mercoledì 2 aprile 2014

Alda Merini: "Una vita tra follia e normalità"


Scienziati, inventori, esploratori, centinaia gli uomini e le donne protagonisti della storia d’Italia, hanno reso celebre il nostro Paese in tutto il mondo, come la patria di "Santi, Poeti e Navigatori".

Un personaggio considerato una delle principali poetesse del Novecento, oltre che una personalità originale, audace e irriverente è la figura carismatica di “Alda Merini”.
Alda Giuseppina Angela Merini nasce a Milano in viale Papiniano 57 il 21 marzo 1931 e muore nella stessa città il 1º novembre 2009. E’stata una poetessa, aforista e scrittrice italiana.
Della sua infanzia si conosce quel poco che lei stessa scrisse in brevi note autobiografiche in occasione della seconda edizione dell'Antologia di Spagnoletti … che era una ragazza sensibile e dal carattere malinconico, piuttosto isolata e poco compresa dai suoi genitori ma molto brava ai corsi elementari.
Dopo aver terminato il ciclo elementare con voti molto alti, frequenta i tre anni di avviamento al lavoro presso l'Istituto "Laura Solera Mantegazza" a Milano, cerca di essere ammessa al Liceo Manzoni, ma non riesce perché non supera la prova di italiano. 
Nello stesso periodo si dedica allo studio del pianoforte. Esordisce come autrice a quindici anni sotto la guida di Giacinto Spagnoletti che scoprì il suo talento artistico.
Nel 1947, Alda incontra "le prime ombre della sua mente" e viene internata per un mese nella clinica Villa Turro a Milano. Quando ne esce alcuni amici le sono vicini e Giorgio Manganelli, che aveva conosciuto a casa di Spagnoletti insieme a Luciano Erba e Davide Turoldo.
Giacinto Spagnoletti sarà il primo a pubblicarla nel 1950, con le liriche "Il gobbo", datata 22 dicembre 1948"Luce", del 22 dicembre 1949, dedicata a Spagnoletti. Nel 1951, su suggerimento di Eugenio Montale e di Maria Luisa Spaziani stampa due poesie inedite dell'autrice in "Poetesse del Novecento".

