E' agghiacciante, è triste,
è disgustoso; “l'animo dell'essere umano”, si abitua a tutto
fino al punto, che una vita stroncata non fa più notizia!
E' vergognoso, inconcepibile
accettare che persone, uomini, mariti, nonni, figli, si uccidono, ma
noi, ci mobilitiamo, ci indigniamo, quando vediamo un animale
seviziato, la disperazione di un'essere “vivente”, è una sevizia
che porta al gesto estremo, ma non fa notizia!
Certi che questo articolo
passerà inosservato, noi vogliamo rispettare il coraggio di tutte le
persone che hanno deciso di non continuare, di mollare la presa, noi
continuiamo!
La Crisi Uccide! Sempre più suicidi per cause economiche.
Non molto
tempo fa sono usciti i dati finali di una ricerca
molto interessante, e molto triste, sui suicidi causati dalla crisi
economica.
A realizzare questa ricerca ci
ha pensato Link Lab,
il Laboratorio di Ricerca Socio-Economica dell’Università degli
Studi Link Campus
University, sotto
la direzione di Nicola
Ferrigni.
Per Link Lab, nel 2013 ci sono stati 149 suicidi per”motivazioni economiche”, con un aumento del 67% rispetto agli 89 del 2012. La quasi totalità sono uomini.
L’85% dei suicidi avviene tra i 35 ed i 64 anni, ovvero in piena età lavorativa.
Il fenomeno non conosce differenze
geografiche.
Il profilo
occupazionale è
invece agghiacciante, l’85%
(di nuovo..) di coloro che si sono suicidati erano
Imprenditori o Disoccupati.Lo studio inoltre contiene un interessante profilatura dei tentativi di suicidio, anche questi quasi 100 nel solo 2013.
Una volta finito di leggere il lavoro
realizzato da Link Lab, ci siamo incuriositi ed abbiamo voluto
approfondire la questione.
I dati in cui ci siamo imbattuti (o meglio in cui NON ci siamo imbattuti ) meritano visibilità.
NB: I dati che vedrete, e che abbiamo dedotto da certi indicatori (perché l’Istat pare non averli prodotti), sono molto diversi da quelli pubblicati da Link Lab, possiamo pensare che siano state usate metodologie diverse, quindi i dati non paragonabili.
Partiamo da una premessa, in Italia, nel lungo periodo i suicidi sono in calo, una eccellente ricerca EURES ci fornisce un buon punto di partenza.
Dal 2000 in poi sono invece sostanzialmente stabili, fino al 2009.
fig.1
– Storico dei Suicidi Totali dal 1985 al 2009
|
Quello che non
si vede sopra lo vediamo però sotto (fig. 2, spezzata blu, scala a
sx), se nel 2010 si è sostanzialmente confermato il dato del 2009,
nel 2011 c’è stata una vera impennata, un aumento
del 25%, da circa 3000 a circa 4000 suicidi.
Nel 2011
l’Italia è entrata in recessione, il balzo è davvero enorme.
Ma c’è di più, mentre in tutti gli anni precedenti sono stati
pubblicati anche i disaggregati, tra cui i “suicidi per cause
economiche” (fig.2, spezzata rossa, scala a dx), nel 2011 non c’è
niente, nonostante un’approfondita ricerca in rete non siamo
riusciti a trovare nulla sui suicidi per cause economiche del 2011, e
dire che non abbiamo avuto problemi nel rinvenire i dati dei dieci
anni precedenti.
Con sgomento, abbiamo appreso che il dato, semplicemente, non interessa e non verrà più censito.
Precisamente:“Che la crisi economica stia mietendo vittime è sotto gli occhi di tutti. Come anche appare evidente che non spetta ai mezzi di informazione tenere il conto delle persone che si tolgono la vita e dei motivi di gesti che tutti continuano a definire insensati. A questo dovrebbe pensarci la statistica ufficiale che, invece, ha abdicato al suo ruolo, cancellando la rilevazione del numero dei suicidi ricavati dalla fonte giudiziaria con la conseguenza che, da adesso in poi, dovremo affidarci solo alle statistiche sanitarie, che però offrono un quadro parziale e meno tempestivo.
In un momento come questo, proprio per evitare speculazioni ed errate percezioni del fenomeno, l’Istat dovrebbe raddoppiare i propri sforzi per comprendere i motivi di disagio che portano gli individui alla disperazione. E invece, nonostante la rilevazione abbia un basso costo in quanto le informazioni sono trasmesse direttamente dagli organi di polizia giudiziaria, l’Istat ha deciso di cancellarla, lasciando un vuoto statistico difficilmente colmabile”.
fig.2
– suicidi totali (blu) e suicidi per cause economiche (rosso)
|
Passiamo ad
analizzare i “suicidi per cause economiche”
(fig.2, spezzata rossa, scala a dx), nel 2000, circa il 3%
dei suicidi erano di natura economica (94 su 3096), nel 2010
ben il 6% (187 su 3048).
