“ Sono le azioni che contano. I nostri
pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto
che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi
vedere nel mondo. “
Mohandas Karamchand Gandhi
Importante
guida spirituale per il suo paese, lo si conosce soprattutto col nome
di Mahatma (grande anima), appellativo che gli fu conferito per la
prima volta dal poeta Rabindranath
Tagore.
Un altro suo soprannome è Bapu, che in hindi significa
"padre".
Gandhi
è stato uno dei pionieri e dei teorici del satyagraha,
la resistenza all'oppressione tramite la disobbedienza
civile
di massa che ha portato l'India
all'indipendenza.
Il
satyagraha è fondato sulla satya
(verità)
e sull'ahimsa
(nonviolenza).
Con
le sue azioni Gandhi ha ispirato movimenti di difesa dei diritti
civili
e personalità quali Martin
Luther King,
Nelson
Mandela,
e Aung
San Suu Kyi.
In
India
Gandhi è stato riconosciuto come Padre della nazione e il giorno
della sua nascita (2 ottobre) è un giorno festivo.
Questa
data è stata anche dichiarata “Giornata
internazionale della nonviolenza”
dall'Assemblea
generale delle Nazioni Unite.
Ma
esiste un Gandhi inedito poco conosciuto.
Gandhi
era omosessuale?
Poco
importa!
Il
tutto nasce dal ritrovamento delle famose
lettere,
dove si può intuire tra le righe
la sua relazione con l’architetto tedesco Hermann
Kallenbach,
esposte all’Archivio nazionale indiano di New Delhi in occasione
del 65esimo anniversario della sua morte.
In quelle lettere ci sono tutti i dettagli di una grande
amicizia.
Gli studiosi sono alla ricerca di prove circa la reale
entità del rapporto tra i due uomini, ma sono rimasti delusi non
trovando nulla.
Quando l’archivio di lettere e fotografie appartenenti
a Kallenbach fu acquistato dal governo, poco prima che Sotheby’s lo
mettesse all’asta, numerose indiscrezioni fecero montare lo scoop.
“Gandhi
doveva molto a molti dei suoi amici sudafricani, e Kallenbach era uno
di loro, un amico molto caro, un vero alleato, avevano una relazione
molto stretta” ha spiegato il direttore degli Archivi. Una
corrispondenza
intensa
la loro, che ha indotto qualcuno a supporre che tra i due ci fosse
qualcosa di più di un rapporto intellettuale: in una delle lettere
Gandhi si rivolge all’amico scrivendo “mio
caro”
e si firma “sinceramente
tuo“.
“Questo tipo di cose affascinano gli Occidentali, ma
in queste lettere non abbiamo trovato espressioni controverse e
nessuna relazione controversa. Sono solo lettere che riflettono il
loro stretto legame lavorativo” chiarisce una studiosa.
Le
lettere, insieme ad altri documenti e foto, sono state acquistate
dall’India per un milione
di dollari,
l’India si è sempre schierata contro le aste di oggetti
appartenuti a Gandhi perché insulterebbero la memoria del mito
dell’indipendenza dell’India che trascorse la sua intera vita
rifiutando le ricchezze materiali
Una
nuova biografia di Gandhi, emergono dettagli che, come ha scritto il
Wall Street Journal, “danno ai lettori sufficienti informazioni per
rendersi conto che Gandhi era sessualmente bisex, un incompetente
politico e un fanatico che seguiva le mode del tempo, e che inoltre
era spesso assolutamente crudele con coloro che lo circondavano”.
Oltre a rivelarsi un politico “che professava amore per l’umanità
come concetto astratto mentre in realtà disprezzava il popolo in
quanto individui”, Gandhi avrebbe vissuto “l’amore della sua
vita” nel legame omosessuale con Hermann Kallenbach, un architetto
ebreo e sionista con la passione per il culturismo.
Cita passi di lettere in cui Gandhi scrive all’architetto e compagno di battaglie civili “in che modo completo tu abbia posseduto il mio corpo. Questa è schiavitù accompagnata da vendetta”. E ancora, allusivamente: “Il tuo ritratto sta sulla mensola della mia camera da letto, e la mensola è sulla parete opposta al letto”.
Cita passi di lettere in cui Gandhi scrive all’architetto e compagno di battaglie civili “in che modo completo tu abbia posseduto il mio corpo. Questa è schiavitù accompagnata da vendetta”. E ancora, allusivamente: “Il tuo ritratto sta sulla mensola della mia camera da letto, e la mensola è sulla parete opposta al letto”.
