anche valorizzare quanto altre discipline scientifiche associate all'archeologia possano contribuire alla ricostruzione del passato.
La mostra è allestita nelle due Sale dei Sette Colli e delle Quattro Stagioni al piano nobile del Museo di Villa Giulia.
Nella prima sala sono ricostruite le tre camere della tomba nelle quali è ricollocato il corredo vascolare restaurato.
La camera centrale ospita una simulazione virtuale dello sphyrelaton, affidata ad una proiezione realizzata da Soc. Coop. a r.l. Spazio visivo. Immagine in comunicazione. La figura appare ad intervalli regolari, accompagnata da suoni suggestivi e da una voce che la inserisce nel contesto di allestimento.
Due grandi pannelli introducono alla città di Vulci ed al settore di necropoli di cui è parte la tomba.
Nella seconda sala sono esposti i risultati del lavoro di restauro sulle mani d'argento e sui materiali di metallo, tessuto e pasta vitrea, con particolare attenzione alla "ricomposizione" delle borchiette d'oro (ne sono state rinvenute più di 1500) su stoffa e al carro, con ricostruzione grafica e considerazioni sul suo uso e su quello dei cavalli in quel periodo. Le operazioni di restauro sono state eseguite dai tecnici dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro e dalla soc. Mastarna.


L'attenzione si focalizza poi sulll'analisi dei resti della statua di questa tomba e su esemplari analoghi rinvenuti a Vulci e nel suo territorio.
Pannelli e materiali illustrano il complesso contesto messo in luce con lo scavo dell'Area C, in uso per tre fasi cronologiche (fase delle tombe a fossa profonda, fase delle tombe a camera, fase dei "recinti") e insieme presentano i risultati delle ricerche antropologiche, archeozoologiche e paleobotaniche.
L'esposizione dello scarabeo-sigillo, proveniente da una delle tombe a fossa profonda, consente un approfondimento sul ruolo di Vulci nei contatti con il Mediterraneo; è esposta anche la tegola dipinta in white-on-red, ad attestare la presenza di almeno un edificio con decorazione architettonica di fine VII secolo a.C.
Completa l'esposizione la ricomposizione di uno dei "recinti" con olla per incinerazione posta presso un angolo.
Data inizio mostra: 29/04/2014
Data fine mostra: 29/06/2014
Luogo Roma
Sede Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia

piazzale di Villa Giulia 9
00196 Roma


La mostra è visitabile negli orari di apertura del museo




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