Una Signora anziana, disperata, piange,
ha una busta in mano.
Mi fermo, chiedo che succede, se posso essere utili, mi racconta, tutta la sua storia, caratterizzatati da difficoltà, malattie, solitudine, disperazione.
Mi fermo, chiedo che succede, se posso essere utili, mi racconta, tutta la sua storia, caratterizzatati da difficoltà, malattie, solitudine, disperazione.
Naturalmente pensione sociale, ha più di 82 anni, ogni mese deve scegliere cosa dover pagare e cosa rimandare, rovista negli scarti del mercato per sopravvivere, per poter mangiare un pò di frutta o verdura, come dice lei: “toccata ma commestibile, carne e pesce ho dimenticato il sapore”.
Finché un giorno arriva una raccomandata, ma lei è in ospedale, non può riceverla.
Torna a casa, trova l'avviso di giacenza, preoccupata va immediatamente alla posta, ritirare questa famigerata lettera, "una diffida legale formale", panico, piange che cosa ho fatto mi chiede...
Signora si tranquillizzi non è nulla, probabilmente si sarà dimenticata di pagare una bolletta!
Mi risponde: “Io non ci capisco niente mi può aiutare”?
Certamente, vado a casa sua, una casa modesta, troppo modesta, ma dignitosa, molto dignitosa, non ha televisore, il canone un lusso, mi vuole offrire ad ogni costo qualcosa, ma in casa non ha nulla, apre il frigorifero c'è solo una bottiglia d'acqua, che per me va più che bene.
Cerchiamo questa bolletta e scopriamo che è stata pagata in ritardo ma onorata, scopro anche che ha mandato il fax dell'avvenuto pagamento come richiesto, scopro anche che la bolletta le è stata rinviata e nuovamente e ripagata, scopro anche che per la giacenza della lettera più di 10 giorni l'è stato richiesto 0.52 centesimi, che saranno mai direte voi, ma per una donna che le sono rimaste 10 euro per arrivare al 5 del mese successivo sono tante, troppe, significa un tozzo di pane.
Chiamo il numero verde naturalmente dal mio telefono, lei in casa non ha telefono e cellulare, dopo tanto sbraitare finalmente mi danno udienza.
Risultato?
Sembra, dico e ripeto sembra, che il
problema è risolto, per il rimborso deve fare una raccomandata lei
all'ufficio reclami, impensabile, i quali prenderanno in esame la
pratica e verificheranno se la Signora ne ha veramente diritto, poi
dopo tre mesi la liquidano, se tutto va bene, per una cosa che lei ne
ha diritto immediatamente, ma le cose vanno cosi i doveri subito, i
diritti dopo...
Cerco di spiegarlo, lei in disperazione mi dice: “ti ringrazio sei stato gentilissimo, per me va bene, io sono anziana, che posso fare? Ora devo solo aspettare la donna in nero che viene e mi portare via, mi dispiace per voi che ancora dovrete lottare per sopravvivere”...
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