Licio
Gelli
nasce a Pistoia il
21 aprile 1919,
è un faccendiere,
giornalista e
finanziere
italiano.
Noto come
maestro
venerabile
della loggia
massonica segreta
P2.
La Propaganda
due
è stata una loggia
massonica
aderente al “Grande
Oriente d'Italia”,
fondata nel 1877
col nome di “Propaganda
Massonica”.
La P2 fu sospesa dal G.O.I. il 26 luglio 1976,
successivamente, la Commissione
parlamentare d'inchiesta
Anselmi
ha concluso il caso P2 denunciando la loggia come una vera e propria
"organizzazione
criminale"
ed "eversiva".
Essa fu sciolta con un'apposita legge, la n.
17 del 25 gennaio 1982.
Sin
dalla fondazione, la caratteristica principale della loggia
Propaganda massonica fu quella di garantire un’adeguata copertura e
segretezza agli iniziati di maggior importanza, sia all’interno che
al di fuori dell’organizzazione massonica.
L'originale
loggia operò fino al 1925,
quando furono temporaneamente sciolte tutte le logge massoniche, su
impulso del regime
fascista.
Dopo
la caduta del regime fascista, le attività delle logge massoniche
ripresero e la loggia, ribattezzata “Propaganda due” tornò ad
essere alle dipendenze dirette del Gran
maestro
dell’Ordine sino all’avvento di Licio Gelli.
Quest’ultimo venne
prima delegato dal Gran maestro
Lino
Salvini
a rappresentarlo in tutte le funzioni all’interno della loggia, e
poi ne fu nominato Maestro venerabile, cioè “capo” a tutti gli
effetti nel 1975.
Nel
periodo della maestranza di Gelli, la P2 riuscì a riunire in segreto
almeno un migliaio di personalità di primo piano, principalmente
della politica
e dell'Amministrazione dello Stato,
a fini di sovversione dell'assetto socio-politico-istituzionale
italianoe suscitando uno dei più gravi scandali politici nella
storia della Repubblica
Italiana.
Tra
i vari crimini attribuiti alla P2, oltre al cospirazionismo politico
per assumere il controllo dell'Italia, si possono citare la strage
dell'Italicus,
la strage
di Bologna,
lo scandalo
del Banco Ambrosiano,
l'assassinio
di Roberto
Calvi, il depistaggio sul rapimento
di Aldo Moro,
l'assassinio di Carmine
Pecorelli.
A
diciotto anni Gelli partì volontario con il Corpo
Truppe Volontarie appositamente costituito per partecipare alla
Guerra
civile spagnola in aiuto delle truppe nazionaliste del generale
Francisco
Franco.
Nel 1939
tornò in Italia e collaborò con la federazione fascista di Pistoia,
scrivendo nel settimanale locale della federazione, il Ferruccio,
la sua esperienza di guerra. Diventò anche impiegato del GUF,
pur avendo solo la licenza elementare. Comunque veniva molto stimato
e preso in considerazione per la sua estrema
serietà e precisione
nello svolgere le mansioni a lui affidate,
schedava
persino le marche delle sigarette fumate dagli studenti universitari.
Nel
gennaio 1940 pubblicò
il suo primo libro: “Fuoco!
Cronache legionarie della insurrezione antibolscevica di Spagna”.
Nel
luglio 1942 come
ispettore del Partito
Nazionale Fascista, gli venne affidato il compito di trasportare
in Italia il tesoro
di re Pietro
II di Jugoslavia, 60 tonnellate di lingotti d'oro, 2 di monete
antiche, 6 milioni di dollari,
2 milioni di sterline
che il SIM ( Servizio
Informazioni Militare
)
aveva requisito.
Nel 1947
il tesoro venne restituito ma all'appello mancavano 20 tonnellate di
lingotti. È stato ipotizzato che parte di queste 20 tonnellate
sarebbero tra i preziosi ritrovati nelle fioriere di villa
Wanda, ma Gelli ha sempre smentito questa accusa.
Nel
1943 aderì alla
Repubblica
di Salò e conseguentemente divenne un ufficiale di collegamento
fra il governo
fascista e il Terzo
Reich.
Nel
1956 diventa direttore della “Permaflex”
di Frosinone.
Dal
1948 al 1958
fu portaborse
del deputato democristiano Romolo
Diecidue.
In seguito si dedicò alla scalata all'interno della
Massoneria, fino a diventare Maestro Venerabile della loggia
Propaganda 2 nella quale riuscì a concentrare un consistente numero
di soggetti titolari di cariche politiche ed amministrative.
Gelli
ripetutamente dichiarò in pubblico di essere stato uno stretto amico
del leader argentino
“Juan
Domingo Perón”
e proprio molti esponenti della camarilla
di potere dell'ultimo peronismo,
così come del golpismo uruguayano degli anni settanta, risultarono
iscritti alla sua loggia massonica.
Il
17 marzo 1981, i
giudici istruttori nell'ambito di un'inchiesta sul finto rapimento
del finanziere Michele Sindona, fecero perquisire la villa di Gelli a Castiglion
Fibocchi ( AR
)
e la fabbrica di sua proprietà ( la Giole ), che portò alla
scoperta di una lunga lista di alti ufficiali delle forze armate e di
funzionari pubblici aderenti alla P2.
In
fuga, Licio Gelli scappò in Svizzera,
dove fu arrestato mentre cercava di ritirare decine di migliaia di
dollari a Ginevra, ma riuscì ad evadere dalla prigione. Fuggì
quindi in Sudamerica, prima di costituirsi nel 1987.
Lo scandalo nazionale conseguente alla scoperta delle liste fu quasi
drammatico, dato che molte delle più delicate cariche della
Repubblica Italiana
erano occupate da affiliati all'organizzazione di Gelli.