A questo punto
i dati si interrompono, possiamo solo immaginare che a fronte di una
forte crescita del totale ci sia anche una forte componente
economica.
Se fosse, come
gli anni precedenti, nell’ordine del 6% del totale, avremmo 240
suicidi per cause economiche.
Ma andiamo ancora avanti, analizziamo la componente dei “suicidi
per cause economiche” insieme a disoccupazione e crescita del PIL.
In questo caso abbiamo a disposizione i dati fino al 2013 per quanto riguarda PIL e Disoccupazione.
fig.3
– suicidi per cause economiche (nero) su suicidi totali, crescita
PIL (verde – invertito), disoccupazione (rosso)
|
Da dove
iniziamo?
Inizierei
dalla spezzata sulla Disoccupazione.
L’inversione
c’è stata nel 2006, anno in cui si è realizzato un minimo,
intorno al 6%.
Andrebbe fatta una premessa, la disoccupazione del
passato (2000 o prima) è cosa ben diversa da quella di adesso, vuoi
perché non ci fidiamo troppo dello Stato quando calcola la
disoccupazione, vuoi perché i contratti precari e sottopagati prima
erano meno in voga, oppure, se guardiamo ancora più nel passato,
proprio non esistevano.
Oggi c’è un esercito di persone, ufficialmente
occupate, ma che lavorano per qualche centinaio di euro al mese.
Sarei quindi cauto nel paragonare identici livelli di
disoccupazione di epoche differenti.
Ritorniamo alla disoccupazione.
Non credo di notare solamente io come, a partire dal
2006, disoccupazione e la percentuale di
“suicidi per cause economiche” sul totale dei suicidi crescano
insieme, no?
E ancora vedere come, alla frenata della disoccupazione
nel 2010, corrisponda analoga frenata del rapporto tra suicidi
“economici” e suicidi totali. Interessante.
Peccato però che qui i dati si interrompano, proprio
nel momento in cui la disoccupazione va alle stelle.. non si hanno
più dati. Ci torneremo più avanti.
Passiamo al PIL, non c’è voluto molto a capire che
invertendo il PIL (occhio alla scala verde!) avremmo
avuto un altro sussulto.
Eh già.. anche il PIL (invertito) sembra avere un
andamento simile agli altri due; e sia il PIL (invertito) , sia il
tasso di disoccupazione sono schizzati verso l’alto a partire
dal 2010. Proprio quando i dati sui suicidi finiscono.
Domanda: dove si può’ logicamente collocare
oggi la percentuale dei
suicidi “economici” in rapporto al totale dei suicidi?
Nel grafico c’è una freccina che rappresenta un
possibile trend, e punta al 10%.
Il 10% di 4000 (ultimo dato
conosciuto) fa 400 morti l’anno, da paragonare con
100 di prima della crisi.
La crisi sta per caso uccidendo 300 persone
l’anno?
E’ una possibilità.. ma la verità è che non lo
sappiamo e non lo sapremo mai perché pare che lo Stato Italiano
abbia deciso di non svolgere più queste ricerche!
Vediamo anche qualcos’altro?
Torniamo alla ricerca EURES già linkata sopra.
Per esempio, disaggregando per profilo occupazionale,
quali soggetti hanno più alto rischio suicidario?
Ma è
ovvio! I disoccupati! 30 disoccupati ogni 100.000 si tolgono
la vita, a fronte di “soli” 6 occupati ogni 100.000. 5 volte più
probabile il suicidio per un disoccupato.
Non basta ancora?
Va bene, secondo COMITAS (Coordinamento Microimprese
per la Tutela e lo Sviluppo) sono 500
i suicidi per ragioni economiche nel 2012.
Andiamo ancora avanti? OK l’ultima.
Nel
2012 meritoria iniziativa di Jacopo Ottaviani per Il Fatto
Quotidiano, per 6 mesi sono state monitorate e raccolte le
notizie a proposito dei suicidi, è stata realizzata una mappa ed un
calendario, c’è anche un foglio di calcolo con tutti i dati e
tutti i link della notizia: totale 120 suicidi per motivi economici
nei primi 6 mesi del 2012, proiettato nell’intero anno sono 240.
Spero che quanto fatto da Link Lab, da
Comitas, da Jacopo Ottavini ed
infine da me nella raccolta di questi dati, sia stato utile almeno
per voi che avete avuto lo stomaco di arrivare fino in fondo.
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