L'ebola, termine che già pronunciarla
o scriverla da l'angoscia.
L’infezione si trasmette per contagio interumano attraverso il
contatto con sangue e altri fluidi biologici infetti e, in teoria,
anche con il trapianto di organi. La trasmissione per via sessuale
può verificarsi fino a 7 settimane dopo la guarigione: infatti la
permanenza del virus nello sperma è particolarmente prolungata. È
inoltre stata provata in laboratorio, in primati del genere Rhesus,
la trasmissione aerea del virus Ebola.
L’Organizzazione mondiale della
sanità si muove con le richieste e con le decisione che fanno capire
quanto, ormai, sia urgente bloccare la diffusione del virus.
In Sierra Leone, Liberia, Guinea e, da
ieri, anche Nigeria. I morti, da un anno a questa parte, sono 1323,
726 da dicembre scorso, 57 negli ultimi quattro giorni.
Una crescita che allarma l’Africa
intera, l’Europa e gli Stati Uniti. La dimensione di questa
epidemia, per l’Oms, “non ha precedenti”.
La situazione sta facendo innalzare la
paura anche in Europa, come in Gran Bretagna, dove il virus viene
ormai considerato come una minaccia serissima, tanto da far scattare
serrati controlli alle frontiere per chi arriva dai teatri
dell'epidemia.
C'è stato già chi, per avere mostrato
sintomi paragonabili a quelli di Ebola, è stato prelevato in
aeroporto e sottoposto a controlli, che però finora hanno dato esito
negativo.
Mentre fonti UE fanno sapere che
l'Unione Europea è attrezzata per rispondere all'eventualità che il
contagio si estenda, anche se i rischi sono giudicati bassissimi.
In Italia, invece, il ministero della
Salute sottolinea che "non c'è nessun rischio per Ebola" e
che "il nostro Paese è attrezzato per valutare e individuare
ogni eventuale rischio di importazione della malattia". Del
resto, ricorda il ministero, l'Oms e il Centro Europeo Controllo
Malattie non raccomandano a tutt'oggi misure di restrizione di viaggi
e movimenti internazionali.
In Sierra Leone la preoccupazione per
la diffusione del virus ha spinto il governo ad adottare misure per
limitare il contagio: chiusi teatri, cinema e bar e rinviati a fine
agosto gli esami pubblici di terza media previsti a luglio.
Da giugno il governo e la società
civile hanno rafforzato le misure di prevenzione per fermare il
contagio: oltre ai checkpoint per circoscrivere l'epidemia, i centri
sanitari dedicati, sono i luoghi pubblici a essere stati oggetto
delle misure precauzionali più severe. Nei supermercati i gestori
invitano tutti i clienti a lavarsi le mani con acqua e cloro, l'unica
sostanza in grado di uccidere il virus, messa a disposizione agli
ingressi. Nelle chiese, durante le messe, sempre affollate in un
paese con il 15% della popolazione cristiana, non ci si stringe più
la mano: lo scambio di pace è stato sostituito da un inchino con la
mano destra sul cuore, e il sacerdote dà l'eucarestia nelle mani e
non più direttamente in bocca. Abitudini costrette a cambiare,
segnali piccoli, ma che amplificano il senso di paura tra la
popolazione.
Inoltre questo lo aggiungiamo noi che
preoccuparci tanto non c'è rimedio!
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