A
volte l’irreparabile accade!
Solo
l’ennesimo di una lunga serie di suicidi, tutti contrassegnati da
uno stesso comune denominatore: il ricorrere ad un gesto estremo per
gridare il proprio disagio di fronte ad uno Stato sordo, assente,
avido, incapace di soddisfare le istanze ideali dell’Io, che non
lascia spazio ad aneliti di protesta e di ribellione verso la propria
condizione, se non la "reazione ultima”, individuata come
scelta "esistenziale" ad un presente intollerabile, che non
offre ormai nessuna prospettiva di stabilità o miglioramento.
Un
altro giovane imprenditore, dopo aver perso tutto, decide di
rivolgersi a Caronte e cessare di esistere per disperazione ma anche
per eccesso di dignità.
Un’altra
delle numerose vittime delle vessazioni dello Stato, usurpatore di
democrazia, di libertà, di vita.
Imprenditori
da ricordare come martiri di un sistema di oppressione insostenibile
effettuato in Italia dalle mafie dei partiti e dai loro commensali,
autori di un male necessario che nulla ha a che vedere con lo
strumento costruttivo al servizio dei cittadini.
Senza
più dignità, senza più speranze, senza più futuro, si pensa, si
medita il gesto estremo, l'ultimo fatto di coraggio, di forza, di
grande dignità.
Quella
dignità, che molti, tanti hanno dimenticato.
Il
sentirsi impotente di fronte ad un sistema che non da possibilità, l'indignazione non è per tutti, si vive di apparire non
essere, tutti finti addolorati, tutti alla fine indifferenti nei
confronti di un'altro essere umano che muore.
Omicidi
di stato!
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