mercoledì 14 maggio 2014

Studentesse rapite 276 le ragazze nelle mani del Boko Haram.


Soltanto quattordici delle 129 studentesse rapite dai fondamentalisti islamici in una scuola nigeriana sono riuscite a scappare. Lo ha chiarito la preside dell’istituto, che ha smentito la notizia dell’esercito che sosteneva che la maggior parte delle ragazze fossero ora al sicuro.
Quanto riferito dall’esercito non è vero”, ha chiarito Asabe Kwambura, riferendosi alla versione ufficiale secondo cui soltanto otto studentesse sarebbero ancora nelle mani dei rapitori.
Ha invece indicato che quanto riportato dalla zona dal governatore Kashim Shettima, secondo il quale soltanto quattordici ragazze erano tornate a casa sane e salve, era “corretta”.
Per le 276 liceali rapite oltre un mese fa in Nigeria, la vedova di Nelson Mandela, Graca Machel, attacca la comunità internazionale: “Se il mondo può mobilitare tutti i mezzi possibili per cercare un aereo con 239 persone a bordo – ha scritto in una lettera rivolta ai genitori – può anche mobilitare tutti i mezzi per trovare le vostre ragazze, non meritano nulla di meno”.

 
Dal 14 aprile scorso le oltre 200 ragazze, tutte tra i 12 e i 18 anni, sono nelle mani dei terroristi del Boko Haram. Secondo Amnesty International – che cita “prove schiaccianti” – l’esercito era stato avvertito almeno quattro ore prima del blitz nella scuola di Chibok ma non ha fatto nulla per impedirlo.

Labaran Maku, il ministro dell’Informazione della Nigeria, ha ammesso che nei servizi di intelligence potrebbero essersi infiltrati alcuni affiliati del Boko Haram.

Dall’estero si moltiplicano le analisi e l’invio di esperti. Un rappresentante ONU sta per arrivare, su esplicita richiesta del segretario generale Ban Ki-Moon, per discutere su come le Nazioni Unite possano sostenere gli sforzi del governo. E anche gli Stati Uniti stanno contribuendo alle ricerche. Secondo gli americani le ragazze sarebbero state divise in piccoli gruppi per rendere più difficoltose le indagini. L’ex premier britannico, Gordon Brown, ritiene che possano aver lasciato il Paese e possano trovarsi in Ciad, Camerun o Niger. Per il presidente nigeriano Goodluck Jonathan, invece, le studentesse non hanno lasciato il Paese e, anzi, si dice fiducioso di “battere i terroristi”.

Intanto i membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, nell'esprimere la loro “profonda indignazione” per il rapimento delle studentesse, accolgono con favore i continui sforzi del governo nigeriano per garantire il ritorno delle ragazze alle loro famiglie, così come gli sforzi internazionali per fornire assistenza alle autorità del Paese africano.  Il massimo organo decisionale delle Nazioni Unite ha avvertito che questo genere di azioni potrebbero considerarsi "crimini contro l'umanità” e ha chiesto la collaborazione di tutti i governi per poter assicurare i responsabili alla giustizia.

 
Il discorso di Michelle Obama Michelle Obama parlerà della sua indignazione per il sequestro delle oltre 200 ragazze nigeriane. Lo farà al posto del marito nel corso del consueto discorso del sabato. Sarà la prima volta che, il discorso tenuto settimanalmente dal presidente degli Stati Uniti su temi a sua scelta sarà invece fatto dalla first lady. 



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