Nelle
conclusioni della relazione di maggioranza di questa commissione
sulla P2 e su Gelli si legge:
“L'esame
degli avvenimenti ed i collegamenti che tra essi è possibile
instaurare sulla scorta delle conoscenze in nostro possesso portano
infatti a due conclusioni che la Commissione ritiene di poter
sottoporre all'esame del Parlamento”.
Con
Stefano
Delle Chiaie e Francesco
Pazienza, è stato coinvolto nel processo per la Strage
di Bologna, avvenuta il 2 agosto 1980,
nella quale furono uccise 85 persone e 200 rimasero ferite.
Questo
attentato terroristico era parte della strategia
della tensione. Con la sentenza definitiva di Cassazione
sulla strage di Bologna, il 23 novembre 1995,
Gelli viene condannato per depistaggio.
Gelli
nel 1994 fu condannato a 12 anni di carcere dopo essere stato
riconosciuto colpevole della frode riguardante la bancarotta
del Banco
Ambrosiano nel 1982
che era collegato alla banca del Vaticano, l'Istituto
per le Opere di Religione ( IOR ). La polizia rinvenne nella sua
villa oltre 2 milioni di dollari in lingotti d'oro.
Qualche
anno dopo molti sospetti si sono concentrati su Gelli in relazione al
fallimento finanziario del Banco
Ambrosiano e al suo eventuale coinvolgimento nell'omicidio del
banchiere milanese Roberto
Calvi che era stato in carcere proprio per il crack
dell'Ambrosiano e, dopo essere tornato in libertà, venne ritrovato
impiccato sotto il Blackfriars
Bridge a Londra.
Il
19 luglio 2005, Gelli
è stato formalmente indiziato
dai magistrati romani per la morte di Calvi. Gelli, nel suo discorso
di fronte ai giudici, incolpò personaggi connessi con i
finanziamenti di Roberto
Calvi al movimento polacco “Solidarnosc”,
presumibilmente per conto del Vaticano.
Licio
Gelli è stato condannato con sentenza definitiva per i seguenti
reati:
- Procacciamento di notizie contenenti segreti di Stato;
- Calunnia nei confronti dei magistrati milanesi Colombo, Turone e Viola;
- Calunnia aggravata dalla finalità di terrorismo per aver tentato di depistare le indagini sulla strage alla stazione di Bologna, vicenda per cui è stato condannato a 10 anni;
- Bancarotta fraudolenta ( Banco Ambrosiano ).
Dal
2001 Licio Gelli è
in detenzione
domiciliare nella sua villa Wanda di Arezzo,
ubicata sulla collina di Santa Maria delle Grazie a ridosso del
centro storico, dove sconta la pena di 12 anni per la bancarotta
fraudolenta dell'Ambrosiano.
Di se stesso nel 2003 disse:
“Ho
una vecchiaia serena. Tutte le mattine parlo con le voci della mia
coscienza, ed è un dialogo che mi quieta. Guardo il Paese, leggo i
giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a
pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d'autore."
Gelli
era arrivato al vertice della P2 dopo una onorata carriera come
fascista, simpatizzante della Repubblica di Salò, doppiogiochista
con la Resistenza, collaboratore dei servizi segreti inglesi e
americani, infine agente segreto della Repubblica italiana.
Volonteroso funzionario del Doppio Stato: soldato, come tanti altri
fascisti e nazisti, arruolato nell’esercito invisibile che gli
Alleati avevano approntato, dopo la vittoria contro Hitler e
Mussolini, per combattere la “guerra non ortodossa” contro il
comunismo.
Oltre
agli elenchi degli affiliati e alla
documentazione sulla loggia, tra le carte sequestrate trovarono 33
buste sigillate con intestazioni diverse, “Accordo Eni-Petromin”,
“Roberto Calvi vertenza con Banca d’Italia”, “Documentazione
per la definizione del gruppo Rizzoli”, “On. Claudio
Martelli”.
C’erano già, in quelle carte, i segreti di Tangentopoli, del Conto Protezione e di tanto altro ancora.
C’erano già, in quelle carte, i segreti di Tangentopoli, del Conto Protezione e di tanto altro ancora.
Più
utile il lavoro della Commissione parlamentare
presieduta da Tina Anselmi, che dichiara le liste della P2, con 972
nomi.
E con anni di lavoro produce un materiale immenso e prezioso,
la documentazione di come funzionava una potentissima macchina di
eversione e di potere.
Gelli
è uno dei personaggi più controversi del panorama
politico-giudiziario italiano.
Il dibattito intorno alla sua figura
si è fatto ancora più arroventato in occasione di alcuni suoi
articoli particolarmente pungenti pubblicati sul giornale mensile
trevigiano Il Piave, uno sull'informazione in Italia,
l'altro sulla democrazia italiana, un altro ancora sulla
magistratura.
In
totale sono sei gli indagati, l'ex venerabile ed ex commendatore, la
moglie Gabriella Vasile, i tre figli Maurizio, Maria Rosa e
Raffaello, e un nipote, Alessandro Marsilli.
E
oggi?
La fase, naturalmente, è nuova.
La società è cambiata. Anche gli uomini alla ribalta sono, in buona
parte, diversi. Ma nella storia italiana non si butta via niente, c’è
una continuità di fondo con il peggio delle nostre vicende, fatte di
un anticomunismo eversivo, bancarotte e spoliazioni di denaro
pubblico, politica corrotta, stragi, morti ammazzati, rapporti
inconfessabili con le organizzazioni criminali.
Il passato, il
tremendo passato italiano, deve sempre restare non del tutto
chiarito, perché i dossier, gli uomini, i segreti, i ricatti che da
quel passato provengono possano essere riciclati nel futuro.
Federica
De Sanctis
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