E'
un quartiere dell'ex X Municipio, si è formata negli anni
settanta, è sede del Centro
per l'Impiego di Roma Cinecittà, sorge la parrocchia di S.
Stanislao Vescovo e Martire.
Si sviluppa alle
spalle degli stabilimenti cinematografici di Cinecittà, nell'ex X
Municipio, a pochi passi dal centro commerciale di Cinecittà due, in
questa area furono rinvenute tracce di un acquedotto romano che
alimentava probabilmente un impianto termale.
Le caratteristiche storiche, monumentali e il fascino di questo quartiere finisce qui, è una zona di grande e grave degrado, un tipico esempio delle condizione delle periferie di Roma, dimenticate, abbandonate, vivono nell'oblio più totale, le loro condizioni sono il “limbo”.
Questo pezzo di città nasce negli anni ' 70 con una densità abitativa decisamente alta.
L'area fu rilevata dal Comune di Roma all'inizio degli anni '80, per rimediare ad un arresto delle costruzioni che durava da troppi anni.
Ma viene immediatamente abbandonata, gli immobili iniziano il loro lento ma inarrestabile
decadimento, le zone verdi vivono di vita propria, la zona commerciale al piano terreno rimane chiusa, inspiegabilmente, diventando la terra di nessuno, la creatività e il libero sfogo al vandalismo si vede.
Nel 1995 nell' unica area destinata a verde della zona il Comune di Roma, mentre gli edifici vengono caratterizzati dall'inesorabile declino, decide di realizzare un campo sosta per nomadi.
Il quartiere reagisce con forza, non lo fa attenzione, per criminalizzare, gli ultimi arrivati, pone invece il problema generale della necessità che il parco venga liberato, sistemato e mantenuto, ma anche riqualificato l'intero quartiere, dicendo basta al degrado.
Dal
1985, anno di consegna degli appartamenti, ad oggi, il Comune di Roma
non si è mai preoccupato né occupato di questa zona in maniera
determinante, i veri abitanti di questo lembo di terra del Municipio
VII sono i ratti, che girano indisturbati tra le strade e i
marciapiedi, le scritte vandaliche sono sempre più onnipresenti,
passeggiando tra questi edifici si respira un'aria pesante, di
insofferenza, di abbandono, di degrado, si sente, si tocca, si vede.
Il
4 maggio del 2013, l'ex Minisindaco Sandro Medici, “Con
un’ordinanza ha consegnato a circa 50 realtà associative e
imprenditoriali la gran parte dei locali di proprietà comunale per
decenni lasciati nell’abbandono e nel degrado in via Vignali.
L’ordinanza prevede la custodia di questi spazi e la possibilità
di utilizzarli per svolgere servizi, attività sociali e culturali, e
piccole attività economiche in particolare artigianali e mercatali.
Tra le realtà che hanno accolto l’invito municipale spiccano il
Centro anziani, un distaccamento della protezione civile,
un’associazione scoutistica, il comitato di quartiere, diverse
associazioni culturali e sportive, produttori agricoli dell’area
dei Castelli. Gli spazi interessati dalla "custodia" sono
di due tipi: una parte riguarda i box del mercato rionale rimasti
vuoti per l’assenza di assegnatari, e una parte i garage al piano
terra degli edifici del quartiere, anch’essi abbandonati e
inutilizzati.
Con questa decisione
il Municipio – dichiara il minisindaco Sandro Medici, in corsa per
il Campidoglio con una coalizione di quattro liste – ha finalmente
sanato uno scandalo amministrativo che andava avanti da decenni: e
cioè il completo abbandono del patrimonio comunale che
l’Amministrazione centrale non ha mai valorizzato né reso
fruttifero, non consentendo peraltro al Municipio di utilizzarlo per
progetti sociali e di sviluppo locale. Ritengo che compito
dell’Amministrazione pubblica sia quello di mettere a disposizione
le proprie risorse immobiliari – affinché si possano utilizzare
per la creazione di posti di lavoro e la rivitalizzazione sociale e
culturale dei nostri quartieri. A questo punto – conclude Medici –
toccherà alla nuova amministrazione comunale perfezionare il
necessario procedimento per perfezionare e completare le assegnazioni
municipali”.
Con questa
iniziativa, più o meno discutibile, dove non è nostro interesse
entrare nel merito, l'ex Presidente del Municipio sicuramente pensava
di fronteggiare e risolvere il problema di Piscine di Torrespaccata,
arginando il degrado, l'abbandono, cercando e pensando di rianimare
ciò che era oramai da tanto, troppo tempo moribondo.
Le domande che ci
vengono in mente sono molte e di diversa natura: Sono questi i
termini per riqualificare un quartiere? Sono queste le condizioni per
far risorgere gli immobili inutilizzati? È giusto che le
associazioni o chi per loro si prendano un onere che dovrebbe
aspettare all'Amministrazione? È giusto il “fai da te”? Questo
intervento ad oggi ha migliorato la situazione o è rimasta
invariata? La nuova Amministrazione centrale e territoriale cosa sta
facendo per sanare questa situazione di degrado?
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