Nella biografia si racconta anche che Gandhi aveva
inventato per sé il soprannome di “Casa Superiore” e per
Kallenbach quello di “Casa Inferiore” e in un passo della sua
biografia scrive: “Gandhi fece promettere a Casa Inferiore che non
avrebbe mai “guardato con desiderio qualsiasi donna”. I due si
giurarono “più amore, e ancora amore... un amore tale che c’è
da sperare il mondo non abbia ancora mai visto”.
Nelle sue lettere, Kallenbach, fa notare Lelyveld,
spesso si preoccupa di “cotone e vaselina”, che sarebbero potute
servire ai clisteri cui Gandhi si sottoponeva oppure a pratiche
omoerotiche, oppure entrambe le cose.
Ma oltre ai rapporti con Kallenbach, interrotti nel 1914 quando Gandhi tornò in India mentre Kallenbach, allo scoppio della prima guerra mondiale, venne trattenuto in Inghilterra perché di nazionalità tedesca, i “gusti sessuali” di Gandhi, sempre secondo Lelyveld, comprendevano anche l’abitudine, acquisita in età avanzata, di praticare “coccole notturne”, senza vestiti, con ragazze del suo entourage, inclusa la sua pronipote diciassettenne Manu.
A proposito di questa esperienza, Gandhi avrebbe rivelato a una donna: “Nonostante tutti i miei sforzi, l’organo è rimasto eccitato, è stata un’esperienza assai strana e vergognosa”.
Ma oltre ai rapporti con Kallenbach, interrotti nel 1914 quando Gandhi tornò in India mentre Kallenbach, allo scoppio della prima guerra mondiale, venne trattenuto in Inghilterra perché di nazionalità tedesca, i “gusti sessuali” di Gandhi, sempre secondo Lelyveld, comprendevano anche l’abitudine, acquisita in età avanzata, di praticare “coccole notturne”, senza vestiti, con ragazze del suo entourage, inclusa la sua pronipote diciassettenne Manu.
A proposito di questa esperienza, Gandhi avrebbe rivelato a una donna: “Nonostante tutti i miei sforzi, l’organo è rimasto eccitato, è stata un’esperienza assai strana e vergognosa”.
Altrove, Lelyveld mette in luce episodi delle sue lotte
in Sud Africa in cui Gandhi, mentre si batte per i diritti degli
indiani o dei cinesi, mostra di condividere il razzismo nei confronti
dei neri, quando ad esempio li chiama “Kaffir”, termine
spregiativo per i neri in Sud Africa, e li definisce “di regola non
civilizzati, sono fastidiosi, sporchi e vivono quasi come animali”
o ancora, quando si lamenta: “Fummo fatti marcire in una prigione
riservata ai Kaffir. Potevamo capire di non essere collocati insieme
ai bianchi, ma essere messi sullo stesso livello dei Kaffir ci sembrò
insopportabile” .
Altrove sembra giustificare l’oppressione sia degli
indiani che dei neri, ma per opposti motivi: “Un indiano deve
essere vessato perché lavora troppo, un Kaffir deve essere vessato
perché non lavora abbastanza”.
Lelyveld riporta poi una lettera scritta al parlamento
della provincia sudafricana del Natal, in cui Gandhi protestava che
“gli indiani vengano trascinati al livello dei rozzi Kaffir, la cui
occupazione è cacciare e la cui sola ambizione è radunare il
bestiame e comprarsi una moglie, per passare la vita nell’indolenza
e nudi”.
Infine, Gandhi scrisse a proposito degli Afrikaaner che
“noi indiani crediamo nella purezza della razza quanto loro”.
Lelyveld accusa Gandhi di essere stato anche tirannico con i suoi familiari, proibendo al figlio Manilal di sposare la musulmana Fatima Gool, benché l’alleanza tra hindu e musulmani fosse il primo di quelli che definiva “i quattro pilastri sui quali si reggerà per sempre la struttura del swaray, cioè l’autodeterminazione”.
Lelyveld accusa Gandhi di essere stato anche tirannico con i suoi familiari, proibendo al figlio Manilal di sposare la musulmana Fatima Gool, benché l’alleanza tra hindu e musulmani fosse il primo di quelli che definiva “i quattro pilastri sui quali si reggerà per sempre la struttura del swaray, cioè l’autodeterminazione”.
Il Gandhi che non ti aspetti.
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