martedì 4 febbraio 2014

Il Melograno

Chiamato anche pomo saraceno, è un prodotto autunnale tipico dell'Afghanistan e della Persia, ma è molto diffuso in tutto il mediterraneo. Di questo frutto viene usato proprio tutto: non si mangiano solo i semi, ma anche la radice
Dal punto di vista nutrizionale, recenti studi hanno confermato le ipotesi "medicamentose" di questo frutto avanzate da Ippocrate. Nell'antica Grecia il melograno veniva usato come antinfiammatorio, ricco di potassio, minerale con effetto diuretico, ha un effetto drenante, e quindi detossinante, per il nostro organismo. Negli ultimi anni, l'attenzione è stata puntata sull'acido ellagico, presente anche nei frutti di bosco, secondo l’Istituto del Cancro della Università della Sud Carolina, sembra che questa sostanza induca la morte delle cellule cancerose, soprattutto di quelle al seno. Un ottimo aiuto contro lo stress ossidativo.
L’alta percentuale di polifenoli in esso contenuti contribuiscono a contrastare l'aterosclerosi e le malattie cardiovascolari. Il succo di melograno potrebbe aiutare le donne a combattere alcuni disturbi della menopausa, come la depressione e la fragilità ossea.
Il melograno è ritenuto originario dell'Asia sud ed è stato coltivato nelle regioni caucasiche da tempo immemorabile. In Asia è attualmente coltivato ampiamente in Armenia, Iran, Turchia, e nelle parti più aride del Sud-Est Asiatico, dall'Arabia al Pakistan, India, Malesia, Indonesia; è inoltre coltivato nelle regioni aride dell'Africa tropicale. È presente da epoca preistorica nell'area costiera del Mediterraneo, risulta storicamente che vi sia stato diffuso dai Fenici, dai Greci e in seguito dagli Arabi.
Il nome "melograno" deriva dal latino malum "mela" e granatum "con semi”.
I fiori sono, nella specie botanica, di un vivo colore rosso, di circa 3 cm di diametro hanno tre - quattro petali.
Il melograno viene utilizzato come pianta ornamentale nei giardini, le varietà nane in vaso sui terrazzi, industrialmente si coltiva per la produzione dei frutti eduli, le melagrane. Questo tipo di frutto, botanicamente, è definito balausta.
Si usano per le proprietà medicinali la corteccia delle radici prelevata in primavera o in autunno, e la scorza dei frutti raccolta in autunno, ricche di tannino, tagliate a pezzetti e fatte essiccare all'aria.
I preparati a base di corteccia di radici sono estremamente pericolosi, provocando fenomeni di idiosincrasia. Dalle radici stesse si ricava un colorante impiegato nella cosmesi.
L'infuso dei petali viene utilizzato come rinfrescante delle gengive. Dalla scorza si ottiene una tonalità di giallo tipicamente utilizzata negli arazzi arabi. I semi eduli ricchi di vitamina C, hanno proprietà blandamente diuretiche, si usano anche per la preparazione di sciroppi e della Granatina.
Dopo avere aperto il frutto con un coltello è necessario spaccarlo in più parti ed estrarre i semi staccandoli dalle membrane a cui sono fissati. In caso di quantità rilevanti la separazione è favorita dal fatto che immersi nell'acqua i semi affondano mentre le membrane galleggiano.
I semi sono spesso consumati direttamente, ma dato che la parte commestibile è la polpa traslucida che aderisce e circonda il seme, per poter inghiottire la polpa occorre inghiottire anche il seme, legnoso. Questo spiega il fatto che il maggior consumo si ha dopo la estrazione del succo dalla polpa.
Sete? Liquore al Melograno?

 
1 melograno grosso e maturo
250 grammi di zucchero bianco o di canna
1/2 litro d'acqua
1/2 litro di alcool a 95°
a piacere mezza stecca di cannella
Sgranate il melograno e pulite i singoli chicchi scartando accuratamente eventuali residui di buccia o scorza interna gialla.
Disponete i chicchi su un telo da cucina e lasciateli asciugare al sole per due o tre giorni, in modo da concentrare gli zuccheri e le sostanze aromatiche presenti.
Prendete un vaso di vetro della capacità di circa un litro e mezzo con tappo a chiusura ermetica e disponete sul fondo i chicchi di melograno.
Coprite con l'alcool, chiudete bene il barattolo e lasciate riposare per una settimana in un luogo buio, agitando la miscela una volta al giorno.
Trascorso il tempo di infusione, preparate uno sciroppo facendo sciogliere in una pentola di acciaio inox a fuoco dolcissimo 250 grammi di zucchero in mezzo litro d'acqua.
Lo sciroppo deve risultare chiarissimo e non deve assolutamente caramellare.
Spegnete il fuoco e a questo punto, se lo gradite, potete aggiungere mezza stecca di cannella, oppure una scorza d'arancia o di limone. Lasciate raffreddare completamente e unite lo sciroppo all'infusione di alcool e melograno.
Mescolate accuratamente e poi filtrate usando un imbuto di vetro o acciaio inox foderato con una garza o un filtro in carta alimentare.
E' bene filtrare due volte per ottenere un liquore più limpido.
A questo punto imbottigliate usando bottiglie di vetro pulite e perfettamente asciutte. Il liquore può essere consumato dopo un periodo di riposo di almeno una ventina di giorni.
Il liquore di melograno ottenuto per infusione ha un colore delicatamente rosato.
Se volete ottenere un colore rosso più intenso, potete aggiungere ai chicchi e all'alcool il succo di mezzo melograno ottenuto per spremitura o con la centrifuga.
Per un sapore più deciso potete sostituire lo zucchero bianco con un'uguale quantità di zucchero di canna.

Federica De Sanctis


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