martedì 14 ottobre 2014

Editoriale: Cos'è il “Razzismo”?

 


I 2 milioni di lavoratori immigrati presenti in Italia rappresentano una risorsa fondamentale per l’economia del Paese e per le casse dello Stato.
Il reddito notificato dagli stranieri al fisco è pari a 41,6 miliardi di euro, vale a dire il 5,3% del reddito complessivo generato in Italia.
E il loro contributo Irpef è pari a 6,2 miliardi di euro: il 4,1% dell’imposta raccolta a livello nazionale.
I dati, elaborati nel Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione 2012 dalla Fondazione Leone Moressa con il patrocinio dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), riguardano esclusivamente i lavoratori in regola e non includono il fenomeno dello sfruttamento in nero.

Quel che è certo è che, senza lavoratori immigrati, il Pil italiano e il debito pubblico verserebbero in condizioni ancora peggiori di quelle attuali.
Ogni contribuente nato all’estero paga ogni anno un’imposta netta Irpef pari a quasi 3mila euro. Sebbene le famiglie straniere rappresentino una risorsa preziosa per l’Italia, le discriminazioni da parte dei datori di lavoro sono ancora evidenti.
In media, a parità di posizione professionale e settore di occupazione, un immigrato guadagna 316 euro in meno rispetto a un italiano, una differenza che sale a 346 euro per le donne.
Il gap è meno evidente in alcuni settori specifici con un basso livello di specializzazione: è il caso, ad esempio, dell’agricoltura e dell’industria del turismo (alberghi e ristoranti), in cui i salari di stranieri e italiani sono sostanzialmente uguali.

La debolezza sociale degli stranieri che lavorano in Italia è diventata particolarmente evidente negli anni della crisi:
il tasso di disoccupazione straniera è aumentato dall’8,1% al 12,1%, per un totale di 310mila immigrati senza lavoro.
In altre parole, un nuovo disoccupato su 3, in Italia, ha origini straniere.
Quel che è peggio è che il 42,2% delle famiglie di origini immigrate vive oggi al di sotto della linea della povertà (a fronte del 12,6% di famiglie italiane).
In media, il reddito familiare degli stranieri ammonta a circa 18.600 euro l’anno, di cui però 18mila sono consumati in spese di vario genere. La capacità di risparmio si attesta quindi a circa 600 euro l’anno, il che rende la maggior parte degli immigrati incapaci di far fronte a imprevisti ed emergenze che comportino una spesa superiore ai 700 euro.
A confronto, le famiglie italiane spendono di più (oltre 25.600 euro l’anno), ma riescono a risparmiare quasi 8mila euro grazie a un reddito medio di 33.500 euro circa. Il 21,6% delle famiglie straniere arriva con grande difficoltà a fine mese, il 23,4% è in arretrato con le bollette, e più della metà non potrebbe permettersi neanche una settimana di ferie l’anno.
 
Spesso sentiamo parlare di razzismo, cosa significa per voi “razzismo”?
La paura del diverso?
E’quello che porta l'uomo a temere, quindi odiare chi non è come lui, a volere che tutto sia uniformato, voler cancellare il diverso, questo è il razzismo?

Guardatevi intorno, c'è tantissima ipocrisia, tantissime persone che dicono di odiare il razzismo e provare disgusto verso di esso e poi sono le prime xenofobe.

Il razzismo è ovunque, è nelle scuole, nella vita sociale, nel quotidiano, quando una persona veste diversamente, pensa diversamente o ha gusti diversi, viene messa all'angolo da gente che la giudica a priori per luoghi comuni.
Il razzismo è ovunque, è dentro chiunque?
Ma in poche parole cos’è il razzismo?
Ignoranza? Mancanza di tolleranza verso chiunque? L’essere stanchi del vittimismo? Paura? Insicurezza? Egoismo? O semplicemente rappresenta la convinzione che la propria razza sia superiore?
Il “razzismo” in passato è stato l'alibi o il pretesto per il perseguimento d'interessi economici.
Il razzismo è diffidenza? Disprezzo?
In una situazione di crisi economica come quella odierna che dilania le imprese, aumenta i disoccupati, crea anche tensioni raziali?
Inizio modul Secondo voi lo straniero per l'Italia è una risorsa"? Piccolo esempio lo "straniero" grava nelle risorse dell'INPS o è una fonte?
Le aziende assumono più volentieri gli stranieri, ovviamente costano meno ma questa situazione non reggerà ancora per molto, vi siete mai posti come domanda su cosa accadrà quando saranno i lavoratori di oggi a prendere la pensione?
Ma poi più che altro ci arriveremo mai alla pensione?
Quindi è giusto prendercela con uno straniero se non si trova uno straccio di lavoro se per primo è il Governo, le Istituzioni e gli accordi internazionali a castigarci?
Sembra brutto dirlo, ma le aziende prediligono assumere stranieri perché costano meno, fargli fare quei lavori stagionali che spesso l'italiano ha snobbato per tanto tempo!
 
Ma a quanto pare in questo clima e in questa crisi fa comodo aumentare il sentimento di razzismo per distogliere l'attenzione al vero e unico problema la mancanza di lavoro.
 
In passato il razzismo ha raggiunto vette di potere non da poco conto.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il nazismo e il fascismo ebbero lo scopo di sterminare ebrei, zingari, omosessuali, oppositori politici solo perché “diversi” da uno standard scientificamente infondato, predicato come l’unico legittimamente accettabile.
La colonizzazione di fine Ottocento e del Novecento si può pensare come diretta manifestazione del razzismo nei confronti dei popoli occupati, per cui lottò Gandhi con la non-violenza, lottarono Martin Luther King e Nelson Mandela, uomini coraggiosi, di giustizia e pace.
Per difendersi dal fenomeno razziale è importante conoscerlo e tenere sempre presente che nessuno nasce razzista, ma che tutti possono diventarlo.
Bisogna innanzitutto imparare a conoscersi e a condividere le felicità e le tristezze con gli altri per capire in prima persona che non siamo poi tanto diversi.

Quindi alla fine cos'è il "Razzismo"?


 
Federica De Sanctis



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