 
 Nel 1955 esce la raccolta di versi intitolata "Paura di Dio" con le poesie che vanno dal 1947 al 1953 alla quale fa seguito "Nozze romane" e nello stesso anno viene pubblicata l'opera in prosa "La pazza della porta accanto".
Nasce in quello stesso anno la prima figlia, Emanuela. Dopo un difficile periodo di silenzio e di isolamento, dovuto all'internamento al "Paolo Pini", che dura fino al 1972, nascono altre tre figlie, Barbara, Flavia e Simonetta.
Si alterneranno in seguito periodi di salute e malattia, probabilmente dovuti alla sindrome bipolare, della quale hanno patito anche altri grandi poeti ed artisti quali ”Charles Baudelaire”, “Ernest Hemingway”, “Francis Scott Fitzgerald”, “Lord Byron” e “Virginia Woolf”. 
Nel 1979 Alda Merini ritorna a scrivere, dando il via ai suoi testi più intensi sulla drammatica e sconvolgente esperienza del manicomio, testi contenuti in quello che può essere inteso come il suo capolavoro "La Terra Santa" con la quale vincerà nel 1993 il Premio Librex Montale.
Il 7 luglio 1983 muore il marito, e Alda, rimasta sola e ignorata dal mondo letterario, cerca inutilmente di diffondere i propri versi.
Nell'ottobre del 1983 Alda e Michele Pierri si sposano e vanno a vivere a Taranto.
Nel luglio del 1986 fa ritorno a Milano e inizia una terapia con la dottoressa Rizzo alla quale dedica più di una poesia. Nello stesso anno riprende a scrivere e ad incontrare i vecchi amici, tra cui Vanni Scheiwiller, che le pubblica “l’Altra Verità”.
Nell'inverno del 1989 la poetessa frequenta il caffè - libreria "Chimera", situato poco lontano dalla sua abitazione sui Navigli, e offre agli amici del caffè e i suoi dattiloscritti. Sarà in questo periodo che nasceranno libri come "Delirio amoroso" (1989) e "Il Tormento delle figure" (1990).
Negli anni seguenti diverse pubblicazioni consolidano il ritorno sulla scena letteraria della scrittrice. Nel 1991 escono "Le parole di Alda Merini" e "Vuoto d'amore" a cui fa seguito nel 1992 "Ipotenusa d'amore".
Questo è l'anno in cui le viene assegnato il Premio Librex - Guggenheim "Eugenio Montale" per la Poesia, premio che la consacra tra i grandi letterati contemporanei e l’accosta a scrittori come Giorgio Caproni, Attilio Bertolucci, Mario Luzi, Andrea Zanzotto, Franco Fortini.
Nel 1994 vede la luce il volume "Sogno e Poesia. 
Nel 1995 viene pubblicato "La pazza della porta accanto" e sempre nello stesso anno esce "Reato di vita, autobiografia e poesia". Nel 1996, con il volume "La vita facile", le viene attribuito il "Premio Viareggio" e nel 1997 il "Premio Procida -Elsa Morante".
Sono questi gli anni in cui la produzione aforistica di Merini diventa molto ricca, come testimonia nel 1997 "Il Catalogo Generale delle Edizioni Pulcinoelefante", edito da Scheiwiller. I minitesti di Alda Merini risultano essere più di cinquecento. Nel 1999 in "Aforismi e magie" viene raccolto per la prima volta il meglio di quel genere. 
Nel 2000 esce "Superba è la notte", un volume che è il risultato di un lavoro minuzioso compiuto su numerose poesie inviate all'editore Einaudi e ad Ambrogio Borsani. I versi che compongono la raccolta sono stati scritti nel periodo che va dal 1996 al 1999. Non essendo stato possibile dare al materiale un ordine cronologico i curatori si sono basati sull'omogeneità tematica e stilistica complessiva dell'opera.
Tra il 2001 e il 2002 vengono pubblicati “Lo Sciamano” e “Amore di carta” .
Nel 2001 posa seminuda per la copertina dell'album Canto di Spine del complesso degli Altera, nel quale sono messe in musica composizioni sue e di altri poeti e poetesse del Novecento. Nel 2002 viene stampato un volumetto dal titolo "Folle, folle, folle d'amore per te", con un pensiero di Roberto Vecchioni.
Nel 2009 esce il documentario “Alda Merini, una donna sul palcoscenico” del regista Cosimo Damiano Damato, presentato alle Giornate degli Autori della 66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Il film, prodotto da Angelo Tumminelli, vede la partecipazione di Mariangela Melato. Dall'incontro del regista con la poetessa nasce una grande amicizia e tante poesie inedite inserite nel documentario. A tutt'oggi il film non è mai stato distribuito e commercializzato.
Molto importante è il carattere mistico della più recente poetica di Alda Merini, che in qualche modo è connessa alla prima vena creativa con la quale esordì e che aveva in sé una forte componente di misticismo.
Nel 2003 e 2004 viene pubblicato "Clinica dell'abbandono". Il libro è diviso in due sezioni: la prima, "Poemi eroici", che comprende versi scritti alla fine degli anni Novanta, la seconda, "Clinica dell'abbandono", che raccoglie i versi degli ultimi anni.
Nel febbraio del 2004 la Merini viene ricoverata all'Ospedale San Paolo di Milano per problemi di salute. Da tutta Italia vennero inviate e-mail a sostegno di un appello lanciato da un amico della scrittrice che richiedeva aiuto economico.
Durante l'estate 2004 molte sono state le iniziative sorte per far conoscere in maniera più diffusa la poesia di Alda Merini. 
Nel 2007 con “Alda e Io – Favole”, scritto a quattro mani con il favolista Sabatino Scia, vince il premio Elsa Morante Ragazzi. Il 17 ottobre 2007 la poetessa ha ottenuto la laurea "Honoris Causa" in "Teorie della comunicazione e dei linguaggi" presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Messina tenendo una "Lectio Magistralis" ( in latino la lezione del maestro ) sui meandri tortuosi del suo vissuto..
Muore il 1º novembre 2009. Nel 2010 uscì postumo l’album “Una piccola ape furibonda”.
Ha sempre detto di se: “Io la vita l’ho goduta tutta, a dispetto di quello che vanno dicendo sul manicomio. Io la vita l’ho goduta perché mi piace anche l’inferno della vita e la vita spesso è un inferno … per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara”.
 
Alda Merini è stata e continua ad essere una delle voci più potenti della poesia contemporanea. E' impossibile riuscire a dare un ordine, catalogare il suo lavoro, in cui la follia della poetessa e la forza d'amore della donna si fondono assieme diventando "Arte Suprema".
A tutti i giovani ha sempre raccomandato:
aprite i libri con religione”;
non guardateli superficialmente, perché in essi è racchiuso il coraggio dei nostri padri”;
soprattutto amate i poeti: essi hanno vangato per voi la terra per tanti anni, non per costruire tombe o simulacri, ma altari. Pensate che potete camminare su di noi come dei grandi tappeti e volare con noi oltre la triste realtà quotidiana”.

Vi lascio dedicandovi una Sua poesia … forse la più bella … 
Io non ho bisogno di denaro
ho bisogno di sentimenti
di parole
di parole scelte sapientemente
di fiori detti pensieri
di rose dette presenze
di sogni che abitino gli alberi
di canzoni che facciano danzare le statue
di stelle che mormorino
all'orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia
questa magia che brucia
la pesantezza delle parole
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi”.


Federica De Sanctis      






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